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Apr 2014
ore 12:13
ore 12:13
Le vite degli altri, cioè di tutti noi, spiate anche al ristorante
Una scena tratta dal film "le vite degli altri", premio Oscar 2006
Ricapitoliamo.
Su incarico della Procura della Repubblica di Roma, la Polizia ha messo delle microspie nella saletta privata del ristorante Assunta Madre, in via Giulia, a Roma, nell'ambito di un'inchiesta su riciclaggio che riguarda il titolare, e così ha registrato nel novembre scorso il fratello gemello di Dell'Utri che parlava di piani di espatrio del più famoso fratello Marcello.
Interpellato telefonicamente da Virginia Piccolillo, del Corriere della sera, Johnny Micalusi, che del ristorante è il creatore e che era a Londra a seguire "il suo" Assunta Madre Mayfair, nuovo ristorante appena aperto, ha detto, rispondendo a una domanda molto esplicita della giornalista:
"Sorpreso dalle microspie sotto il tavolo?"
"In tutti i locali famosi ci sono".
L'intervista è a pagina 2 del Corriere della sera di domenica 13 aprile, una colonna di apertura con tanto di foto e, per ribadire la dichiarazione, un titolo esplicito e provocatorio: Micalusi: "Le cimici? Sono in tuti i locali noti."
Non ho letto nessuna dichiarazione di sorpresa da parte di ristoratori noti o Fipe e quindi immagino che sia vero che ci possano essere microspie là dove vanno a pranzo "volti noti" dell'economia, del giornalismo, della diplomazia, dello spettacolo ecc... e mi domando se questa eventualità sia probabile, cioè che sia normale immaginare che andando a pranzare o cenare in questi locali, i cui nomi sono noti a tutti, abitualmente frequentati dalla nomenklatura italiana e non, si corra il rischio di essere intercettati.
Immagino la risposta dei più: Ma io non ho nulla da nascondere.
E invece no, le nostre vite dovrebbero essere solo nostre, ma sono potenzialmente già controllate - lo abbiamo appreso da Edward Snowden che ha denunciato lo spionaggio mondiale della NSA (National Security Agency) attraverso il sistema Prism - al telefono, incrociando i nostri dati personali, quelli della carta di credito, compresi quelli del conto corrente e, lo apprendiamo grazie a un'indagine che riguarda personaggi della cronaca e della politica, anche al ristorante, a Roma come a Milano, o dove "è necessario".
Certo lo ricordate, si intitolava Le vite degli altri il bel film di Florian Henckel von Donnersmarck premiato con il premio Oscar nel 2006.
Narrava lo spionaggio nella DDR, la Germania dell'Est ai tempi del Muro di Berlino, e ci aveva fatto inorridire immaginando come fosse duro vivere in una "democrazia socialista".
Scopriamo, però, che mutato il sistema politico e caduto il Muro di Berlino, il metodo di spiare "le vite degli altri" cioè le nostre vite, è sempre in uso, cambia e si evolve solo la tecnologia.
Non ho letto nessuna dichiarazione di sorpresa da parte di ristoratori noti o Fipe e quindi immagino che sia vero che ci possano essere microspie là dove vanno a pranzo "volti noti" dell'economia, del giornalismo, della diplomazia, dello spettacolo ecc... e mi domando se questa eventualità sia probabile, cioè che sia normale immaginare che andando a pranzare o cenare in questi locali, i cui nomi sono noti a tutti, abitualmente frequentati dalla nomenklatura italiana e non, si corra il rischio di essere intercettati.
Immagino la risposta dei più: Ma io non ho nulla da nascondere.
E invece no, le nostre vite dovrebbero essere solo nostre, ma sono potenzialmente già controllate - lo abbiamo appreso da Edward Snowden che ha denunciato lo spionaggio mondiale della NSA (National Security Agency) attraverso il sistema Prism - al telefono, incrociando i nostri dati personali, quelli della carta di credito, compresi quelli del conto corrente e, lo apprendiamo grazie a un'indagine che riguarda personaggi della cronaca e della politica, anche al ristorante, a Roma come a Milano, o dove "è necessario".
Certo lo ricordate, si intitolava Le vite degli altri il bel film di Florian Henckel von Donnersmarck premiato con il premio Oscar nel 2006.
Narrava lo spionaggio nella DDR, la Germania dell'Est ai tempi del Muro di Berlino, e ci aveva fatto inorridire immaginando come fosse duro vivere in una "democrazia socialista".
Scopriamo, però, che mutato il sistema politico e caduto il Muro di Berlino, il metodo di spiare "le vite degli altri" cioè le nostre vite, è sempre in uso, cambia e si evolve solo la tecnologia.
Caro Stefano, la prassi per lo meno a Londra è questa. Inutile meravigliarsi...
Credo che molti ristoratori romani siano in imbarazzo, penso al Bolognese dove pranzano e cenano boiardi e politici, all'Eden, al San Lorenzo che quanto a pesce sta rubando la clentela ad Assunta Madre, alla Pergola, a Riccioli, a Quinzi e Gabrieli e si potrebbe andare avanti molto.
Ma i ristoratori sono d'accordo? Sennò come sarebbe possibile installare queste microspie a loro insaputa?
Sarebbe interessante capire come fanno polizia, carabinieri e guardia di finanza a mettere microspie in locali dove c'è personale dal mattino alla sera tardi. La notte?
Perdonate ma davvero credete a queste affermazioni?
Non vi basta vedere che faccia ha il signor Micalusi per capire che si sta prendendo gioco del prossimo?
Non ci credo...
Io non uso mai la logica lombrosiana e quindi non giudico dalla faccia e comunque microspie in ristoranti, bar, uffici, case ecc... sono sempre state messe, basta ricordare il giudice Squillante e le microspie al bar dove si fermava, e parliamo di 20 anni fa per non parlare dello spionaggio telefonico.
Tutti sono potenzialmente spiati, da chi è il vero problema.
Le microspie possono installarle tranquillamente anche di giorno, è personale preparato e sanno come non dare nell'occhio ... avvisare i titolari temo possa essere pericoloso.
Con un po' di ritardo ma ho letto il tuo post.
Io non credo che in tutti i ristoranti ci siano le microspie, da Assunta Madre mi pare di capire che ci fossero proprio in seguito ad un indagine sulla proprietà per sospetti di riciclaggio.
Se la magistratura indaga utilizza le microspie, mi piace sperare che in assenza di indagini i nostri locali siano muti.
E tutto considerato io credo che sia così, non mi sembra ci siano tutte queste indagini risolte per merito di intercettazioni ambientali.
Tra l'altro sai benissimo che le informazioni raccolte in maniera fortuita e non direttamente collegate al reato su cui si indaga, spesso non possono essere utilizzate.
Ma come dici tu ormai siamo completamente controllati con altri 1000 sistemi.
Vent'anni fa speravo di riuscire a sfuggire almeno in parte a questo controllo mettendo in atto degli infantili meccanismi di occultamento e sviamento :-)
Libri solo in contanti (non devono sapere cosa leggo e su cosa mi sono formato), raccolta firme compilate con dati anagrafici incompleti (non sia mai che qualcuno mi venga a chiedere perché voto radicale), poi ho compreso che era una guerra già persa e ora mi conforta solo la sensazione di mimetizzazione nella massa. Nella massa dei dati che chiunque volesse dare un senso organico alla raccolta si troverebbe a dover fronteggiare, ma soprattutto con la consapevolezza che a nessuno in realtà gliene frega nulla di che film ho visto o in che ristorante vado a pranzo o a cena. E comunque, visto che ci siamo, l'abbonamento a Le Ore era per il mio vicino di casa.
penso che non sia la FIPE a doversi schierare contro un'indagine della procura. microspie possono tranquillamente essere posizionate a locale aperto, professionisti lo possono fare e orami non è più uno scandalo essere intercettati, in caso contrario buttate i-tutto e smart.
Non penso proprio che nei ristoranti - salvo eccezioni note - la magistratura metta microspie.
Non sarei altrettanto sicuro per quanto riguarda "i Servizi" ma qui entriamo in un terreno di fantapolitica e quindi mi taccio.
Comunque, come abbiamo visto dal caso Snowden, siamo spiato 24 su 24 e non è necessario spiarci anche a cena :-)