09
Lug 2013
ore 22:11
ore 22:11
Il vitel tonné, te lo ricordi?
Era tanto tempo che non mangiavo il vitel tonné.
L'ho sempre associato a tovaglie bianche, bicchieri duralex, posate spaiate e piatti bianchi, di quelli pesanti e non di pregio, insomma, lo associavo alle trattorie dove lo mangiavo da ragazzo senza sapere che piatto fosse, da dove venisse e perché mi piaceva tanto.
Poi è venuto il tempo più maturo, dei ristoranti con tanto di nome e di cognome e la scoperta che il piatto era rivendicato da molte regioni ma per me era ed è di origine piemontese e continuava a piacermi, specialmente se mangiato in Piemonte, ma soprattutto che c'era un posto dove questo piatto era semplicemente l'essenza del miglior vitel tonné del mondo, e questo posto era il ristorante Guido, a Costigliole d'Asti, e il vitel tonné era quello di Lidia Alciati e da allora il vitel tonnè mi è continuato a piacere ma facendo dentro di me ogni volta il confronto con quello mangiato a Costigliole, che regolarmente vinceva.
Sono trascorsi gli anni e questo piatto è sempre rimasto tra i miei preferiti, quei piatti, in sostanza, che fanno parte del tuo Dna gastronomico e che anche se non li ordini frequentemente sei sempre in grado di ricordarne il gusto.
Il vitel tonné è un piatto che i nuovi cuochi, gli stellati, gli eleganti e i rampanti non fanno e il perché non è dato di saperlo, o forse è meglio non saperlo perché non lo propongono nei loro menù.
Oggi dopo tanto tempo ho mangiato un vitel tonné ed era fatto secondo tutti i crismi e anche Max lo ha trovato buono.
Certo, anche i ciccioli erano da perdere la testa e anche il salame e le tagliatelle erano come te le sogni, che fanno un po' di resistenza, tese e dure quanto basta.
Ma il vitel tonné era buono.
L'ho sempre associato a tovaglie bianche, bicchieri duralex, posate spaiate e piatti bianchi, di quelli pesanti e non di pregio, insomma, lo associavo alle trattorie dove lo mangiavo da ragazzo senza sapere che piatto fosse, da dove venisse e perché mi piaceva tanto.
Poi è venuto il tempo più maturo, dei ristoranti con tanto di nome e di cognome e la scoperta che il piatto era rivendicato da molte regioni ma per me era ed è di origine piemontese e continuava a piacermi, specialmente se mangiato in Piemonte, ma soprattutto che c'era un posto dove questo piatto era semplicemente l'essenza del miglior vitel tonné del mondo, e questo posto era il ristorante Guido, a Costigliole d'Asti, e il vitel tonné era quello di Lidia Alciati e da allora il vitel tonnè mi è continuato a piacere ma facendo dentro di me ogni volta il confronto con quello mangiato a Costigliole, che regolarmente vinceva.
Sono trascorsi gli anni e questo piatto è sempre rimasto tra i miei preferiti, quei piatti, in sostanza, che fanno parte del tuo Dna gastronomico e che anche se non li ordini frequentemente sei sempre in grado di ricordarne il gusto.
Il vitel tonné è un piatto che i nuovi cuochi, gli stellati, gli eleganti e i rampanti non fanno e il perché non è dato di saperlo, o forse è meglio non saperlo perché non lo propongono nei loro menù.
Oggi dopo tanto tempo ho mangiato un vitel tonné ed era fatto secondo tutti i crismi e anche Max lo ha trovato buono.
Certo, anche i ciccioli erano da perdere la testa e anche il salame e le tagliatelle erano come te le sogni, che fanno un po' di resistenza, tese e dure quanto basta.
Ma il vitel tonné era buono.
Stefano Bonilli
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Consiglio il vitel tonné stratosferico del figlio di Alciati a Santo Stefano Belbo.
Anch'io ho un debole...Penso che sia un gusto acquisito perche' piu' di un inglese mi ha lasciato costernato dicendomi che e' la cosa piu' disgustosa ("vile") che abbia mai mangiato...
Non e' facile trovarlo in UK, ovviamente, ma segnalo a Londra la trattoria Briciole vicino a Edgware Road che ce l'ha regolarmente in carta.
Qua in Piemonte più che "te lo ricordi?" si potrebbe chiedere "quante volte l'hai mangiato questo mese?". Perché, ammesso che piaccia, si trova ovunque e in mille versioni: alla moda veja o con la maionese, gourmet o preconfezionato, da stellato o da baretto, rosato e morbido oppure cottissimo e asciutto, con un velo oppure una palettata di salsa, con la salsa già spalmata su tutto il piatto oppure a lato, con il nome semplice oppure personalizzato e rielaborato.
Non sapevo che altrove fosse associato a un periodo in cui (forse?) era più di moda!
Se si escludono alcune regioni del nord e una certa tipologia di locali - più le trattorie e i ristoranti familiari che i ristoranti stellati o da corsa - il vitel tonné è un oggetto misterioso, un piatto della preistoria, un residuato bellico o del primo dopoguerra.
Già, e in Via Santa Caterina ti fanno riconciliare con tante sue versioni tristi da gastronomia di basso livello che si vedono in giro. E' un bene che Daniele continui a proporlo, così come la splendida Galantina, altro piatto della memoria qui fatto in versione filologica e assai goduriosa, in questa stagione.
ah, il vitel tonnè! l'unico piatto di mia nonna! per il resto, in cucina, era un vero disastro... anche per questo lo ricordo con particolare piacere.
Si Gumbo, fuori dalla tua regione il vitel tonné come anche l'insalata russa, si trovano quasi soltanto nel reparto gastronomia della grande distribuzione, in versioni a volte approssimative e più spesso pasticciate. E anche la galantina, altro grande piatto della cucina classica borghese, è rara da trovare nella versione filologica. Peccato che le nuove generazioni non li conoscano.
Ne ho fatto una scorpacciata mangiandolo in ogni dove in Piemonte, anche da Guido. Non fa parte della mia infanzia, ma lo adoro!