13
Gen 2008
ore 18:21

Pollo e lasagne al De Russie

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pollo_arrosto.jpg

Culatello di Spigaroli con insalatina, lasagne, pollo con patate, gelato. E' il menu che domenica 13 gennaio si è gustato al ristorante dell'Hotel De Russie di Roma, l'albergo che affaccia su via del Babuino, Piazza del Popolo e il Pincio e che è famoso per il suo bar e gli aperitivi.
E allora? penserete voi. E allora la novità era che in cucina operava un consulente un po' particolare e che questa dovrebbe diventare prossimamente la linea del brunch domenicale dell'albergo. Infatti domenica prossima si replica.
Del culatello c'è poco da dire, se conservato bene quello di Spigaroli esce dalle cantine stagionato al punto giusto ed è il meglio del meglio. Vale invece la pena soffermarsi sulle lasagne, morbide, invitanti, ben condite e tuttavia non pesanti, con un ragù che viene aggiunto a lato per chi vuole strafare e che è equilibrio e eleganza. Ma che, ci vuole il grande cuoco per fare un buon ragù? dice uno dei commensali. Dopo averlo provato direi di si, almeno per il piacere di sentirne la mano. E si sente. 

Poi il pollo, quello nel piatto parla francese, è un poulet de Bresse, così come le patate, e tu alla prima forchettata ti ricordi l'infanzia, la domenica a casa e un sapore del pollo che ultimamente avevi dimenticato. Prossimamente il pollo dovrebbe parlare italiano, il tempo di fare le prove e poi l'ordinazione.
Si termina con un gelato di crema fatto espresso che contribuisce non poco al piacere della giornata.
Lui va e viene dalla cucina, saluta ai vari tavoli i molti venuti per questa prima uscita informale del consulente Fulvio Pierangelini, cuoco in San Vincenzo. Domenica prossima, come già detto, si replica ma sarà in primavera che si vedranno i frutti di questo incontro.

FOTO SIGRID VERBERT

commenti 28

"Guarda papa', un pollooooo!!" Questo pero' lo hai fatto senza dado vero direttore? Saro' sincero: leggendoti mi e' venuto in mente (bocca?) il pollo assoluto che faceva mia nonna 1000 anni fa, con quelle patate perfette e croccanti (assolutamente irriproducibili) e quella carne saporita che solo un pollo ruspante ti poteva dare. Un mondo perso, credo...
E se posso permettermi, sottolineerei anche la bellezza di poter mangiare un piatto quasi banale come un pollo o una lasagna :D
che' ultimamente sembra che senza cardamomo non si viva ;)

saluti
Pier

13 Gen 2008 | ore 20:22

Uh uh quel pollo lo assaggerei proprio volentieri - nonostante il mio nickname!

Però sui sapori dell'infanzia, è tutto relativo. Il pollo che ricordo io era quello del girarrosto, che arrivava a casa già cotto e usciva dal sacchetto colando unto, bello stopposo, pronto da dividere.
In compenso l'unica volta che ho cucinato un pollo arrosto per i miei, mio padre - che normalmente si lamenta di tutto - ha detto che gli è tornato in mente quello che cucinava sua nonna quand'era piccolo e che non aveva mai più sentito da allora. Boh, misteri della memoria e della cucina!

13 Gen 2008 | ore 22:06

Mi incuriosisce il pollo. Uno intero a testa? oo servito come?

14 Gen 2008 | ore 00:06

Perché c'è qualcuno che si mangia un pollo intero? E c'è qualche ristoratore che serve un pollo intero?
Servito come? Coscia e patate, ala e patate, petto e patate.
C'è qualche altro modo? :-)
Un pollo è un pollo.

14 Gen 2008 | ore 00:54

Devo dire che mi sembra una proposta più che interessante. Un ritorno alla semplicità o forse un ritorno alla professionalità? Devo dire che si fa molta fatica a trovare dei salumi di qualità e ben stagionati, come delle lasagne e del pollo fatte con professionalità. Mi ricordo che una volta in un ristorante di quelli da guida con tanti punti, chiesi come mai non c'erano zuppe nel menù, mi risposero che lo chef considerava quella preparazione dozzinale che non dimostrava la sua abilità tra i fornelli. Tuttavia io sono propenso a pensare il contrario

14 Gen 2008 | ore 01:21

@gunther: io propenderei piuttosto, in quel caso, per uno chef dozzinale, di quelle dozzine che se la tirano dall'alto della loro mediocrità, capita, anche con tanto ('tanto', non 'tantissimo' :-) di punti :-)

a proposito di polli invece, pensate un po' che nella mia città c'è un posto, credo che esista da sempre :-), dove servono solo polli arrosti, e li servono solo senza posate e con fettone di pane e bocali di birra. Okay okay, non è di Bresse, anzì è probabilmente la cosa più lontana che si possa pensare dal concetto 'gastronomico', ma è una goduria rara :-)

14 Gen 2008 | ore 07:20

Buono il pollo a vedere la foto; un paio di mesi fa ne ho sentita una (di poulard) ottima in cocotte e in effetti è tutta un'altra cosa dalle preparazioni "normali".
Quello che mi ha incuriosito però del post del Direttore è la notizia della consulenza Pierangeliana a Roma: è la prima volta che Fulvio fa una cosa del genere o ricordo male ? e come lo convinceranno a lasciare, sia pure per poco, San Vincenzo da marzo in poi ?

However, in bocca al lupo !

Leo

14 Gen 2008 | ore 10:37

povero pollo coì legato sembra un deportato

buongiorno direttor!!!
lo sa qual'è il Colmo del frate: fare il pollo alla diavola.

14 Gen 2008 | ore 11:06

Finalmente qualcuno che si cimenta con i piatti nazionali, però usando la migliore materia prima: questo è cucinare!!!
Ora invece se una portata non ha 4/5/6 nomi non è buona.
Questa sarà la prossima tendenza, piatti tradizionali con i migliori prodotti reperibili.

14 Gen 2008 | ore 12:17

Secondo me è proprio in piatti in cui gli ingredienti sono piu semplici che si distingue un grande cuoco.
La scelta dell materie prime, la capacità di farle rendere al massimo in piatti in cui sono riconoscibili fa capire senza ombra di dubbio cosa significa la grande cucina.
Un esempio? La purea di patate di Pierangelini....

14 Gen 2008 | ore 14:48

Quoto Gibo...anche sulla purea di patate del Grande Fulvio....

14 Gen 2008 | ore 19:45

prezzo?

15 Gen 2008 | ore 02:20

Grazie Direttore dell'informazione, è proprio il menu domenicale di mia nonna, a saperlo prima... il de Russie ce l'ho sotto casa.
@Piersilvio, quelle patate le ricordo anch'io, mia nonna le pelava le lessava gia tagliate per 5 minuti al massimo, poi le informava col pollo, erano sublimi...se può esserti utile.
Letizia

15 Gen 2008 | ore 15:30

La recensione dello stesso pasto è anche sul Messaggero di oggi 15 gennaio. Un bell'esercizio di PR per la novità dell'Hotel de Russie (e forse Giacomo A. Dente non legge questo blog). Il prezzo? un'inezia per chi porta la famiglia a pranzo fuori la domenica: da 65 a 100 euro.

15 Gen 2008 | ore 22:12

Scsuate ma a parte lo special guest...in uno degli hotel storici e più lussuosi di Roma (città in cui persino la catapecchia polverosa vicino alla stazione senza piatto doccia ti costa 150 euro a notte) ha senso aspettarsi prezzi (ma anche materie prime) del Grottino del traslocatore?

16 Gen 2008 | ore 10:54

Le rievocazioni proustiane con pollo e lasagne lasciano il tempo che trovano. Parlando di affari invece, per il de Russie è una scommmessa: chi va lì non ci va per mangiare le cose che potrebbe comprarsi in rosticceria - tralasciamo la materia prima e la cottura, queste persone non sono gastronomi -, ma per mangiare qualcosa di diverso, se non addirittura solo per fare scena. Lo stesso più in generale per chi può spendere 65 euro a coperto, che poi diventano 100 con le bevande. Per queste persone pollo e lasagne possono essere il divertimento di una volta, ma non più. Chi è che porta l'attricetta - viste le frequentazioni attribuite al de Russie, questo è un eufemismo - a mangiare pollo e lasagne? Per tutti gli altri, il prezzo è una volgarità che non andava detta? eppure era stato chiesto. Allora se per quel prezzo il cliente compra il nome del consulente - attenzione, non è lui il cuoco -, visto che andare a S. Vincenzo è scomodo, la scommessa è vinta. Se no, non durerà.

16 Gen 2008 | ore 19:11

A proposito: che l'Hotel de Russie sia un albergo "storico" di Roma è una bufala clamorosa. Fino a 10-15 anni fa non esisteva: il palazzo di Via del Babuino era la sede dei giornali radio RAI, prima che venissero trasferiti a Saxa Rubra.

16 Gen 2008 | ore 19:16

Non è questione di volgarità è che semplicemente mi sembrava scontato che in un posto del genere il prezzo non sia da bettola - che domanda è se non per iniziare una polemica sul costo di un pollo o una lasagna?

Comunque come molti hotel di lusso io SUPPONGO che una buona fetta della clientela sia straniera o gente che gira per lavoro; a quanto ne so quel tipo di clientela adora una cucina italiana nel senso più classico del termine. Mi sembra una buona idea offrirla nella versione migliore possibile (=chiedendo consulenza a un cuoco...come quello!)

p.s. L'hotel de Russie non l'ho mai visto dal vero ma nelle foto non mi sembrava un edificio costruito 10 anni fa...poi se prima era un'altra cosa o la foto è ingannevole vuol dire che non è storico ma lussuoso lo è senza alcun dubbio, quindi il concetto vale lo stesso!

16 Gen 2008 | ore 23:35

Scusa ma cercando un po' qua e là, leggo che l'hotel fu costruito nel 1818...ci sono passati Picasso, Cocteau, Stravinskij, il Corpo di Ballo Russo e i Romanov (!! Davvero strano, visto il nome dell'hotel).

Tutti lì per essere intervistati dall' Unione Radiofonica Italiana immagino! :-)))

16 Gen 2008 | ore 23:56

Dovresti farti vedere da un oculista bravo, perchè dallo stesso sito non ufficiale dove hai scopiazzato le tue notizie ( http://www.italytraveller.com/it/r/roma/c/hotel-de-russie ), tra Picasso e Stravinsky, invece alla terza riga c’è scritto: “Dopo un lungo intervallo durato 60 anni”. Lettura selettiva? Poi, ti sei giusto fermata alla prima osteria - siamo IT! - proposta da Google, Tutti gli alberghi che vogliono crearsi un pedigree lasciano correre queste notizie non ufficiali difficilmente dimostrabili. Vuoi mettere per uno degli stranieri che dici tu, poter dire di essere andato in un albergo di due secoli? Purtroppo di due secoli è solo l’edificio. Ma se vai al St. George di Via Giulia, l’edificio lo trovi di ben cinque secoli! L’Hotel de Russie è stato invece aperto il 15 aprile 2000, vedi il press release, questo sì ufficiale, delle celebrazione del quinto anniversario: http://www.hotelderussie.it/press__media/press_150405.htm. Curioso peraltro un dominio .it solo in inglese, senza la versione italiana. Che poi l’edificio sia stato la sede dei giornali radio RAI (prima URI e poi EIAR), lo ricordano in molti a Roma, basta chiederlo e te lo potrebbe confermare pure Bonilli che sicuramente ci legge e se lo ricorderà. Anzi, guarda cosa scrive Mario Pinzauti (già direttore del Giornale Radio 3) su http://politicablog.libero.it/index.php/2007/03/

“Ho alloggiato anch'io, e per poco meno di venti anni, nel palazzo romano che ospita l'Hotel de Russie ... Solo che quel palazzo era allora una sede di lavoro per me e per centinaia di altre persone, giornalisti, annunciatori, fonici, impiegati dei giornali radio della Rai. E solo che, in quei tempi, l'oggi splendido palazzo dotato del meglio e del massimo nel campo dei conforti, tanto che nelle cronache di cui sopra si parla di suites da oltre mille euro per notte, era, si può dire, l'elogio di un'obbligatoria austerità, con una maggioranza di stanzette piccole e umide e con bagni privi, nella stragrande maggioranza, di acqua potabile, tanto che la Rai ogni giorno doveva far pervenire decine di casse di acqua minerale per permettere ai dipendenti di dissetarsi e di lavarsi i denti.”
E continua lamentando che la ristrutturazione che non poteva fare l’affittuaria RAI, è stata invece permessa per l’albergo. Chi vuole usare Google deve saperlo fare!

Tu che sei di Torino, se ti dicono che il Meridien Lingotto sorge in un edificio vecchio di 90 anni, pensi che lì ci sia sempre stato un albergo?

17 Gen 2008 | ore 08:41

Non capisco la polemica: il pollo e lasagne la domenica a pranzo è una linea gastronomica che il De Russie farà - non fa già - e si muoverà accanto alle altre opzioni, tutte non pensate per i metalmeccanici della Tiburtina ma per un pubblico italiano e internazionale del segmento alto.
Quello che vorranno fare i Forte al De Russie io come gli altri giornalisti lo registrerò via via che diventerà ufficiale, in questo caso ho raccontato in un blog personale un evento a cui ho partecipato come ospite.
Solitamente frequento il bar all'aperto del De Russie e credo che metà sia stato pagato con i miei conti. Non capisco perchè dovrei pormi il problema, in un hotel del segmento lusso, su chi ci potrebbe andare e chi no.
Quando fisseranno il prezzo del pranzo domenicale manderò qualcuno a provorlo come un normale cliente.
Io in quella determinata situazione non ero e non sono il normale cliente.
Ma comunque al De Russie vanno i "normali clienti" di quella fascia di prezzo così come le Bmw le comprano coloro che decidono e possono spendere più di una Fiat 500, gli uni e gli altri essendo altrettanto rispettabili.

17 Gen 2008 | ore 15:33

Caro Bonilli, nessuna polemica. So bene che il de Russie si propone al segmento lusso. L'annotazione che ho fatto, si riferisce alla mia percezione - niente di più - che i clienti del segmento lusso difficilmente sceglieranno una linea "pollo e lasagne". Chissà perchè poi si dice così, mentre sarebbe più logico "lasagne e pollo". Un saluto

17 Gen 2008 | ore 17:30

Phoenixx,
Dici "tutti gli alberghi che vogliono crearsi un pedigree lasciano correre queste notizie non ufficiali difficilmente dimostrabili" stai affermando che si sono inventati la presenza di Picasso, Cocteau e tutti i vari russi?
Allora forse pensi che anche Pierangelini fosse un ologramma o un'allucinazione collettiva? :-)))

Non so perchè tu ti stia arrampicando sui vetri per dimostrare nonsocosa.
Il de Russie è stato un hotel importante per più di cent'anni, con tanto di ospiti illustri quindi è un hotel storico di Roma come il Turin Palace che è stato aperto alla fine dell''800 ed è un hotel storico di Torino.
Il Lingotto è sempre stato una fabbrica; poi hanno riciclato gli edifici per fare un nuovo hotel, come alla Carpano Eataly.
Acqua minerale?! Osteria? Che osteria? Ma di che stai parlando?!
Non capisco, ma in fondo non capisco neanche perchè la clientela lusso non possa apprezzare le lasagne e il pollo...boh!

17 Gen 2008 | ore 21:50

Bah, inutile stare a discutere con una persona che non conosce il modo di dire italiano "fermarsi alla prima osteria" per dire che si è fermata al primo riferimento fornito da Google. Vorrà dire che saranno i torinesi a conoscere la storia dell'hotellerie romana meglio dei romani. Meno male che sono io ad arrampicarmi sugli specchi e non chi definisce "storico" un albergo che ha meno di 8 anni e che ha solo raccolto il nome di una altro albergo, sparito da almeno 70 anni. Come se l'hotel Colosseo si vantasse di avere duemila anni di storia! Comunque non era questo l'argomento della discussione. Il tempo dirà se il pollo e lasagne resisterà in menù.

17 Gen 2008 | ore 23:10

Ahhh...su un post che parla di cibo, nomini le osterie, io penso ad altro!
Anche perchè no mi sono fermata al primo riferimento di google; la storia dell'Hotel de Russie et des
Iles Britanniques non l'ho vista dove dici tu ma su Frommer's Travel Guide, forbestraveler.com e in un clip di Luxe.tv.

17 Gen 2008 | ore 23:41

Dell'hotel se ne parla anche nella biografia di Picasso di John Richardson. Se per caso vi interessa fu Sergei Diaghilev a prenotare per lui e Cocteau, che arrivarono il 19 febbraio 1917. Chissà cos'avranno mangiato, loro.
Io trovo sempre affascinanti i luoghi come questi...persone e storie che aleggiano nelle stanze...anche di più se hanno attraversato un periodo di decadenza e poi sono tornati splendidi. Insomma, mica male il posto!

18 Gen 2008 | ore 01:03

Peccato che l'indiano qui non si possa postare.

18 Gen 2008 | ore 01:43

Indiano vale solo sul forum. ;-)

18 Gen 2008 | ore 09:47

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