19
Ott 2007
ore 12:36

Buttare i soldi in promozione turistica fatta male

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Rutelli si è accorto che il sito Italia.it è brutto, è imbarazzante, è una vergogna per un paese che ambisce ad essere in cima alla classifica delle mete turistiche più visitate. Ma il portale faceva pena fin da quando è stato progettato dall'allora Ministro per l'Innovazione Lucio Stanca per un costo presunto e senza senso di 48 milioni di euro, in realtà molto meno in soldi veri e spesi perchè, si scopre oggi, i vincitori della gara, cioè il consorzio Ibm-Its-Tiscover, avevano fatto un'offerta di circa 8 milioni di euro non ancora pagati. 21 milioni di euro sono lì, messi da parte, e saranno preda delle Regioni.

Noi del Gambero Rosso siamo stati lambiti da questa vicenda quando Ibm ci ha chiesto se eravamo in grado di fornire i contenuti di nostra competenza, cibo, vino, tradizioni gastronomiche. Eravamo in grado, ovviamente, ma nel campione fornito come prova a Ibm avevamo messo la clausola di inmodificabilità dei testi e, guarda caso, ci è stato detto che le Regioni volevano metterci bocca. E noi ce ne siamo andati. 

Perchè urla e proclami demagogici stanno a zero quando si scopre che dopo l'abolizione del Ministero del Turismo - secondo me una follia collettiva degli italiani sancita da un referendum - le Regioni sono diventate sovrane in materia e da allora hanno sprecato somme faraoniche, simili nel totale a quelle spese dalla Francia e dalla Spagna con ben altra efficacia, presentandosi però a livello di promozione internazionale ognuna per suo conto e non come pacchetto Italia.

E quindi avanti con venti portali regionali, vecchi concettualmente, costosi e inefficaci.

Valle d'Aosta 

Piemonte 

Lombardia 

Liguria

Trentino

Alto Adige

Veneto 

... e continua, continua, continua per milioni e milioni di euro che non generano un turista in più. 

commenti 21

Siamo vittime del federalismo, del federalismo stupido, senza ragioni valide, quello "a prescindere".
Per fortuna non sono passate le Polizie regionali,le Culture regionali..etc etc etc.
Solo uno stupido può pensare che una singola Regione italiana possa promuoversi meglio da sola sul mercato internazionale del turismo che in sinergia con le altre Regioni e lo Stato tutto.
Allo stesso modo solo uno stupido può pensare che ogni singola Regione possa aprire "rappresentanze diplomatiche" all'estero senza che questo comporti un aggravio di spesa enorme per noi contribuenti senza raggiugere quasi alcun risultato.
L'importante è creare ed allargare vincoli di potere economico e politico....tanto paga pantalone....fregandosene poi di fare un bilancio dei risultati ottenuti e magari fregandosene di proporre di rifondere anche solo in maniera simbolica i denari spesi male.
Direttore è l'Italietta di cui troppo spesso ci troviamo a parlare.

Ciao

19 Ott 2007 | ore 14:27

....della quale troppo spesso ci troviamo a parlare...piccolo grande errore!!!

19 Ott 2007 | ore 14:43

Direttore ma che discorso é: quelle sono le pagine web delle regioni e non di promozione del turismo, come nel caso della pagina web spagnola. Detto questo non credo che i problemi del turismo si risolvano con una pagina web ben fatta. Bisogna cambiare le teste degli italiani: se un turista va in Francia e Spagna e mangia bene con 15 euro e poi va in Italia e con 15 euro gli rifilano una pizza mediocre, la volta dopo0 dove andrá??? E se i monumenti e le cittá italiane sono deturpati da anni di incurie, dallo smog e agli Uffizi se hai riservato l'entrata ti spari mezz'ora di coda, se no 5, e al Prado si entra senza neanche un minuto passato agli sportelli dovre andranno la volta dopo. Noi siamo stati drogati dai nostri media che ci hanno venduto una immagine di paradiso terrenale che non risponde alla realtá...te ne accorgi facendo una Madrid-Liguria in macchina: piú ti avvicini a Ventimiglia e piú aumentano i palazzoni orrendi anni '60, i casermoni, il traffico, le strade impraticabili, piú ti allontani e piú avrai strade ampie, poco traffico, attraversando natura e cultura. E noi ancora a credere alle balle dell'Italia, paese dell'arte e della gastronomia: ma quando mai...

19 Ott 2007 | ore 15:54

Basta girare nel sito della regione ed ecco il turismo
http://www.piemonte-emozioni.it/

19 Ott 2007 | ore 17:33

... e comunque, sembra incredibile, ma tutte le volte che ho scritto un post sul turismo nessuno aveva nulla da dire.
E' sbalorditivo perchè ognuno di noi è anche turista tutte le volte che si muove, lo è quando fa delle scelte di viaggio, di alloggio, di ristorante, di museo e quindi teoricamente non tutti sono gourmet ma tutti prima o poi sono turisti.
E invece no! Invece è l'argomento più indigesto che gira nel papero giallo, sarà per questo che il turismo va male ? :-)

19 Ott 2007 | ore 18:13

Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.

Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it

19 Ott 2007 | ore 18:19

La voce turismo appare composta da una cifra seguita da molti zeri nalla bilancia commerciale italiana.
Tutti parlano di incrementarla, ma pochi sanno come farlo.
Pochi pensano che forse sarebbe utile chiedere consiglio anche agli Operatori del settore, ma non solo quelli grandi ed ormai istituzionalizzati tipo le varie confederazioni di categoria.
In Italia, nel commercio come nell'industria, la realtà produttiva più vivace è composta da piccole e piccolissime aziende; quando mai queste sono state consultate ?
Oppure, a voi delle Guide eno gastronomiche qualcuno ha mai chiesto un parere su come impostare e veicolare un battage pubblicitario rivolto all'estero?

Ciao

19 Ott 2007 | ore 18:53

Un caffè al Diretur!!!!
Si è mica accorto, Bonilli, che piemonte emozioni è fermo all'anno 2006?
E che comunque c'è, a cura però del comune di Torino, un sito molto bello ed aggiornato che si chiama TorinoPlus?

Vuole la mia opinione su turismo e internet (e se non la vuole fa lo stesso?)

Cominciamo
Nella mia città (60.000 abitanti), se un funzionario comunale deve comunicare qualcosa via internet, fosse pure "saluti e baci" per prima cosa apre Word (una licenza a scrivania), formatta con calma la pagina, salva e poi allega all'email....meglio sperare in rapido prepensionamento perchè gente così non sa nulla di comunicazione via internet, figurarsi valutare il sito che gli propone qualche azienda della new(?!) economy.
Chi crede abbia dato l'ok alla messa in rete di una simile stronzata? Il solito funzionario o politico da 4 soldi!
Questo paese è ormai chiuso e raggomitolato in difesa delle posizioni acquisite, dei posti ottenuti con le mazzette, della parentela davanti al merito, delle conventicole che si spalleggiano a vicenda, e tutti li a credere che si potrà andare avanti all'infinito senza che nessuno abbia danni.

E' arrivato il futuro e invece di approfittarne, ci siamo spaventati e chiusi in casa!

Ci vorrebbe un bel ricambio generazionale, ma le nuove generazioni marciscono tranquillamente nei call center...

19 Ott 2007 | ore 18:54

Si parla di occupazione giovanile e tra i giovani ci sono moltissimi bravi tecnici ma le amministrazioni comunali, provinciali, regionali le commesse le danno malamante, mai casualmente, quasi sempre ad amici. Il turismo on line sarebbe il terreno ideale per la creatività sposata a solidi database e a semplici e sicuri programmi di acquisto.
Pensate che sul vino siamo la più importante casa editrice italiana e nessuno si è preso la briga di coinvolgerci ma sono andati da De Agostini a comprare i contenuti.

19 Ott 2007 | ore 19:23

Giusto per consolarla, Bonilli, le racconto un divertente aneddoto in proposito.
Non sono il GamberoRosso, ma nel mio piccolo campo del mio lavoro.
L'anno scorso nel mio comune ci sono state le elezioni.
Viene eletto un sindaco che sembra capace, visto che per quattro anni è stato Assessore all'agricoltura della Provincia di Foggia (lo tenga a mente)

Non amo lavorare con le Amministrazioni pubbliche, ma siccome c'è sempre qualcuno che ti accusa di non fare nulla per la tua città, chiedo un incontro al Sindaco, che già conoscevo, per presentare quantomeno le mie credenziali e mettere la coscienza a posto.

Non sono il Gambero, lo ripeto, ma una decina di cantine ed altrettanti frantoi ed aziende agricole pugliesi mi pagano per il mio lavoro, quindi qualcosa su come promuovere il territorio la saprò.

Ottenuto l'incontro con il sindaco e presentati i miei lavori, mi metto a disposizione, con spirito civico, anche per eventuali consigli, aggratis naturalmente.

Due mesi dopo il comune partecipa ad una grossa fiera specializzata e pensa bene di dotare il suo stand di un bel depliant a colori e di alcuni pannelli fotografici.

Bello, penso tra me e me, poi leggo il depliant, a cura del suo uffico stampa, e mi si accappona la pelle:
"Questo comune vuol far conoscere ai mercati il suo vitigno storico, il Negramaro"!!!

Ora, dato che a nord della puglia il vitigno storico è il nero di Troia e che il Negramaro più vicino è a 300 KM di distanza, il nostro sindaco si è comportato come se il sindaco di Barolo avesse fatto pubblicità al chianti!

Dieci metri più in là, alcuni espositori Salentini se la ridevano come i matti, col depliant in mano....

Poche righe dopo, sullo stesso depliant...."le nostre verdure conservate nei boccacci di vetro"...

Non posso neanche citare il Totò di "poi dicono che uno si butta a sinistra", chè di sinistra è il ns. sindaco: mi consolo pensando che la categoria "cretino di sinistra" c'è già, individuata tanti anni fa da Flajano.

19 Ott 2007 | ore 19:52

Avevo proposto tempo fa di fare un censimento dei ciarpami istituzionali in internet sul cibo e vino. Penso che il risultato sarebbe deprimente a 360 gradi.
Quando uno vede siti come wine australia, semplici e con tutte le informazioni che servono, e prova a cercare qualcosa di simile in Italia gli vengono le lacrime agli occhi, specialmente pensando che per quello che abbiamo e' stato speso il doppio o il triplo o piu'.
Qual'e' la "qualita'" italiana che ci fa essere cosi' pessimi in queste cose? Ci deve essere un filo conduttore per il quale siamo cosi' incapaci di fare comunicazione, promozione o comunque organizzare qualunque cosa.
E non e' solo questione di internet, basta andare a vedere cosa fanno coi soldi pubblici le province, le camere di commercio e le regioni al vinitaly. Oppure basta vedere a volte dozzine di pagine di pubblicita comprata su giornali costosi e che nessuno leggera' mai. Per non parlare delle traduzioni in lingua, problema che sembra assolutamente insuperabile in Italia, se non affidandolo al cugino del cognato che ha passato due mesi in Inghilterra. Perche'?

19 Ott 2007 | ore 22:30

Perché bisogna aiutare amici, parenti, compagni e colleghi, perché non c'è senso dello stato ma anche perché tutti noi gliela facciamo sempre passare liscia.

19 Ott 2007 | ore 23:43

Andando avanti con questi argomenti vi diranno populisti, qualunquisti, antipolitici.

20 Ott 2007 | ore 08:28

ha ragione il direttore, siamo noi che gliela facciamo passare liscia, se ci facciamo caso prendiamo l'esempio dei giovani laureati; loro devono andare all'estero per trovare lavoro......ma se noi abbiamo dela gente che studia e poi la lasciamo andare all'estero che senso ha farli studiare per poi incrementare il sapere di altri stati?? e il nostro rimane e rimarrà sempre allo stesso punto perchè la gente che può riqualificare il nostro paese se ne và!!!!
ma nessuno si ribellla, rimaniamo sempre li e non facciamo niente, poi quando ci stanno le elezioni lasciamo le schede in bianco o votiamo a casaccio così tanto per dare un voto!!! è anche colpa nostra

20 Ott 2007 | ore 08:36

solo un commento sui giovani laureati che devono andare all'estero (lo sono stato anch'io...un tempo). Il problema secondo me non è tanto il fatto che loro vanno all'estero, anzi forse nonci vanno abbastanza. Il problema è che dall'estero nessuno viene da noi. Ci sarà pure da chiedersi perché, o no?

20 Ott 2007 | ore 15:16

Concordo con Fiorenzo.

20 Ott 2007 | ore 16:22

Hai sacrosanta ragione. Non riusciamo neppure a metterci d'accordo neppure nella nostra piccola valle trentina per fare una politica turistica comune, figurati a livello nazionale.Io penso che abbiamo quello che ci meritiamo.

20 Ott 2007 | ore 16:42

Era ironico, pero'.

20 Ott 2007 | ore 17:11

Sono anni che si buttano via danaro sul turismo con iniziative di dubbio gusto, origine, e gestione al di là del partito politico che se ne è occupato. Considerano il turismo solo una fonte di approvvigionamento di danaro. Trovo originale la diminuzione dei budget di promozione turistica agli uffici del turismo italiani all'estero mentre per fare un portale si spendono quelle cifre lì che non corrispondono nemmeno a dieci anni di budget complessivo di tugli gli uffici enit sparsi per il mondo! La stessa cosa è capitato con il sito del turismo della regione liguria che nel 2001 è costato 14 milioni di euro! Manca una strategia, manca un collegamento con gli operatori, non si può vivere di rendita sulla storia. Ma intanto si continua così... che fino hanno fatto le strade del vino? 94, ci sono ancora? e continuiamo a fare fiere sul turismo, uno peggio dell'altra ...senza operatori.. contenti cosi

21 Ott 2007 | ore 17:00

..."Qual'e' la "qualita'" italiana che ci fa essere cosi' pessimi in queste cose?...

La stessa che fa costare ogni cosa pubblica, o da denaro pubblico, 2,3,4 ecc. ecc. volte rispetto ad altri Paesi, da un Km di ferrovia o di galleria o di viadotto o di autostrada ecc. ecc.
Caro Giampaolo le bocche da sfamare sono tante, l'impegno, la dedizione, la professionalità e la preparazione poche, il merito (vero) praticamente sconosciuto anzi addirittura negato (per non dir dannoso) da una certa filosofia. A far del buono si scuote troppo l'acqua e questo è un male perchè al funzionarietto, al politicuccio, all'adattato qualunque occorre invece calma e stagnante magari anche un pochetto torbida. Così si vede meno.
Pier

23 Ott 2007 | ore 15:28

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