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Set 2010
ore 17:44
ore 17:44
Pici con le briciole
Dopo tanto sud torniamo nell'Italia Centrale, in Toscana, per raccontare una bella ricetta semplice e popolare, i pici con le briciole.
La prima volta che ho mangiato i pici è stato a Pienza a una festa di matrimonio. I pici erano il terzo o quarto primo, era una di quelle feste contadine di altri tempi e altri fisici, ci siamo alzati da tavola alle 22 e ci eravamo seduti alle 12, un ricordo agghiacciante, già alle 16 io ero in coma gastrico ma attorno a me la festa impazzava.
Con un precedente simile la seconda volta ho voluto onorare il piatto, farmi spiegare dalla cuoca della trattoria di Siena la ricetta e godere del piatto di pici.
Per questo quando Annalisa Barbagli ha messo i pici tra le ricette del prossimo libro Pasta fresca e Gnocchi della collana Cucinare Insieme sono stato doppiamente contento.
La ricetta non è difficile.
Si inizia setacciando 300 g di farina 00 e 100 g di farina di grano duro (semola rimacinata) sulla spianatoia, facendo una fontana larga e versandoci una presa di sale e un bicchiere grande di acqua tiepida (circa 200 ml). Si amalgama un po’ con la forchetta portando un po’ di farina verso il centro e poi impastando energicamente per 10 minuti. La pasta deve venire piuttosto dura quindi se necessario aggiungete poca farina. Formate una palla e fate riposare la pasta per una mezz’ora avvolta nella pellicola.
Quando ha riposato, stendetela con il mattarello - se non l'avete acquistatelo, avere un mattarello in casa è sempre utile, magari imparate a fare la sfoglia - formando un rettangolo grossolano di circa un cm di spessore, poi tagliate la pasta a striscioline e, una alla volta, rotolatele con le mani aperte sulla spianatoia formando dei grossi spaghettoni (3-4 mm). Spolverateli di semola e metteteli su un panno tenendoli non ammucchiati.
Per il condimento, spezzettate 100 g di mollica di pane non condito e frullatela con il mixer. Scaldate 3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva in una padella e fate rosolare a fuoco molto dolce 2 spicchi d’aglio schiacciati e poco peperoncino, poi rialzate un po’ la fiamma e unite la mollica che fate rosolare fino a leggera colorazione.
Cuocete i pici per 5-6 minuti in abbondante acqua salata in ebollizione e scolateli tirandoli su con un forchettone. Passateli nel piatto di servizio, cospargeteli con un filo d’olio, mescolate rapidamente e condite con le briciole e pecorino grattugiato (toscano, romano o sardo).
Pici all’aglione
L’aglione è un altro classico condimento dei pici toscani che si prepara in estate, e in questi giorni è ancora caldo, nella stagione dei pomodori. Tuffate 500 g di pomodori maturi in acqua in ebollizione, passateli nell’acqua fredda, poi spellateli, privateli dei semi e spezzettateli. Tagliate a fettine 5 grossi spicchi d’aglio (per questo si chiama aglione!) e fateli rosolare molto dolcemente in una padella ampia con 3 o 4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva, senza farli scurire. Quando sono appena biondi, unite i pomodori, rialzate la fiamma, insaporite con sale e pepe e fateli cuocere per una decina di minuti. Scolate i pici e fateli saltare per un minuto nella padella con il sugo.
FOTO PAOLO DELLA CORTE / FOODREPUBLIC
Cuocete i pici per 5-6 minuti in abbondante acqua salata in ebollizione e scolateli tirandoli su con un forchettone. Passateli nel piatto di servizio, cospargeteli con un filo d’olio, mescolate rapidamente e condite con le briciole e pecorino grattugiato (toscano, romano o sardo).
Pici all’aglione
L’aglione è un altro classico condimento dei pici toscani che si prepara in estate, e in questi giorni è ancora caldo, nella stagione dei pomodori. Tuffate 500 g di pomodori maturi in acqua in ebollizione, passateli nell’acqua fredda, poi spellateli, privateli dei semi e spezzettateli. Tagliate a fettine 5 grossi spicchi d’aglio (per questo si chiama aglione!) e fateli rosolare molto dolcemente in una padella ampia con 3 o 4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva, senza farli scurire. Quando sono appena biondi, unite i pomodori, rialzate la fiamma, insaporite con sale e pepe e fateli cuocere per una decina di minuti. Scolate i pici e fateli saltare per un minuto nella padella con il sugo.
FOTO PAOLO DELLA CORTE / FOODREPUBLIC
Sono sempre appagata quando inizio a leggere il paperogiallo perché, in particolare negli ultimi mesi, la qualità e quantità dei temi è stata un vero fuoco d'artificio e adesso questa ricetta, bella e facile.
Mi diverto molto e la farò nel fine settimana.
Sottoscrivo, belle recensioni, ricette veloci e gustoste (ottimi gli gnocchi di ricotta), viaggi da sogno e qualche tema di attualità. Papero in grande forma.
In bocca al lupo per domani.
Buonissimi i pici fatti così. Io li faccio fare ai miei corsisti stranieri e sono sempre tutti stupiti di quanto sia buono questo piatto fatto con materiali così poveri.
I pici all'aglione sono qualcosa di magnifico.
Li ho mangiati ospite di amici a Gaiole in Chianti e me li ricordo ancora con la bava alla bocca.
L'ideale è cucinare l'aglione con le piantine di aglio primaverile, che non ha ancora gli spicchi ed è ancora un bulbo unico ( aglione ). Almeno così mi hanno spiegato... Se può interessare, a Celle sul Rigo vicino S.Casciano de' bagni c'e la sagra dei pici l'ultimo fine settimana di maggio.
I Pici! Quanti me ne feci sul Giglio, solo "sale e pepe" o col papero... (pici su papero) meglio che non vi dica eh???
buoni buonissimi.
c'è sempre l'Osteria Il Papavero (http://www.osteriailpapavero.it/), da provare, Dir!!! a Gaiole in chianti.
I miei pici erano di là.
;)
La rete è piena di ricette, viene quasi la nausea.
Io ormai leggo pochi blog perché voglio che le ricette siano ben scritte, siano facilmente eseguibili e abbiano belle foto.
Se si seguono questi criteri, di blog così ben fatti ne restano al massimo una quindicina ad essere generosi.
Mi piacerebbe sapere da chi legge il paperogiallo quali altri blog di ricette e di cucina segue regolarmente.
Dunque: io seguo il Cavoletto di bruxelles, Kitty's kitchen, spigoloso, Erborina in cucina, Uno me lo sono fatto con un gruppo di amici: ciricette
A casa mia (nonna montalcinese) non si mette il formaggio sulle briciole.
Questa ricetta,BUONISSIMA!!,in puglia la chiamiamo
"pasta di s.Giuseppe" perche la si fà, in genere, per la ricorrenza del santo.Ciao,rosa
l'aglione si chiama così non perchè trattasi di grossi spicchi d'aglio, è proprio una particolare pianta che viene coltivata qui in Toscana (tra la val d'orcia e la valdichiana) è molto meno forte e più delicata dell'aglio e anche se è vero che sembrano dei grossi spicchi d'aglio è proprio un'altra cosa sia nel sapore che nella consistenza (infatti si scioglie praticamente nella salsa di pomodoro durante la cottura)......fidatevi....ve lo assicura una toscana che mangia pici all'aglione da quando a messo i primi denti!!!!!!!!...........