24
Apr 2008
ore 12:32

Per lo spirito e per lo stomaco

< >

... E PER IL MADE IN ITALY. 

OGNI TANTO RICORDIAMOCI CHE CI SONO ANCHE PRODOTTI DI GRANDE QUALITA'

piemontese.jpg

Non so se sia ancora vero che Dario Cecchini, in quel di Panzano, vende carne spagnola con tanto di cartello contro la carne italiana. Non mi meraviglerei, la pazzia italica arriva ben oltre. In contrapposizione voglio citare due macellai che non recitano Dante - Cecchini è diventato famoso tra gli americani, e non solo, per i suoi recital in macelleria - ma che sono bravissimi e rispondono al nome di Franco Cazzamali, bottega a Romanengo, vicino a Cremona (ma la sua carne arriva anche a Roma e io me la mangio felice) e Massimo Zivieri che ha bottega a Monzuno, sulla strada della Futa, provincia di Bologna. 

Lavorano carne de La Granda, un consorzio piemontese, Presidio Slow Food, che si è dato come obiettivo quello di creare un marchio di carne di qualità che abbia un giusto prezzo. A Eataly ci sono solo carni de La Granda e le vendite vanno a mille tanto che l'inarrestabile e super liquido Farinetti è diventato socio e promotore di questo consorzio.
Altri allevatori e consorzi fanno carne di grande qualità.

Ma allora, mentre si dà voce alla controinformazione che denuncia le mille sofisticazioni di olio, vino, carne, pane ecc... sarebbe molto utile per lo spirito e per lo stomaco , per il morale e per la salute che i grandi giornali indicassero con rilievo i produttori che in tutti i settori, olio, vino, carne, pesce, pane, verdure ecc... hanno scelto la strada della qualità. 

commenti 25

piccoli allevatori macellatori anche di razze "minori" esistono in tutta italia...il problema, per fortuna, e' la distribuzione...senno' siamo di nuovo al lardo di Colonnata & c......

24 Apr 2008 | ore 14:55

Ricordiamo anche Ercole Villa a Milano, la bottega irrinunciabile per mangiare ottima carne all'ombra della Madunina.

Ad Majora

24 Apr 2008 | ore 15:18

Tino 'l maslé, 40 anni di esperienza, a Chivasso (TO). Solo carni di pura razza piemontese allevata da piccoli allevatori del Canavese e del basso Monferrato, macellate in proprio. Pluridrappeggiato alla fiera del bue grasso di Moncalvo (AT).

24 Apr 2008 | ore 16:11

Macelleria Micco Moncalvo
Macelleria Bruno Asti
Macelleria Torchio (con stalla propria) Baldichieri d'Asti
Macelleria Damonte Canale
ecc. ecc. Se si guarda prettamente alla qualità in Piemonte c'è solo l'imbarazzo della scelta. Se si considera anche l'ottimo rapporto qualità prezzo il ventaglio si assottiglia e il consorzio La Granda (qui è il soprannome della provincia di Cuneo)garantisce comunque un ottimo equilibrio.
Saluti
Pier

24 Apr 2008 | ore 16:35

A me la carne piemontese non è che piaccia così tanto, ma sono assolutamente d'accordo con Bonilli, dobbiamo dare spazio anche ai tanti che lavorano bene e con onestà.

24 Apr 2008 | ore 17:39

molto interessante questa discussione..... accantonate sempre la qualità alla carne di razza italiana,vi posso dare il 50% di ragione ma non tutta perchè ci sono razze estere d' apprezzare.Visto che ci lamentiamo tanto per l' alto consumo di carni estere, come mai nessuno si mette d'accordo per vendere queste carni a prezzi accessibili?? perchè a me pare che oggi come oggi per comperare una fettina di fassone o di chianina ci sia da chiedere un mutuo o da fare una rapina in banca!!! invece possiamo trovare ottime carni francesi a prezzi accessibili e molto più tenere e succulenti di razze italiane.
Macellai bravi in giro è molto difficile trovarli infatti, molti oramai sono e sono diventati veri incapaci nel loro lavoro ( per la città si vedono banchi macelleria preparati "da cani" con carni stanche!!!!). tutti dicono di avere il proprio macellaio di fiducia e che stranamente questo per loro è sempre il migliore, ma quando le vedi "questi fantomatici macellai" ti metti le mani nei capelli e ti vorresti mettere ad urlare "AIUTTTTTTTTTTO". saluti a tutti

24 Apr 2008 | ore 18:58

Beh, io ho fatto nomi e cognomi, ho indicato della carne per la quale non ci vuole un mutuo e quindi interventi generici e lamentosi sono un po' inutili. La carne italiana é una dizione generica, indicate macellai e carni scelte e dal giusto costo e la discussione sará veramente utile.

24 Apr 2008 | ore 19:19

Ciccio, concordo solo in parte, se vuoi ti invito da me a mangiare il fassone, non ho timore di confrontarmi con nessuno.

Per farvi fare un confronto, questi sono i prezzi all'ingrosso delle bestie vive a Torino (prezzi al quintale):
Argentina-Hereford: 80 euro
Danimarca- rossa: 120 euro
Germania(baviera)-pezzata nera: 150 euro
Francia(Savoia)-Charolaise/Limousine: 200/250 euro
Fassone Piemonte maschio: 400 euro
Fassone Piemonte femmina: 450 euro

24 Apr 2008 | ore 19:29

Scusate l'intromissione...tra la carne bovina. Qualcuno conosce un buon cavallaio a Torino?

24 Apr 2008 | ore 20:37

"cavallaio" per fare che?

24 Apr 2008 | ore 21:54

Ottimi piccoli produttori ne abbiamo a non finire, sotto i tanti presidi slow food soprattutto. Ma facendosi egida del presidio spesso vendono carni poco frollate (15gg massimo) che quindi rendono poco e niente. La materia prima bisogna saperla lavorare, vale a tutti i ilivelli. ma il soldo facile fa gola a tutti in Italia e vendere il prima possibile è quasi una regola. Niente da opinare comunque a Cazzamali che ha ottimi prodotti, non conosco Zivieri, ma spero di rimediare presto.

25 Apr 2008 | ore 01:47

Bravo Enrico é quello che predico da anni: il problema della carne italiana é la mancanza molte volte di una frollatura accettabile, unico rimedio contro le carni troppo dure che ci vengono propinate in Italia. Lo dico per esperienza: ho tre zii con altrettante macellerie in Basilicata (zona Latronico-Lagonegro) e manca uno standard medio di qualitá. A volte c'hanno l'amico che gli dá quel vitello podolico cresciuto in modo sano ed é buona, altre volte la comprano all'ingorsso e meglio sorvolare. E poi questa idea obsoleta che in Italia lo stato brado non si possa fare per mancanza di spazi. Ma chi l'ha detto? É possibile che in Sud Tirol, nelle Dolomiti venete, nel Pollino lucano etc. si mangino carni peggiori che in territori molto piú secchi come la Spagna della Meseta centrale? Ho comprato un libro che parla del mucco pisano e di una fiera che si svolge sin da fine Ottocento. Al di lá delle plurinote chianina, podolica e piemontese, qualcuno ha mai provato carne di razze minori come la Calvana, il Mucco pisano, la pontremolese, il bue rosso sardo? Ne vale davvero la pena. Tema macellerie io segnalo: Falorni e Oberto, colui che rifornisce anche Enrico Crippa, per chianina e piemontese, che peraltro io compro su Esperya (ultimamente si sono aperti anche alla carne bembo) e l'antica macelleria Fracassi per serietá e competenza. per la Spagna io la compro da diocarnes http://www.diocarnes.es/. Detto questo con 100 euro esco dal macellaio madrileno con 4 bolse strapiene che in Italia mi costerebbero come minimo il doppio. altra cosa su cui riflettere, come suggerisce Paolo.

25 Apr 2008 | ore 12:49

I macellai segnalati sono eccellenti. Zivieri lo conosco solo di fama, ma Cazzamali sono andato a trovarlo e so quel che vende.
Spezzo inoltre una lancia a favore dei citati Ercole Villa e Micco di Moncalvo.
E appoggio a piermiga la considerazione che in Piemonte di carne buona se ne trova a iosa. Posso citare Vittorio e Loredana di Nizza Monferrato, ma i nomi sono molti.

Comunque, l'anno scorso da Cecchini la carne spagnola c'era, il cartello no.

25 Apr 2008 | ore 14:53

Chianine al pascolo e macelleria annessa, nella fattoria di Basilio Luchetti a Collazzone (Perugia).Buona anche la norcineria. Il tutto a prezzi molto civili.
Chianina di piccolissimi allevatori (frollatura intorno ai 20 giorni)da Gustavo Bacci (Gustavino) a Ponte di Ferro di Gualdo Cattaneo (Perugia).Non recita Dante ma fa il macellaio con vera passione. Prezzi da zona ancora agli albori del turismo.

25 Apr 2008 | ore 18:05

sono d'accordo che ci sono prodotti di qualità lo sappiamo tutti e sono di nicchia rispetto al grosso mercato dove quotidianamente ci si rivolge. Questa mattina sono andato per comprare cose varie ad un supermercato di grido e ho commentato con un addetto che la frutta sul banco era tutta argentina...globalizzazione??? e i nostri prodotti di qualità? parliamoci chiaro la stragrande maggioranza dei cittadini compra ciò per convenienza (costano meno) e poco tempo Per dedicarsi ai prodotti di nicchia venduti dal negozietto alla via tale del quartiere tale....occorre disponibiltà tempo e voglia...lo si fa raramente per concedersi piccole soddisfazioni

26 Apr 2008 | ore 19:21

Zivieri è spettacolare. Ha della carne da paura.
A Milano in via Corsico c'è Masseroni (spero di non sbagliare il nome) che ha una carne da sogno..e se non sbaglio ha pure la torta pistocchi....

26 Apr 2008 | ore 23:19

Ma non é Vero che la qualitá si trova solo nei piccoli negozi impiegando un sacco di tempo. Ormai i prodotti buoni si trovano un po' dappertutto mescolati magari con quelli standard. Il problema é che bisogna conoscerli, informarsi e almeno un po' di tempo impiegarlo.
Basta peró con la giustificazione che la gente ha poco tempo e pochi soldi, se uno vuole stare meglio lo puó fare senza rovinassi ma dedicandosi del tempo, appunti :-)

27 Apr 2008 | ore 12:36

Direttore, concordo con lei quando dice che non è necessario andare nel piccolo negozio per trovare cose di qualità.
Io sostengo che spesso le stesse cose si possono trovare anche alla GDO. Il tempo in quel caso bisogna spenderlo per provare vari prodotti e leggere bene le etichette.
Io personalmente trovo carne argentina buonissima al supermercato e costava meno della piemontese (certificata). Ora, da due settimane il suo prezzo ha superato la piemontese: si vede che si sono accorti che vendeva bene

27 Apr 2008 | ore 14:16

@bonilli
posso essere d'accordo che le cose buone a volte sono nascoste tra quelle standards ma nel mio girovagare nelle grandi catene ce ne sono il 5%...per quanto riguarda la gente che non ha soldi...be direttore non guardi dal suo nobile punto di osservazione...vada a farsi un giro nei mercati e nei supermercati e faccia un indagine-intervista guardi cosa mette la gente nei carrelli.... la qualità??? per non parlare dei molti casi estremi di persone che si recano alla chiusura dei mercati generali per acchiapparsi i residui e scampoli... li ho visti io con i miei occhi e sopratutto ne sud.
@dario bressanini
dario dammi l'indirizzo.... hai elencato la carne argentina... tu pensi che arrivi al GDO quella migliore? Mi fido del tuo punto di vista...ma hai accennato ad un prodotto gli altri di così detta qualità

voto a questo mio commento 6-

27 Apr 2008 | ore 16:33

Vorrei che non mi si facesse passare per uno stolto. So benissimo che c'è molta gente povera o impoverita ma il fatto che oggi Roma sia deserta e che l'altro ieri ci fossero 9 chilometri di coda al casello di Civitavecchia mi fa anche dire che c'è gente che spende tranquillamente svariate centinaia di euro per pieno benzina + ombrellone e sdraio + pranzo e cena e quindi ci sono i poveri e gli impoveriti, verissimo, ma anche milioni di persone che tranquillamente fanno ponti più o meno lunghi.
Quando fanno la spesa non possono tirare fuori l'alibi dei pochi soldi o la mancanza di soldi poi, che ognuno spenda i soldi come vuole, è un altro discorso, resta la perdita di sensibilità per la qualità dell'alimentazione.

27 Apr 2008 | ore 17:38

@bonilli
Quoto in toto. A parte la percentuale di poveri o impoveriti che non possono fare diversamente, esiste una larga fascia di persone che non vogliono fare diversamente. E' una questione di priorità che pone la Cultura dell'alimentazione dal penultimo all'ultimo posto, superata persino da quella salutista (non ho detto salutare), di solito approssimativa, imitatice ed un pochetto modaiola e becera.
Colgo invece segnali incoraggianti nel vedere un numero crescente di under 30 di età frequentare locali (e negozi o medie distribuzioni come Eataly)qualitativamente notevoli (e non necessariamente tutti cari) che perseguono il concetto di qualità e ricerca.

28 Apr 2008 | ore 09:47

Indubbiamente a fianco di un ridotto potere d'acquisto, esiste anche una scala di valori e di presunte priorità non sempre condivisibili.

Mi sembra inoltre che ci siano forti pressioni per indurre nelle persone un eccessivo allarmismo riguardo il prezzo degli alimenti

28 Apr 2008 | ore 12:41

Manca la cultura gastronomica, manca il senso civico, il rispetto per gli altri, la tolleranza...in questo maledetto ultimo ventennio abbiamo perso i fondamentali, il nostro codice assicologico primario, quello che nel Secondo Dopoguerra ci permise di fare il miracolo italiano. Sul tema carne, purtroppo l'italiano medio non ha la cultura di un argentino, un francese, uno spagnolo e difficilmente sa distinguere o apprezzare in maniera adeguata una grande carne con frollature sopra i 20 giorni o, al piú, risponde con il leit motiv "e chissenefrega". O molte volte anche se benestante preferisce comprare un biglietto per lo stadio, una macchina grossa e poi comprare la carne al discount.

28 Apr 2008 | ore 12:58

Buongiorno a tutti,non vi porto via tempo,e non vi devo convincere in niente,tengo solo ad informarvi che nessuno dico nessuno si lamenta se paga 5 euro per una pizza che tra l'altro è fatta al 90 per cento con prodotti di bassa fascia(trovatemi una pizzeria che adopera vera mozzarella e non pasta filata ricostruita)e se paga una buona bistecca di filetto 5 euro dice che il macellaio è un ladro, quando però nessuno vuole un pezzo di carne con l'osso che costa un decimo e che quindi se si dovesse vendere per intero tutte le parti dell'animale il filetto costerebbe almeno la metà.Aspetto da qualcuno risposta,Alessandro macellaio da quattro generazioni.
ciao a tutti

13 Ott 2010 | ore 15:35

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31 Gen 2011 | ore 20:44

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