29
Ago 2008
ore 11:15

Cracco-Acqua Panna, Sadler-Birra Moretti

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I CUOCHI NUOVI TESTIMONIAL DI SUCCESSO?

All'inizio dell'estate era apparsa una pubblicità elegante, Carlo Cracco come testimonial. Era impostata su una campagna televisiva e sui giornali, protagonista l'Acqua Panna, la liscia della San Pellegrino.
Ne abbiamo parlato anche nel Papero giallo.
Oggi su Style Magazine, il mensile del Corriere della sera, appare la pubblicità della Birra Moretti, molto più terra terra: dice che la qualità della birra in questione è testimoniata dal fatto che la si può bere da Sadler, definito "genio e sregolatezza della cucina made in Italy".
Il ricorso ai volti noti della cucina sta diventando la nuova tendenza e credo che attraverso la pubblicità i cuochi-testimonial amplieranno il loro parco clienti. 

Le vie della gastronomia sono infinite :-)) 

commenti 42

Dipende da quanto fa presa il nome del cuoco e quello del suo ristorante su chi non li ha mai sentiti nominare; o se nella memoria resta solo impresso che "un cuoco importante/famoso" apprezza questa acqua, quella birra ecc.

Ma non c'erano già stati altri in passato? Beck con una serie di sughi pronti, il cuoco di Lorenzo di Forte dei Marmi (mi pare) con qualche prodotto Star, Cedroni con la pasta me forse solo in Francia e magari altri che ora non ricordo?

p.s. A me però la Moretti non è che proprio faccia impazzire. E voi che lo conoscete...Sadler è davvero "genio e sregolatezza"?

29 Ago 2008 | ore 11:52

Sono anche io davanti alla pagina di Style...stavo per postare un ATTENTI, non cuocete la pasta nella birra ma il Direttore come al solito è già presente sul web. :-)
Questa pubblicità della birra mi sembra molto meno bella della campagna Cracco/Panna. La foto è brutta, banale, tutto già visto. Vedremo presto se è un singolo advertising o una serie. La mia considerazione tecnica invece è la seguente. Almeno il 90% dei consumatori della birra in questione non hanno idea chi sia Sadler. Dico 90 per non dire di più. Invece conta nel percepito della gente comune l'immagine dello chef. Artista, genio, con i capelli arruffati (Cracco), senza capelli (Sadler), con la divisa bianca (ah...il fascino della divisa), esperto di cibo e di vita. Non è il nome, ma il personaggio. Le grandi aziende per pubblicizzare i prodotti cercano due tipi di testimonial: il personaggio conosciuto e vincente (Valentino Rossi); la storia/valori/qualità della vita rappresentata dal MODELLO personaggio. Questo è il caso dell'uso degli chef. Hanno un nome ma nessuno sa chi sono. Ci pensa la pubblicità a far si che la storia che rappresentano sia di supporto e costituisca l'humus affinchè diventi veicolo pubblicitario. Ma chi ha inventato e fatto si che il cuoco si trasformasse in chef e poi in star? Beh direttore, tutto arriva dal settore enogastronomico e dai canali di comunicazione ad esso legati (magazine, canali televisivi, ecc.) che hanno pompato a suo tempo queste figure, tirandole fuori dalle cucine calde e facendoli diventare sempre di più personaggi pubblici. Poi, teniamo anche conto, che la pubblicità nostrana spesso copia i meccanismi stranieri, USA in particolare. E li la questione, in materia di chef personaggi pubblici, è ben più avanti che da noi.
Quale sarà il futuro dei nostri chef che sicuramente avranno una forte ricaduta di immagine grazie a questo terno al lotto? Dipenderà solo da loro. Come in tutti i campi, il successo può ammazzare o essere ben gestito. Tutto li. Da parte mia spero sempre che non si dimenticono che il loro lavoro è ragionare in cucina. Staremo a vedere.

29 Ago 2008 | ore 11:56

Sarò malizioso io ma penso che Cracco trarrà più vantaggio dal ritorno che gli dà la pubblicità alta che hanno impostato su di lui, piuttosto che dai bei soldini che gli avranno pagato.
La pubblicità Moretti, se si ferma lì, se non prevede una parte televisiva, è vecchia e triste e Sadler ci perde e non guadagna, a parte i soliti soldini che gli avranno dato e che non fanno certo schifo.
La pubblicità Star, invece, era negativa per chi la faceva.
Insomma, penso che il filone-Cracco, se seguito da altri, porterà immagine ai cuochi.
Quanto al trovarli poi veramente in cucina, anche questo fa parte dell'immagine.

29 Ago 2008 | ore 12:26

Ma lo sà Sadler di questa pubblicità..?? senza offesa per la birra Moretti,ma non mi pare ci faccià una gran bella figura. Penso che questo esporsi nelle pubblicità (vedi Cracco) non giovi molto allo chef di Turno.. Per chi lo conosce non risulta credibile, per chi non lo conosce è chiaramente una mera e triste operazione commerciale.

29 Ago 2008 | ore 12:29

BERNY, simpatico ingenuone...secondo te non lo sa? Lo sa lo sa ceeeeerrrrto che lo sa. E non è finita qui...sono sicuro, ne vedremo delle belle.
E che succederà quando dal "bere" passeranno a far pubblicità al "mangiare"? Skinner, il sous chef del compianto Auguste Gusteau aveva capito tutto... :)))

29 Ago 2008 | ore 12:41

ho letto che Cracco devolve il suo compenso all'AMREF.

29 Ago 2008 | ore 12:44

io preferisco vedere il lato positivo ovvero che qualcuno (raro) si incuriosisca alla grande cucina italiana e magari dalla Moretti passi ad altro. Non ci credo, ma ci spero

29 Ago 2008 | ore 12:52

Come si dice.... ognuno si vende a chi vuole..., vedremo che ritorno avrà il binomio Sadler-Birra Moretti.
Cmq quando avrò voglia di una bella birra Moretti saprò dove andare... da Sadler si trova!! :DD
Se Cracco devolve il compenso all'amref tanto di cappello.

29 Ago 2008 | ore 13:19

Ha ragione Fassone, Cracco ha devoluto il suo compenso (e quello di suo padre) all'AMREF che, per chi non lo sapesse,è la principale organizzazione sanitaria no profit del continente africano.

29 Ago 2008 | ore 13:55

incuriosito, vado sul sito della birra moretti, trovo dei pdf di ricette scaricabili, apro il volume 1, e vedo (a pagina 7 per chi non ha paura) un risotto servito DENTRO a una ruota di mortadella (piccolo formato ma saranno sempre 4 etti di mortazza)... vorrei sapere qual è il genio...
ps: mi sono sempre chiesto, ma quei cuochi del dado star, come son finiti? (emigrati in nuova zeelandia pur di lasciar dietro di loro la vergogna e gli insulti? :-)

29 Ago 2008 | ore 14:13

confermo, i Cracco devolvono all'AMREF il loro compenso.
E' negli ultimi secondi dello spot...

29 Ago 2008 | ore 15:09

Sono andato sul sito di SADLER e della birra Moretti (la pubblicità dice di andare da lui per gustare curiosi abbinamenti) manco l'ombra. ANZI, l'unica birra citata in abbinamento ai formaggi è la OLD FOGHORN (USA).
Se fossi l'AD o il direttore marketing di Moretti mi inca****ei nero...
:)))

29 Ago 2008 | ore 15:49

La comunicazione è una gran brutta bestia.
Pensate un po', Sadler si presenta da Giunti col suo primo libro di menu e ricette e vende 50.000 copie.
Cracco partecipa a 6, il bel libro di cucina creativa presentato a San Sebastian e ottiene applausi e un pugno di copie.
Cracco fa una pubblicità e il taglio e l'eco vanno oltre il fatto in sè.
Sadler fa pubblicità e, indirettamente, l'abbina anche alla mortadella di 4 etti usata come recipiente, di cui parla oliva :-(
Se poi lui devolva o no, non lo sappiamo.

29 Ago 2008 | ore 15:54

Direttore, naturalmente concordo. Ma mi permetto. Il libro di Sadler/Giunti costa 25 euro, il libro SEI/Cucina Italiana costa 70. Poi. Giunti è iperdistribuito e il libro SADLER lo trovi a mò di colonna portante della libreria, SEI manco si vede, anzi - provare per credere - è difficile da comprare anche online su IBS o (peggio mi sento) trovarlo sul sito di cucina e vini. Last but not least: il libro di SADLER era il suo primo libro, SEI presenta 6 chef ampiamente pubblicati. Credo che quanto sopra faccia un minimo di differenza sul piano commerciale. Giusto?
In ogni caso la brutta bestia è effettivamente una bestiaccia :)

29 Ago 2008 | ore 16:23

Mettiamola così: nessuno dei sei cuochi ha mai venduto 50.000 copie di un titolo.
Il successo o l'insuccesso di un libro è ancora, al fondo, un vero mistero.
Il successo di quel primo libro di Sadler lasciò stupiti tutti.

29 Ago 2008 | ore 16:34

@fabio fassone, Skinner, il sous chef del compianto Auguste Gusteau aveva capito tutto... :)))

certo che si ma l'abbiamo già superato... non avete visto le crick crock ricetta vissani, con la facciona di gianfranco stampata sul sacchetto?
...però lessare la pasta nella birra, che idea :-))

29 Ago 2008 | ore 16:49

Io però mi ricordavo che le Crik Crok Vissani erano opera di qualche burlone con Photoshop (anche perché nessuno che io sappia le ha mai viste in commercio).

Anche su Pierangelini era girata la voce che avesse pubblicizzato qualche prodotto terribile e invece era tutto inventato da chissachi. Sui cuochi più
famosi incombe sempre la bufala...conviene sempre verificare 10 volte!!!

Normalmente chi devolve il compenso, lo fa sapere. Chi non dice niente di solito è perché se lo tiene!!! ;-)

29 Ago 2008 | ore 18:01

Anche Cracco ha pubblicato per Giunti, e almeno a Natale il libro, credo venduto anche a meno di 25 euro, era esaurito. Mi regalarono, invece, "I grandi Chef di Spagna", stessa collana Giunti di A. Meldolesi e foto Bob Noto, ed è un bel libro ( a parte le ricette che fanno solo curiosa documentazione, in quanto irrealizzabili ).

29 Ago 2008 | ore 18:14

@gumbo in realtà le ho acquistate qualche mese fa al supermercato despar di vicolo della moretta a roma. ce le siamo poi anche mangiate allegramente con l'aperitivo al 'goccetto'.

29 Ago 2008 | ore 18:35

Averne di chef come Carlo Cracco ottimo professionista e ricercatore del gusto...

29 Ago 2008 | ore 19:19

@nicola-veramente? appena era uscita la notizia nessuno era riuscito a trovarle
e il sito non le nominava quindi avevamo dato per buona la versione che fosse un montaggio. Poi devo ammettere che nessuno ne ha più parlato e non ci ho mai più fatto caso; ma ora andrò a cercarle!! :-)))

(questo non esclude il fatto che spesso sul web girino bufale anche molto divertenti ma...veramente finte.)

Oggi ho chiesto ad alcune cavie che non si interessano di ristoranti che cosa ne pensavano della pubblicità dell'Acqua Panna con il cuoco; loro non si ricordavano ricordavano neanche di aver mai visto una pubblcità dell'acqua con un cuoco. :-(
Vabbé...Proseguirò i test la prossima settimana...

29 Ago 2008 | ore 20:26

Beh, mi sembra un po' troppo empirico anche perché in questo periodo si guarda veramente poco la tv che fa pena in stagione alta, figuriamoci in estate :-))

30 Ago 2008 | ore 00:03

Non sapevo che il libro di Sadler avesse avuto tanto successo ma non mi meraviglia. Oltre ad avere un prezzo contenuto, è un "vero" libro di cucina nel senso che le ricette sono comprensibili e riproducibili anche a casa. È stato pensato e scritto proprio per questo. Ho provato più volte alcune di queste ricette e non hanno mai fallito. Quando vedo in TV gli spaghetti di Cracco, provo ovviamente stupore e ammirazione e, se mai andrò al suo ristorante, li mangerei volentieri ma non mi sognerei nemmeno lontanamente di provare a rifarli. La cucina di casa è una cosa e quella del ristorante, specialmente di certi ristoranti, è un'altra. Mi pare la pensi così anche il padre di Cracco. A casa si mangia tutti i giorni e ben vengano i libri che ti insegnano a fare una buona pasta e fagioli o un bollito a regola d'arte perché per l'alta cucina è meglio andare al ristorante. Magari solo due volte all'anno per un pranzo di quelli che ti rimangono nella memoria.

30 Ago 2008 | ore 09:59

Incominciare a fare la divisione tra libri di cucina con ricette riproducibili da tutti in casa e libri di cucina da ammirare, guardare, conservare ma che per la cucina di casa non sono utili è il prossimo lavoro che bisognerà fare, anche il questo blog visti i molti appassionati-esperti che hanno partecipato alle interessanti discussioni aventi come argomento le ricette.

30 Ago 2008 | ore 11:01

Nell'attesa del prossimo post sui libri, torno alla pubblicità. Io che accendo la tv forse 3 ore alla settimana l'ho vista già più volte, quindi pensavo fosse davvero martellante; mi è sembrato strano che loro che so che tengono accesa la tv almeno 3-4 ore al giorno anche d'estate non l'avessero neanche intravista. Non mi aspetto che le mie domande abbiano un vallore statistico rilevante (oh le intervistine da telegiornale secondo me sono peggio perché sembrano pure serie)...io mi diverto a sentire le risposte della gente quindi continuerò a chiedere.

30 Ago 2008 | ore 12:06

Per me le ricette di un libro di cucina devono avere la peculiarità di essere facilmente riproducibili un po' da tutti.. altrimenti non hanno senso.
E' un po' difficile commuoversi o incuriosirsi leggendo una libro di cucina, come succede con un libro di poesie o di narrativa. Anche se alcune volte una ricetta può essere pura poesia.... :)

30 Ago 2008 | ore 13:12

sono d'accordo sulla divisione dei libri proposta dal Direttore. Però aggiungo una considerazione. Spesso è possibile imparare anche da ricette impossibili perchè tecnicamente avanzate o realizzabili solo attraverso l'uso di tecnologie non comuni. Quando mi imbatto in una di queste cerco comunque di leggerla. Non è raro infatti che una ricetta "difficile" contenga alcuni singoli passaggi affrontabili che magari risolvono al lettore un dubbio antico o un problema mai risolto. Faccio un esempio. In una difficilissima ricetta di pasticceria magari si trovano finalmente le giuste proporzioni per una crema pasticcera da urlo. Oppure ecco che si capisce come fare una gelatina che non sa di amido o restringere un brodo senza che sia pieno di pulviscolo di carne. Imparare a cucinare, se piace o se è una passione, significa anche affrontare temi sempre più difficili e cogliere/rubare segreti da ricette molto complesse che mai realizzeremo in una cucina normalmente dotata.

30 Ago 2008 | ore 15:48

(Ah ma si riparlare di libri e ricette anche qui? ) @Fabio Fassone,
potrei essere d'accordo con te non fosse che di solito i libri con le ricette dei grandi chef costano piuttosto cari e spendere una cifra per poi utilizzarne una piccolissima parte non mi sembra un grande affare.

Ancora più di questo, la mia impressione (o convinzione?) è che gran parte del risultato di solito non sia tanto nel "cosa" ma nel "come". E raramente i libri che ho visto sono così dettagliati nella procedura da usare da fare una differenza abissale - almeno per la mia esperienza e con la mia attrezzatura da cucina.
Tu citi la crema pasticcera, guarda caso è la mia fissa del momento: io ogni tanto prendo un ingrediente o una ricetta e poi la provo in tutte le versioni che trovo. E' divertente perché ogni ricetta cambia qualche dettaglio, però generalmente tutte molto simili e sintetiche. Forse gli unici che mi darebbero una certa soddisfazione sono quei libroni di tecniche di base che ho visto a volte in inglese e in francese che ti raccontano per filo e per segno la procedura con una serie di consigli e spiegazioni di perché così ii risultato è diverso (o almeno dovrebbe). Solo che poi i libroni ti raccontano sì ogni dettaglio della crema pasticcera e della pasta sfoglia ma anche della della cottura dell'anatra o della preparazione dell'aragosta di cui al momento potrei anche fare a meno. E poi 'sti libri o sono supertecnici (e non lasciano alcuno spazio a storie di contorno che sarebbero interessanti e divertenti) oppure sono chiacchierosi e teorici ma poco utili a livello pratico. Insomma il libro perfetto io non l'ho ancora visto. ;-)

30 Ago 2008 | ore 16:58

non lo hai ancora visto Gumbo anche perché ci sono i cuochi alla M.P.White che apposta inserivano l'errore e quando gli chieserò perché, rispose "se tutti potessero fare i miei piatti diventerebbero semplici e io non passerei più per un genio".
vale per molti, cuochi e non complici gli editori che sollecitano in continuazione di autori a essere chiari anche per la più interdetta delle massaie inappetenti

30 Ago 2008 | ore 17:30

Giorgio Locatelli
Made in Italy
Food and Stories

Questo è un bel libro: è bello perché dentro c'è sostanza, una storia ben narrata e le ricette di questa storia non sono lì appese, come inserimenti posticci ma come parte del racconto. E sono belle ricette e belle foto.
Dio mio, ma solo all'estero sanno fare bei libri di cucina?
Certo che no, ma da noi gli editori ormai tirano solo al risparmio e puntano su archivi vecchi e che puzzano di muffa ovvero su ricette e foto nuove che nuove non sono.
Ecco, questo è un esempio di quello che penso si dovrebbe fare in editoria oggi e perché questo non avviene al gambero rosso ve lo dirò prossimamente :-))

31 Ago 2008 | ore 12:18

"perchè questo non avviene al Gambero Rosso ve lo dirò prossimamente"...
Direttore, con questa affermazione ci costringe a stare attaccati al monitor 24/24 per il resto dei nostri giorni...
mmmmmh..."gatta ci coria" diceva il mio nonno...

31 Ago 2008 | ore 12:32

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia... lo zampardo, diceva il mio, che era burlone :-)

31 Ago 2008 | ore 12:50

Non posso che condividere il giudizio sul libro di locatelli, davvero molto ben fatto. Un libro spaventosamente voluminoso, quasi enciclopedico (anzi, una summa, ecco cos'è), con una grafica rigorosamente pulita e delle foto idem (a tratti anche troppo pulite :-). Mi è sembrato in ogni caso un enorme investimento (di tempo e di cuore), nel senso che complessivamente quel libro mi pare un lavoro enorme, il locatelli poi non si risparmia mai, racconta davvero molto, di sé ma sopratutto della sua cucina, dei prodotti, e dell'italia in generale, spiegando il come e il perché di ogni singola ricetta. Insomma riesce a uscire della solita sfilza di ricette per dare un background alla sua cucina, cerca di far capire ai suoi lettori cos'è questo paese e la sua cucina, come ci si cresce, con quali sapori e quali ricordi, e come tutto ciò si è mescolato con le forme della cucina tradizionale - e con le esperienze all'estero nel suo caso - per formare pian pianino la cucina di locatelli. Il tutto con semplicità e senza presunzione. Probabilmente una delle pubblicazioni in inglese sull'italia più valide e complete che ci siano in giro. Resta però che non prenderei locatelli come il punto di riferimento ultimo, come modello da imitare. E un bellissimo prodotto, non ci piove, ma proprio per la sua completezza e la sua voluminosità e per una pulizia grafica che li ci sta però che non immagino come metro di riferimento universale, mi pare difficile porlo come prototipo del libro di cucina del terzo millennio. Come libro da tenere in casa e al quale inspirarsi in previsione di futuri progetti culinari invece, sicuramente.

31 Ago 2008 | ore 14:31

ps: a proposito di marco pierre white, ma lo sapevate che è il super-testimonial di knorr UK (come dire che sta faccendo la pubblicità del dado star, visto che ne avevamo parlato poco fa)
http://www.knorr.co.uk/login.aspx?ReturnUrl=%2fhome-07jul.aspx

31 Ago 2008 | ore 14:44

Dato che a quanto pare gli editori italiani hannoi braccini corti (così come gli acquirenti di libri italiani del resto) nell'attesa: oltre ad Amazon conoscete qualche altro buon spacciatore di libri in inglese e francese?

31 Ago 2008 | ore 18:03

gumbo, io compro tutto su amazon e ibs. In linea di massima si trova tutto e anche occasioni usate visto che i costi dei vari manuali professionali e non sono spesso alti...

31 Ago 2008 | ore 18:10

Una mia amica dice che amazon fr ha un pertugio per acquistare anche i testi inglesi senza avere la spedizione dagli Usa.
Chi lo sa? Chi lo conosce questo pertugio?

31 Ago 2008 | ore 18:25

Non ci vogliono trucchi strani, basta andare su Amazon.fr e fare una ricerca di un titolo in inglese e se c'è esce!
Si può anche specificare di cercare solo tra i "livres en anglais" oppure scegliere l'apposita sezione nel menu in alto a sinistra (boutiques). Ce la puoi fare o devo metterti il link qui? :-)))

Ovviamente costano più che da Amazon.com oppure co.uk, ma si risparmia sulle spese di spedizione, quindi a volte conviene uno a volte l'altro. Io che ho in programma di comprare qualche libro francese, se ordino Locatelli (che tra l'altro è un tipo molto simpatico e anche niente male d'aspetto!) lo compro da Amazon.fr... ;-)

31 Ago 2008 | ore 18:46

Io compero i libri in inglese spesso da Amazon.de (germania). Ho notato che spesso i prezzi in euro sono minori che per lo stesso libro su amazon.fr

31 Ago 2008 | ore 19:58

i libri in inglese li cerco in www.addall.com. si va per titoli o per autori, il sito compara i prezzi in rete, decine e decine, e poi uno sceglie.
buon settembre

01 Set 2008 | ore 10:32

Non avevo mai guardato amazon.de e in effetti ha prezzi convenienti e soprattutto mi risulta che abbia solo il costo per spedizione e non per ogni libro!

www.addall.com non lo conoscevo. E' interessante però ho fatto la prova con il solito Locatelli e se cerco per autore mi trova solo quello "hardcover" (più caro). Se cerco per ISBN trova quello giusto però i prezzi e i tempi di spedizione non corrispondono a quelli reali se vai a vedere dai singoli rivenditori che escono nell'elenco. Dovrò riprovare.

Ma bonilli nel frattempo che cosa mediterà? Andrà a lavorare per un altra casa editrice? ;-)

01 Set 2008 | ore 11:50

...che brutta immagine che si fa Sadler con la birra moretti ^__^

15 Set 2008 | ore 14:00

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