23
Ago 2008
ore 16:18

Chi specula sulla frutta e la verdura

< >

Come fa una pesca a passare da 0,50 euro a 3,50 euro al chilo 

Il Corriere.it pubblica i risultati di uno studio di Bankitalia sui mercati all'ingrosso italiani.
Il ricarico medio dal campo al banco di vendita è del 200% ma si arriva in alcuni casi anche al 300%
La struttura della filiera determina il prezzo ultimo: più è lunga, più cara sarà la frutta e verdura.
L'indagine sottolinea come il ricarico risulti inferiore all'80% «nel caso di filiere cortissime (passaggio diretto dal produttore al venditore)» ma «prossimo al 300% nei casi in cui siano presenti 3 o 4 intermediari oltre al produttore e al distributore finale».
La GDO, cioè la grande distribuzione, acquista direttamente dai produttori in meno di un quarto dei casi.
In Italia ci sono 150 mercati all'ingrosso, in Francia 19 e in Spagna 23. Il 90% dei nostri mercati all'ingrosso hanno le dimensioni dei più piccoli mercati francesi o spagnoli. 

Stando così le cose credo che sia cosa utile publicizzare il più possibile tutti i circuiti alternativi di vendita di frutta, verdura, carne ecc... e qui ne abbiamo già discusso molte volte ma a leggere queste cifre di Bankitalia cascano le braccia e se non ci si vuole arrendere bisogna mettere in campo la creatività e il passaparola :-))

commenti 21

Direttore, ieri era riportata su quasi tutti i quotidiani la notizia delle molteplici incriminazioni fatte in Calabria ad amministratori pubblici e pubblici ufficiali per i beni sequestrati alla 'ndrangheta tardivamente acquisiti dalle amministrazioni o enti che ne avevano titolo per farne un uso sociale. Allora mi chiedo se abbiamo ancora speranza. Perchè se non abbiamo neanche la volontà di riappriopriarci dei beni delle mafie come possiamo sperare che dalla società civile nasca un'alternativa valida alla "truffaldina" filiera distributiva?
Con questo non voglio certo dire che il suo appello sia sbagliato, anzi, è sacrosanto e vale la pena ragionarci sopra; però non so con quali prospettive di realizzazione. :-(

Ciao

23 Ago 2008 | ore 17:55

Fermo restando, per rispondere a Vignadelmar, che una speranza secondo me arrivati a questo punto non ce l'abbiamo più e che il prossimo passo, in questo paese, è che si inizi a sparare. Ma sparare davvero e non solo per colpa o causa della Camorra...

Detto questo ai consumatori accorti il rincaro del 200 o anche del 400 per cento fa letteralmente un baffo: la mia frutta e la mia verdura arriva freschissima da coltivazioni che stanno nel comune in cui vivo (ROMA!!!) e che, al prezzo complessivo di 2€ al chilo, mi vengono recapitate -spedizione compresa- sul pianerottolo di casa alle 7 in punto di ogni mercoledì mattina.

Non sono tanto d'accordo, tuttavia, che queste 'chicche' vadano pubblicizzate più di tanto...

23 Ago 2008 | ore 18:30

Non capisco quale sia il timore: che aumentando i clienti peggiori il servizio e aumentino i prezzi?
D'altra parte mi sembra che qui non siamo in televisione ma in un ambito molto elitario quanto a numeri :-))

23 Ago 2008 | ore 18:34

Tutto vero…, il problema è grosso e non da sottovalutare ma, secondo la mia personalissima opinione, vedo un tentativo da parte dei media di dirottare l’attenzione sugli usi e abusi del settore alimentare, facendo così passare in secondo piano usi e abusi allo stesso modo gravi, se non di più; vedi la telefonia. Forse perché in Italia si può anche fare a meno di mangiare ma di telefonare e mandare sms no. Ieri la pasta, oggi verdura e frutta.. domani?

23 Ago 2008 | ore 18:51

direttorTonelli il tuo mi sembra il comportamento di quei bambini che rispondendo urlano: "....io lo so ma non lo dico!!...."
Invece se la conoscenza di determinati circuiti alternativi fosse diffusa si potrebbero incrementare gli scambi ed arrivare ad un'ulteriore abbassamento dei prezzi.
Noi a Monopoli ad esempio abbiamo costituito un gruppo d'acquisto sociale composto da famiglie di amici che si rifornisce da agricoltori biologici. Ognuno di noi a turno raccoglie le richieste degli altri ed una volta a settimana fa il giro dai vari agricoltori e poi distribuisce quello che ha acquistato.
E' meno comodo ed ancora un po' più faticoso che andare dal verduraio sotto casa però siamo ottimisti, presto potrà funzionare meglio.

Ciao

23 Ago 2008 | ore 19:40

Per i mangioni non troppo lontani dal Piemonte, posso postare di nuovo un link che non so più in che post avevo messo. Spesa a domicilio: http://www.cascinacornale.it/Public/Default.aspx?idpagina=4&IDSito=0 .
Interessante ma appunto per noi è una media troppo voluminosa.

Prezzi al mercato di oggi (i primi li ho visto io in zona Mirafiori ma era un po' vuoto per ferie; altri l'inviato di fiducia Max a Porta Palazzo zona contadini - quella più cara):
La maggior parte dei prezzi è intorno a 1-1,50/kg
pesche (media vari tipi) 2,50 x 2 kg - pesche di vigna 1,80/kg - fagioli freschi 2,50-sedano 0,50 mazzo - cipolle 1 kg - carote 1,5 mazzo - friarielli (nel senso di peperoni) 2/kg - peperoni (media) tra 1,50 e 2/kg - fagiolini 2/kg - cetrioli 0,80/kg - pomodori 1/kg - melanzane 1/kg - verza 1/kg - susine (tipo preciso non pervenuto!) 2,5/kg - prugne 1,50/kg - uova 6x1,2.

Alla GDO non me li ricordo...qualcuno diveva che sono più bassi, però mi sembra strano. Poi ovviamente meglio comunque che i soldi li prenda chi produce non 80000 persone intermediarie...

23 Ago 2008 | ore 23:28

Io che vivo a Fondi lt, una volta famosa per il mercato ortofrutticolo, oggi per altre cose , aimè, vi posso garantire che a volte mio zio o mio suocero sono costretti ad interrare pomodori , insalate ed altri prodotti nei campi perchè non c'è mercato.
Le speculazioni sono sempre più a favore di mediatori e contoterzisti che non rischiano o investono nulla.
la grandinata di Luglio ha falcidiato 1500 piante di melanzane a mio suocero.
Non vi dico dove prendo io frutta e verdura, spesa a costo e km 0. prodotti sempre e solo di stagione.
Poi volevo esprimere tutto il mio risentimento per quei commercianti che acquistano all'ingrosso i peperoni della spagna le albicocche Andaluse, le fave dall'Egitto , e poi rivendono il tutto nei vari mercatini come produzione propria.
Vedo persone che hanno attività in quei mercatini , con licenza da produttore, comperare ananas banane ramboutan lime ed altre cose all'ingrosso a Fondi e poi rivenderle a Roma.
I fondani che si alzano la mattina alle 4 e vanno a Roma a vendere la frutta , fanno una vitaccia durissima , alle 13-14 prendono il treno di ritorno, vanno al mercato fanno la spesa , la sistemano e la consegnano alle ditte che la trasporteranno a Roma, arrivano a casa alle 8 di sera come farebbero a coltivare l'orto?
Chi vende frutta e verdura a Fondi vive degnamente, chi va a vendere a Roma , importante poi è quale mercato, vivono più degnamente.

24 Ago 2008 | ore 01:24

In effetti uno dei grandi dubbi riguardo i mercati è: quanti sono veri produttori? Quanti vendono solo i loro prodotti? Solo che se di solito chi si fa più rodere dal dubbio alla fine per non farsi fregare va...al supermercato che gli dà impressione di maggiori garanzie! :-)))

L'unico modo credo sia cominciare a provare i prodotti, osservarli, osservare le differenze...raccogliere più informazioni possibile...fare domande, fare quattro chiacchiere con chi vende se sentire che dice; poi molti hanno l'indirizzo scritto sulla bancarella, magari vai a dare un'occhiata a domicilio. Man mano ti fai un elenco di produttori di fiducia.
Altre idee?

24 Ago 2008 | ore 11:06

I veri produttori che vendono direttamente ai banchi dei mercati dovrebbero essere una garanzia ed essere pubblicizzati e poi i prodotti non italiani venduti invece come nazionali.
Ecco due problemi per il consumatore.
Chi va a fare la spesa non può essere l'esperto ma solo fare la parte del consumatore sveglio.
Vedo che qui ci giriamo attorno, elenchi ci sono ma credo che bisognerebbe iniziare a dare più eco alle promozioni della Coldiretti e di quei produttori che vengono direttamente a vendere nelle città.
La domenica ci dovrebbero essere le piazze per il mercato dei produttori e questi dovrebbero essere certificati. A Roma una volta al mese a Campo de' Fiori c'è il mercato biologico, ma non basta.

24 Ago 2008 | ore 11:37

A Roma ci sono appena un paio di strutture, piccolissime, che fanno questo formidabile servizio. I campi hanno una dimensione che non può aumentare all'infinito all'aumentare della richiesta. La bietola quella è, se la richiediamo in 150 ci basta, se la richiediamo in duemila arriverà una volta a trimestre, non a settimana. Il fatto è che Roma non è Monopoli.

Al di là del tuo patetico sport nell'offendermi ogni volta che apro bocca (un giorno, spero in privato, mi spiegherai anche il perché), non mi ritengo un bambino quando faccio notare che, ad esempio, la tua ottima osteria pugliese può garantire un servizio di qualità fino ad un numero massimo di utenti, quando questi utenti dovessero diventare 700 al giorno saresti in grado di mantenere il livello di qualità? Ecco, allora perché questi distributori di biologico dovrebbero essere sottoposti alla pressione delle richieste del mass market che sicuramente pregiudicherebbero l'idea stessa e la filosofia del servizio?

I consumatori di qualità sanno benissimo come arrivare a conoscere queste realtà, pubblicizzare in un sano passaparola tra amici è assolutamente fattibile, divulgare invece su un blog molto frequentato credo che, da utente, non vada nella direzione della filosofia del servizio e del rispetto di chi lo offre con competenza e passione.

In buona sostanza: disponibilissimo a dare indicazioni a chi me le chiede, ma pubblicarle su un blog tecnicamente raggiungibile da tutti non mi par giusto.

24 Ago 2008 | ore 12:36

Ma la scommessa è proprio questa, riuscire a convincere chi già fa questo in piccolo a tentare di ingrandirsi, di consorziarsi, di mettere in atto tutte quelle strategie atte a poter soddisfare le richieste di un maggior numero di persone mantenendo intatta la qualità dei prodotti offerti. Non si tratta di offendere, si tratta di capire che se non usciamo dall'idea che piccolo è bello e funzionale (ed egoista, aggiungerei io) noi consumatori non andremo da nessuna parte.
E poi, lascialo decidere a quei Produttori di ingrandirsi o meno, perchè vuoi decidere tu per loro?

Da Oste poi ti rispondo che magari avessi la tentazione di ingrandirmi!! Con l'aria che tira non è proprio il caso :-(
Penso che riuscirei a lavorare bene anche con molti più clienti, certo in un locale più grande, più funzionale e con più dipendenti.

Ciao

24 Ago 2008 | ore 12:54

Insomma, in anni in cui i prezzi vanno alle stelle anche perché non c'è abbastanza cibo per tutti (con la Russia, il Brasile, la Cina e l'India che si son messi a mangiare) tu pensi che possiamo garantire la qualità a tutti? Sarebbe bello, ma...

24 Ago 2008 | ore 14:24

Ma cosa c'entra scambiarsi informazioni utili a mangiare meglio su un blog con il fatto che i brasiliani e indiani vogliono mangiare di più (che mi pare anche normale)?
O ti pare che mi debba preoccupare che se anche altri cominceranno a mangiar meglio io rimarrò senza le mie verdurine?
Per quel che capisco io è proprio il non far circolare le informazioni che favorisce i giganti e i finti, e che mette in difficoltà il piccolo e vero produttore che non riesce a farsi conoscere. Chi è contento di questo, si tenga pure i segretini, tanto di produttori ce ne sono tanti!

Link con qualche idea:
http://www.mercatidelcontadino.it/
http://www.biodiversita.info/
http://www.campagnamica.it/campagnamica/jsp/index.jsp

24 Ago 2008 | ore 15:27

direttorTonelli, quando leggo certi discorsi mi si accappona la pelle, basta che tu stia bene con tutte le verdurine che ti servono e al diavolo tutti gli altri.
Senza capire che se queste idee ed indirizzi non circolano fra un po' le tue verdurine rimarranno un ricordo, i grandi distributori ne faranno polpette.

Ciao

24 Ago 2008 | ore 19:29

http://www.zolle.it/home.php

credo che questo sia l'indirizzo di roma che il direttor tonelli non vuole dare, cmq ci sono anche altre realtà su roma delle quali non ricordo il nome, cmq analoghe

24 Ago 2008 | ore 19:40

A ciascuno i propri accaponamenti. A me si accapona la pelle l'esistenza di benpensanti secondo cui appena trovo qualcosa di vantaggioso, piacevole ed esclusivo io debba condividerlo con il mondo intero (ivi compresa la grande maggioranza dei consumatori che non lo meriterebbero e non lo capirebbero). Trovo un bell'albergo di campagna che costa poco ed è magnificamente collocato? Perché non farlo sapere a tutti via blog, in modo che la volta successiva che dovrò utilizzarlo lo troverò senz'altro pieno? Una strada nascosta con la quale si risparmiano 10 minuti di traffico perché nessuno la conosce? Massì, diciamolo a tutti, poverini. Anzi consigliamo il comune di mettere il cartello SCORCIATOIA in modo tale che la volta successiva la troveremo infestata di traffico come le altre strade. E cosa dire della Capalbio amata dal direttore del Gambero? Se domani diventasse finalmente per tutti? Se abbassassero di colpo i prezzi e d'un colpo costruissero case popolari consegnando gli arenili non già a giornalisti e capitani d'industria, ma al popolino indistinto che finalmente potrebbe trovare l'alternativa chic a Torvajanica e Ostia Lido? Questo non farebbe davvero accaponare la pelle? Manno', le cose belle -come Capalbio- devono essere di tutti quanti, cosa sono questi atteggiamenti difensivi: case popolari in Maremma per le vacanze della povera gente. E così con dei piccolissimi produttori di verdura e di frutta che fanno servizio, naturalmente a pochissime persone per definizione, di recapito a domicilio di pacchi e cassette. Diciamolo a tutto il palazzo, così un bel giorno il distributore ci farà sapere che non si sta rifonendo più SOLO da quella azienda, ma anche da altre. Sempre bio, per carità, sempre con filiera controllata. Ma magari non più di Roma e di chissàddove.

Insomma, sfortunatamente esiste ancora una minoranza anche se vogliamo simpatica e folkloristica di persone che non ha compreso che il comunismo in luogo di generare uguaglianza e benessere, ha generato ESCLUSIVAMENTE morte e distruzione in ogni luogo in cui è stato applicato.

Ed ecco spiegato lo spettacolo ridicolo di un individuo, come Vignadelmar, che non mi lascia scrivere nulla senza replicare quanto gli faccio schifo solo perché un giorno, da cittadino di buona volontà e da persona per bene, mi sono permesso -sostituendomi ad assenti moderatori- di fargli notare quanto sia repellente che lui si presenti nel forum del Gamberorosso con l'effige di Vladimir Lenin. Ideologo della morte, della fame, del disastro di centinaia di milioni di persone che purtroppo non potevano neppure sognarsi di avere la loro osteriola nelle Puglie.

Detto questo Zolle, che non uso perché un po' caro rispetto ad altri concorrenti, è un eccellente servizio. Che il cielo li preservi. Ripeto: sono d'accordo ad un sano passaparola tra consumatori accorti (a tantissimi ho consigliato il mio servizio), mi pare irrispettoso invece spiattellare questi gioiellini su internet. Le cose belle che scovo, se permettete, le segnalo solo a chi sono convinto le meriti, non le pubblico in un blog in cui può arrivare teoricamente chiunque.

25 Ago 2008 | ore 00:35

Preferisco tacere.
Per capire è più che sufficiente leggere.
:-(

Ciao

25 Ago 2008 | ore 10:17

Fermo restando che alcune riflessioni di direttorTonelli meritino approfondimento,(ma non buttiamola sempre in politica suvvia!) non sono d’accordo sulla pericolosità della diffusione delle informazioni almeno in questo campo ed al di là delle pur piacevoli ed interessanti dissertazioni credo che l'unica nota di concretezza provenga da Gumbo (come in molte altre occasioni) ed in parte da Bocchetti che quantomeno cominciano a far circolare indirizzi. La vera difficoltà a mio parere è far girare idee ed abitudini, vero limite alla diffusione della spesa ponderata e ragionata (inoltre quasi sempre più economica). Personalmente ho la fortuna di coltivare e raccogliere e facendolo in modo amatoriale i miei costi sarebbero di gran lunga superiori se si considerasse da remunerare il tempo impiegato che invece io ritengo un rilassante passatempo. Sono certo che fatto con metodo, congrue aree, diversificazione delle colture, attrezzatura adatta la musica cambi di molto e ci possa essere remuneratività da un lato e risparmio dall’altro. Non che l’etichetta del contadino sia sempre certezza di qualità ed onestà intellettuale, ed è per questo che un sano passaparola aiuta. Comunque caro direttorTonelli la pratica è già ora più diffusa di quanto paia basti pensare a quanta offerta sia presente lungo le nostre strade se solo si ha buona cura di allargare lo sguardo ed informasi un pochino: partendo da Torino sulle direttrici per Asti, per Alba, per Pinerolo ecc. oltre ai soliti banchi mobili (certo ognuno da valutare ed approfondire se interessa) cominciano a fare capolino strutture fisse ovvero case, cascine, fattorie raggiungibili con deviazioni di pochissimi km, talvolta poche centinaia di metri che propongono la loro produzione; nel basso Monferrato conosco allevatori che macellano personalmente i loro capi nella struttura dedicata più vicina vendendo poi carne e salumi nella ben attrezzata macelleria di casa, produttori di olio nel Monferrato moncalvese che ricominciano a riportare l’ulivo in quelle zone dove paesi come San Marzano Oliveto, Olivola la dicono lunga su antiche vocazioni produttive. Insomma la disponibilità c’è, magari non sempre sotto casa ma c’è, quello che manca è l’interesse, la curiosità, la voglia ed anche se decuplicassimo le informazioni, gli scambi di indirizzi reali od informatici, la pubblicizzazione mediatica a cliccare quei siti o a girar per cibo rimarrebbero quei soliti appassionati (che qualche poeta poco ispirato ha accomunato ai fighetti del cibo/gusto, quelli sì in crescita o in ondeggiamento fra il modaiolo di turno) e ben vengano dunque nuove risorse; gli altri tutti al mare, in discoteca, in crociera, su youtube o a scuotere l’insalata per condirla. E con tutto il rispetto per ognuna di queste differenti scelte.

Un ultima cosa: qualche tecnico di economia potrebbe illuminarmi in merito alla riconversione dei tanti fatali posti di lavoro in meno nel circuito economico che ruota intorno alla filiera nel caso di un suo drastico accorciamento?

25 Ago 2008 | ore 10:20

Mi è partito il post senza coordinate. Scusate
Risaluti
Pier

25 Ago 2008 | ore 10:24

Se stessimo parlando di dischi da collezione o antiquariato troverei anche normale che uno non voglia dire in giro i propri "ganci giusti". Ma chiamare "vantaggioso ed esclusivo" un produttore di cibo di qualità e dire che l'indirizzo va fatto conoscere "solo a chi lo merita" mi sembra veramente assurdo. Del resto anche il delirio su Lenin mi sembra assurdo (che tra l'altro è giuto un filino fuori tema).

E poi...come se una folla di consumatori che non è interessata perché non in grado di capire potesse correre a rubare le verdurine d'élite a direttor Tonelli. Chi non capisce e non è interessato alla cosa perché dovrebbe farlo? Per dispetto?!

Immagino che anche i ristoranti migliori andrebbero tenuti segreti, allora. Penso che chi fatica per offrire cose migliori sia contentissimo di questo modo di comportarsi: più qualità offri, più i clienti cercano di non farti conoscere, così poi magari devi chiudere perché non riesci a pagare le spese. Mah!

25 Ago 2008 | ore 12:34

p.s. Peraltro mi ero persa una chicca: direttor Tonelli, Capalbio è GIA' per tutti (qeulli che apprezzano lo stile Maremma, ovvio). Ci sono stata persino io in vacanza! :-)))
Vuoi dire che la Toscana è un posto solo da ricchi? Ma ci sei stato o improvvisi come sulla storia?

25 Ago 2008 | ore 13:59

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