21
Apr 2008
ore 15:32

Il nostro petrolio: moda + design + cucina

< >

Si chiude il Salone del mobile e chi non l'ha visitato non può capire cosa voglia dire in questo momento per l'Italia una manifestazione così importante, bella e riuscita. E' la prova che le nostre aziende del settore sono ai vertici mondiali ma anche che si sta operando una saldatura tra moda, design e aziende produttrici con una contaminazione ben rappresentata dalla Fiera di Rho e dalla città di Milano invasa da eventi, mostre e performance legate alla Salone. La cucina ha una parte importante in tutto questo Salone e l'indotto, dai ristoranti, agli alberghi, residence, bar, taxi ecc... ha usufruito di una ventata di benessere, cioè ha lavorato a mille.

A volte sembra che lo ignoriamo, a volte che ce ne vergogniamo, eppure, malgrado noi, moda, design e cucina sono i nostri grandi assets e siamo tra i primi nel mondo. 

commenti 48

Così già che siamo più o meno in tema e dato che noi piemontesi pubblicizziamo le cose con la sordina...ricorderei che quest'anno Torino è capitale del design e ci sono un po' di cose interessanti anche qui: http://www.torinoworlddesigncapital.it/portale/

(del salone del mobile di Milano ho visto un'altra edizione; è bella ma eravamo riusciti a visitarne solo un terzo o anche meno in un giorno)

21 Apr 2008 | ore 17:24

Vero, quest'anno Torino era la capitale mondiale del design e trovo la scelta giusta perché la città in questi ultimi anni è rinata e si è trasformata.

21 Apr 2008 | ore 18:00

Rientro adesso da una lunga giornata passata a curiosare al salone del mobile.

Capisco perfettamente quello che dici però mi permetto di diessentire solo su un aspetto: la cucina rispetto alla moda e al design in termini di comunicazione è anni indietro; ne parlai a febbraio con Raffaella Prandi all'Off di come, Moda e Design, proprio attraverso l'immagine e la comunicazione avesse fatto passi da gigante rispetto al mondo della cucina.
In proporzione il food sembra essere ancora all'età della pietra, tant'è vero che un gourmet si scandalizzerebbe se in un giornale specializzato in copertina ci fosse un cuoco seminudo.

Se poi mi dici che gli alberghi e i ristoranti son sempre pieni in concomitanza del salone del mobile e la settimana della moda milanese non è detto che questi due mondi riconoscano altrettanta importanza a quello della cucina.
Cmq questa importanza non la riconosce nemmeno la Moratti la quale ha proposto agli organizzatori della fiera che il salone del mobile dal prossimo anno cambi nome (ormai considerato troppo obsoleto) e faccia qualcosa, proprio con il mondo della moda.
Della cucina proprio non ha parlato.

Mucca

22 Apr 2008 | ore 01:23

Scusa Muccaman ma il cuoco seminudo cosa c'entra con il design e l'arredamento?

Nel frattempo puntualizzerei: Torino "è" capitale del design 2008 non "era" - gli eventi non sono mica finiti!

22 Apr 2008 | ore 09:34

Al di là del fatto che non sbavo dalla voglia di vedere Cracco nudo, capisco quello che intende Muccapazza.

La "cucina" in effetti non riesce ancora a comunicare con efficenza e persiste un disallineamento con le esigenze del pubblico

22 Apr 2008 | ore 11:19

Non capisco la passione di muccapazza per gli uomini semi o totalmente nudi, né perché la cosa sarebbe chic.

22 Apr 2008 | ore 11:31

non capisco il parallelo portato di Mucca ...
se la Moda e il Design devono comunicare/vendere la bellezza e la qualita (soprattutto la prima), la cucina dovendo comunicare in primis la bonta' delle preparazioni del cuoco come potra' usare gli stessi sistemi comunicativi dei primi? A meno di non ricorrere alle stesse modalita' gia' usate nella pubblicita' di bevande e/o patatine

22 Apr 2008 | ore 12:01

Ho riportato l’esempio del cuoco in copertina seminudo perché il nudo in termini di comunicazione è stata l’ultima frontiera. Oggi nel mondo della moda o in quello del design nessuno si scandalizzerebbe per un immagine di nudo associata a un abito o un complemento d’arredo perché la società ha da parecchio tempo metabolizzato la comunicazione a cui siamo quotidianamente sottoposti, diverso invece è il mondo dei gourmet dove tutti sembrano tarati a un livello di comunicazione che in altri campi è stato abbondantemente sorpassato da tempo.
Quando guardo una campagna pubblicitaria di Gucci o Dolce & Gabbana di certo non sto a pensare alla qualità del tessuto di quella camicetta, penso ad altro, alla qualità del prodotto arrivo dopo.
L’unica che ha fatto qualcosa di simile è stata la campagna pubblicitaria della Firriato, guardando la pubblicità l’ultima cosa che ti chiedi è come sarà il vino però in termini di comunicazione è decisamente efficace per far “skizzare” le vendite del prodotto.
Per non parlare dei designer e degli stilisti, rispetto ai cuochi, questi si che fanno una vita da star capaci di stare nelle copertine dei più diffusi settimanali mica come i cuochi che se li vedi fuori dai ristoranti sembrano degli sfigati mal vestiti ecc.ecc...
Per cui non condivido che si paragoni il mondo del design e quello della moda con il mondo della cucina. Non confondiamo il fatto che la gente deve per forza mangiare o dormire (e quindi muovere del denaro) con questi due mondi che sono assai più avanti del pianeta cibo.

Farina, riporto l’esempio del cuoco nudo perché al pensiero di vedere nuda valeria piccini, annie feolde o nadia santini francamente mi vien da ridere e poi, per quanto se ne dica, se non te ne sei accorto, questo è un mondo prettamente maskile come quello del rugby. Quest’ultimi hanno anche fatto un calendario mica come i cuochi.

Mucca

22 Apr 2008 | ore 14:29

Vabbè, ma se i cuochi facessero calendari, dove starebbe la loro superiorità? Bisognerebbe, una buona volta, uscire dal mito dell'apparenza a tutti i costi. Non ti pare?

22 Apr 2008 | ore 14:59

Anche se mucca non ci crede, il mondo del design e della moda si stanno mescolando con quello della cucina. Si è incominciato molti anni fa con le pentole Alessi disegnate dalle grandi firme.
Poi si è passati alle cucine vere e proprie intese come mobili e attrezzature.
Adesso siamo arrivati alla rivoluzione della casa con il locale-cucina che diventa, come nell'Ottocento, centrale, dove si cucina, si chiacchiera e si riceve.
Se non è rivoluzione questa ?!?
I cuochi, i ristoranti, le ricette, le riviste ci arriveranno: parlo dell'Italia perché negli Usa da anni è entrata nelle case Martha Stewart e la più bella rivista del mondo gastronomico è l'australiana Donna Hay.
Insomma, ho l'impressione che parliamo di cose diverse.

22 Apr 2008 | ore 15:00

Ah mucca: un tizio ti ha riempito il blopg di link spammosi sul mostro di Loch Ness...

22 Apr 2008 | ore 15:01

Dimenticavo una cosa.
Nel mondo della moda e soprattutto nella fascia alta del lusso non c’è crisi, i fatturati delle aziende continuano a salire di anno in anno. Anche nel mondo del complemento d’arredo i fatturati registrano aumenti rispetto agli anni precedenti proprio perché la gente si sta avvicinando sempre più al design grazie a politiche di design griffato offerto ai giovani: Prendi il caso della Kartell e di Stark. Solo il salone del mobile ha avuto un incremento del 20% in più rispetto alle precedenti edizioni.
Nel mondo della ristorazione invece non si fa altro che registrare un ribasso di consumi fuori casa.
Altro che petrolio, il mondo della ristorazione vale meno del rame.

Per farti un altro esempio, guarda il Gold di Dolce & Gabbana, sempre pieno a pranzo e cena sia al bistrot che nel ristorante (così come lavora molto bene un altro ristorante della moda: Trussardi alla Scala) e contrapponilo alla Città del Gusto. Anche quest’ultima fa in media 500 coperti nell’osteria e una 60ina al ristorante? Mi sa proprio di no.

Bisogna cambiare il modo di fare comunicazione se si vuole avvicinare la gente al mondo della cucina, altrimenti sarà sempre peggio.
Fidati di uno che in queste cose ci vede lungo.

Mucca

22 Apr 2008 | ore 15:10

Davvero? che figata, adoro la leggenda sul mostro di Loch Ness

Mucca

22 Apr 2008 | ore 15:13

Scusa Mucca ma il paragone tra Gold e Trussardi con la Città del Gusto non ha molto senso. Non puoi paragonare dei locali griffati al centro della città capitale della moda con un luogo a Roma, decentrato e dedicato esclusivamente al buon cibo......intanto lunedì 12 maggio alla Triennale, il vulcanico Oldani presenta "i nuovi prodotti della linea D'O".

Ad Majora

22 Apr 2008 | ore 15:19

Certo che ha senso, si trattano di luoghi in cui si consuma cibo e sia il Gold che il Trussardi alla scala sarebbero pieni anche se fossero a Roma.
La città del gusto dovrebbe comunque essere piena al di la della location decentrata perché i gorumet si spostano tranquillamente, prendi il caso Oldani, mica è in pieno centro a Milano.
Tra l'altro, Oldani è uno di quei cuochi che è stato bravissimo a comunicare(anche con la sua immagine)

Mucca

22 Apr 2008 | ore 15:27

Perdonami Mucca, ma davvero pensi che il Gold sia frequentato da gourmet? O che se aprisse a Roma in zona Città del Gusto sarebbe pieno? O che abbia una filosofia vicina a quella di Oldani? Se è per questo sappi che anche il Nobu di Armani (che secondo me è gastronomicamente inquietante) a Milano è pieno e lo sarebbe anche il McDonald Benetton se aprisse.
Da questo punto di vista Milano fa storia a sè in Italia e non è paragonabile a Roma e a nessun altra realtà italiana. A mio giudizio ovviamente.

Ad Majora

22 Apr 2008 | ore 15:41

in questo caso non mi interessa da chi siano frequentati certi locali ma dal fatto che essi con un lavoro di comunicazione alle spalle siano pieni tutte le sere.
Questo mi interessa, l'efficacia della comunicazione.

Mucca

22 Apr 2008 | ore 16:31

Dunque, andiamo per punti: Gold è di proprietà di quei due che hanno transato per 120 milioni di euro con la Finanza intesa come Guardia di...
Il locale nel bilancio societario è nella colonna promozione e rappresentanza che ha un budget del 10% e essendo loro D&G attorno al miliardo di euro di fatturato si capisce cosa sia il denaro disponibile :-)
La Città del gusto l'ho fatta coi miei soldi.
Vista con gli occhi di oggi è stata un'autentica cazzata perché ai gourmet non fregava e non frega nulla della Città del gusto e figurarsi del Gambero Rosso, quelli di Roma sono divisi in piccole sette, chi andava alla Gatta Mangiona, poi al Pigneto o alla Barrique, chi si accapiglia sui voti, tutti, salvo eccezioni, assolutamente mai visti.
Sul forum scrive gente che nella maggior parte non compra il mensile e le guide se le fa prestare...
Io vivo grazie alla gente normale, ai molti che stanno scoprendo la cucina, i cuochi, affollano i corsi delle scuole, se dovessi contare sui gourmet...!!!
Ma chi sarebbero poi questi gourmet?

22 Apr 2008 | ore 16:48

Resto dell'idea che una mini città del gusto al centro di Milano (o comunque non lontano dal centro) farebbe furore. Per il resto, i gourmet non so chi siano ma gli appassionati del settore andrebbero secondo me coinvolti un attimino di più nelle varie iniziative.

Ad Majora

22 Apr 2008 | ore 17:05

mmmm gli appassionati di settore andrebbero coinvolti un attimino di più nelle varie iniziative?

Prova a coinvolgerli, poi senti le risposte che ti danno, Bonilli ancora oggi si ricorda cosa rispondevano i gourmet a qualsiasi iniziativa si proponeva nel forum.

I gorumet sono personaggi strani, con i quali di certo non ci fai una lira, ad esempio ieri sera al bar del Park Hyatt solo con gli aperitivi avranno fatturato quanto un ristorante medio di provincia con 20/25 coperti.
Di gourmet in quelle sale eravamo solo in 6.

Mucca

22 Apr 2008 | ore 17:29

Il solo coinvolgimento che ho visto negli ultimi due anni ha riguardato le notizie che il Gambero Rosso era stato venduto, che andava male, che chiudeva.
Mi sono trovato un tizio, con cui, tra parentesi, ho una causa, che ha scippato il marchio facendoci una guida rozza, ma la causa si discuterà nel 2009!!!
Non ho mai avuto un euro da Pecoraro o Alemanno, l'ultimo ministro è stato una meteora.
Veltroni ha sempre parlato bene della "Casa" del gusto, notare la finezza, come fosse una perla dopo la Casa del Jazz e quella del Cinema, ovviamente quelle finanziate, noi ammirati :-)
Che dire? Che mi sono rotto?
Come pensiero sintetico rende l'idea.
Poi, è ovvio, di errori ne abbiamo fatti tanti ma quando leggo Aldo Grasso che fa il peana per Campo Dall'Orto de La7 - bravo, non ci sono dubbi - ma che ha perso 161 milioni di euro tre anni fa, 120 milioni due anni fa e "solo" 81 milioni quest'anno, mi viene da pensare che non ho capito nulla della vita e che forse è meglio che mi metta a scrivere libri :-)

22 Apr 2008 | ore 17:35

Mucca, mi sfugge il senso del tuo intervento. In che senso con i gourmet non ci fai una lira? Io ritengo semplicemente che chi in questo mondo ha il suo business dovrebbe e potrebbe coinvolgere di più persone che per questo mondo hanno grande passione. Penso che potrebbe averne più di un ritorno. peraltro questa opinione ho avuto già modo di esprimerla non molto tempo fa nel tuo post "Non mi piace..."

Ad Majora

22 Apr 2008 | ore 17:39

Concordo con te, in questo mondo si potrebbero coinvolgere molte più persone, il fatto, ed è anche il senso del mio dissenso dal post di Bonilli è che il mondo della ristorazione è raccontato e verte su una ristretta cerchia di persone che alla fine della filiera non è nemmeno redditizio per chi vuole lavorare sulla qualità.

Mucca

22 Apr 2008 | ore 19:04

Scusa Gagliardi, quante volte sei venuto alla Cittá del gusto?
E tu mucca? Certo sono venuto io più volte a mangiare da te :-)
É bello fare i ragionamenti ma contano anche i fatti, nooo??
O si va solo nei luoghi in?
Insomma, io penso che il mondo dei gourmet non esista, mi interessano i normali:-)

22 Apr 2008 | ore 20:01

..che domande, è ovvio: Si va solo nei luoghi più in. E spiego anche il perchè, è proprio nei luoghi più in che inizia prima il gioco di sguardi tra gente vestita in stile modaiolo poi si passa alla conoscenza e poi si approfondisce la conoscienza in una camera da letto dai complementi d'arredo di design.
Come vedi tutto torna.
Moda+Design+Sesso= il Petrolio di un gourmet riluttante!
Non mi si può fare una colpa perchè nelle mie mutande scoppia sempre la primavera... w la gente normale!

Mucca

23 Apr 2008 | ore 00:07

Che noia queste battute, come sono vecchie :-)
Chi segue le mode e ne è succube mi sembra sia un po'vecchio.

23 Apr 2008 | ore 00:19

la moda la segue la massa, prima che qualcosa diventi moda è un ristretto gruppo di persone (definita elite) a lanciarla che per sensibilità, approccio alla materia e intuito, capisce in quale direzione va il mercato.
Mi sembra che entrambi concordiamo quale sia il futuro dei gourmet e con esso il futuro della cucina italiana.
Più che modiaolo mi son sempre definito "Actaul" che è ben diverso dall'essere modaiolo, poi ammetto che certe fisse nella mia testa non passerano mai :)

Mucca

23 Apr 2008 | ore 01:25

Bonilli, vedo che non sono riuscito a spiegarmi.
Io dovrei venire da Milano. Quante volte mi hai invitato (non parlo di inviti a gratis ovviamente)?
Avrei potuto portare un pò di amici romani (quelli a cui già faccio da guida umana) o no? Ma se organizzate anche la presentazione della guida e non inviate uno straccio di invito. Dai, ve la suonate e ve la cantate sempre tra di voi e poi vi lamentate.....Siamo nel 2008, bisogna creare sinergie, coinvolgere, comunicare.

Ad Majora

23 Apr 2008 | ore 08:34

ARRRRGH! Quanto sento "creare sinergie" mi vienel'orticaria e pure il fuoco di Sant'Antonio!!!

Io ad esempio non amo le riunioni sociali in generale; già partecipo poco a eventi nei giri musicali in cui comunque mi trovo bene...l'ambiente enogastronomico non mi ispira quindi potrebbero mandarmi tutti gli inviti del mondo (non mi riferisco solo al Gambero Rosso, parlo in generale) ma non parteciperei comunque! :-)
Ma io non mi inquadro neanche fra i gourmet quindi probabilmente sono una specie di infiltrata...boh!

23 Apr 2008 | ore 09:36

Sempre più me la canterò e suonerò fuori dal ghetto gastronomico dove accanto a brave e interessanti persone aumentano di giorno in giorno gli schizzati, gli esibizionisti, quelli dell'ultima ora che si spacciano di lungo corso.
Un eurostar Milano-Roma impiega 4 ore, da sempre le presentazioni delle guide, i teatri, le degustazioni sono annunciate in rete, inviti ad personam non ne facciamo mai.
A questo punto trovo incomprensibile la puntualizzazione Ad Majora :-)

23 Apr 2008 | ore 10:05

Direttore, ampliando la cerchia cala evidentemente la qualità media dell'utente.

Ma macroscopicamente la situazione generale migliora.

Credo

23 Apr 2008 | ore 10:26

A questo punto non so se rientro tra gli schizzati, gli esibizionisti, quelli dell'ultima ora che spacciano o tra le brave persone, ma comunque comprendo la puntualizzazione che in sostanza significa io faccio così e così ho intenzione di continuare.
Io ne prendo atto ma farei diversamente. Semplice.

Ad Majora

23 Apr 2008 | ore 10:53

Non ho capito a che eventi vorrebbe essere invitato Gagliardi )oltre alle presentazioni delle guide che però forse sono un po' più a ingressi limitati? O no? Io non mi ricordo).
Tra l'altro se c'è una cosa che mi ritrovo sempre nella mail sono proprio gli eventi del Gambero Rosso solo perché ho fatto la registrazione al sito per leggere gli articoli nell'archivio! :-)))

p.s. ma i caratteri cinesi o svedesi o strani in genere li vedete anche voi su queste pagine al posto delle lettere accentate?

23 Apr 2008 | ore 11:09

Comunque io tornerei in tema: perché se siamo all'avanguardia per il design perché i locali sono spesso un po' anonimi e con poca personalità? (secondo i nostri discutibili criteri, ovvio, ma tanto per capire se qualcun altro ha la stessa impressione)

23 Apr 2008 | ore 11:23

Gumbo il problema è un pò più ampio dell'invitare Gagliardi agli eventi. Io non vorrei personalizzare anche perchè lo troverei poco interessante (oltre al fatto che, ovviamente nessuno può pretendere inviti in alcun posto). Tutto è nato perchè Bonilli ha scritto: "ai gourmet non fregava e non frega nulla della Città del gusto e figurarsi del Gambero Rosso". Io allora ho provato a sostenere che forse è al Gambero Rosso che non frega niente dei gourmet. Comunque siamo diversi, io non frequento blog il cui ambiente "non mi ispira", credo molto nelle sinergie, e se posso vado agli inviti che ricevo in ambito gastronomico, essendo questa la mia principale passione. Alla fine sono una persona molto semplice e conseguenziale.

Ad Majora

23 Apr 2008 | ore 11:26

Bé io frequento blog e forum su argomenti che mi interessano e mi appassionano; solo che non necessariamente mi interessa socializzare con la gente che incrocio sul web (anche se ogni tanto capita volnetieri) - soprattutto in eventi affollati che a me non piacciono molto in assoluto.

Comunque vagando per i forum a me pare vero che esistano gruppi e gruppetti, cricche e cricchette, sette e così via; del resto c'è gente molto diversa che si interessa di enogastronomia...difficile coinvolgerla in eventi comuni che vadano bene per tutti.

p.s. Comunque gli inviti agli eventi del Gambero arrivano veramente agli iscritti (gratuiti)...

23 Apr 2008 | ore 11:40

Gagliardi, io proprio non capisco questa puntigliosa polemica. Gli inviti sono nel sito, basta iscriversi, come spiega gumbo. Se uno è interessato si prenota. Io parlo di schizzati e gente che se la tira e non mi riferisco, sembra così ovvio, a quelli che frequentano questo blog - anche se in passato alcuni avevano fatto capolino - e quindi non vedo di cosa stiamo parlando.
Il coinvolgimento?
Mandiamo 80.000 mail con i singoli programmi del giorno, del mese ecc... lo so perché come test li ricevo anch'io. Scriviamo sul mensile e anche nei blog.
Chiedo: cosa dovremmo fare di più?

23 Apr 2008 | ore 12:36

...comunque a parte 'sta questione degli inviti...io sarei davvero curiosa di sapere l'opinione dei frequentatori di questo blog sull'ambiente/arredamento/stile dei ristoranti italiani (di qualunque tipo e prezzo); magari anche facendo qualche esempio di locale che è piaciuto e perché (non so se qualcuno risponderà, ma io ci provo lo stesso).

23 Apr 2008 | ore 13:08

Bonilli, secondo me dovresti telefonare a tutti gli 80.000 iscritti al girone dei golosi e dire: "Ciao, sono Stefano Bonilli, lunedì prossimo alla Città del Gusto organizziamo..."
Secondo me qualcuno ti sbatte anche il telefono in faccia :-)

Gumbo adesso devo sorridere a degli sconosciuti, se posso cerco di risponderti dopo...

Mucca

23 Apr 2008 | ore 13:17

io ho un lavoro che non mi permette di muovermi come vorrei..eppure a Roma alla citta' del gusto ci sono andato tre volte .....il posto non mi sembra poi cosi' malfrequentato....a parte un cartello all'ingresso con scritto "vietato l'ingresso ai caproni di valle".... :-O)

23 Apr 2008 | ore 13:39

Gumbo, non so resistere a un tuo invito ^_^

Dal punto di vista dell'arredamento e del design mi sembra che i ristoranti professionali siano sempre molto curati.

A me personalmente piacciono gli ambienti moderni e tendono ad infastidirmi i finto rustici. Certe "osterie" che aprono nel cuore di Milano con un ambiente stile cascina toscana gridano vendetta al cielo.

23 Apr 2008 | ore 14:07

Come non detto Bonilli, penso che potremmo continuare per un mese senza capirci. Fine della puntigliosa polemica.

Ad Majora

23 Apr 2008 | ore 15:03

Gagliardi, come non detto. Ho fatto una domandina facile e se devo avere una risposta di questo tono e stile vorrà dire che ci risentiremo per i cento anni del gambero :-))

23 Apr 2008 | ore 18:16

Bonilli, perchè questo intervento quasi risentito? Non ci capiamo perchè evidentemente non riesco a spiegarmi e puntigliosa polemica è una tua definizione. Se mi chiedi quante volte sono venuto alla Città del Gusto, ti rispondo quante volte mi hai invitato? Poi mi dici che basta iscriversi al sito che se uno è interessato si prenota. Molto bene, è tutto vero. Ma chi sono poi questi gourmet? Beh, sono anche quelli che animano blog come questo e altri che offrono spunti, regalano recensioni e informazioni che svolgono secondo me una importante funzione in questo settore, funzione di cui gli addetti ai lavori in qualche modo si avvantaggiano. Però è vero, basta iscriversi al sito, se uno è interessato si prenota.....andiamo a mangiare và.

Ad Majora

23 Apr 2008 | ore 18:50

@Gumbo
Per intenderci, a te piacciono di più gli interni stile F.lli La cozza/Sfashion café oppure stile Birichìn/Locanda Mongreno ?

24 Apr 2008 | ore 11:11

@paolo
In realtà non c'è solo un tipo di ambiente che mi piace. Quello che apprezzo prima di tutto è un'impressione di armonia tra il luogo, l'edificio nell'insieme e l'interno. La cura nell'illuminazione e nei dettagli. E l'impressione di armonia tra il tipo di cucina, l'atmosfera, il tipo di servizio e l'ambiente, l'arredamento e tutto ciò che c'è sul tavolo.
Su questa base poi valuto secondo i miei soggettivissimi gusti quali locali mi piacciono di più.
In assoluto io preferisco lo stile moderno (esempio di zona: Combal.0), ma ci sono locali in cui sta benissimo un arredamento diverso. Se a me pare arredato con gusto io non disdegno nulla - unica cosa a me non piacciono locali eleganti e formali.

Quelli che elenchi sono molto diversi sotto tutti gli aspetti quindi non riesco tanto a confrontarli. Per una serata molto informale F.lli la Cozza e Sfashion a me esteticamente piacciono molto (sono anche più simili a casa mia in un certo senso!). La Locanda Mongreno è curata, è carina non ho nulla da ridire, ma non mi entusiasma neanche. Birichin non lo ricordo, se non per la "finestra" sulla cucina quindi deduco che non mi avesse proprio colpita! ;-)

p.s. Grazie a Fante, l'unico che mi ha risposto! :-)
Attendo fiduciosa almeno Mucca prima o poi

24 Apr 2008 | ore 12:17

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