ore 10:40
Lonely Planet false
Ho inventato le guide, ha detto Thomas Kohnstamm al Sunday Telegraph. Kohnstamm è uno degli autori di punta della Lonely Planet e ha scritto come co-autore le guide del Brasile, Colombia, Caraibi, Venezuela, Cile. Anzi, ha aggiunto, in Colombia non ci sono mai stato.
Capita anche a noi di trovare sul mercato guide fatte non sul campo ma da casa. I costi, è ovvio, sono per noi 10 e per i furbi 1 e di questi tempi la cosa è devastante.
Si fa sempre affidamento sulla capacità dei lettori di discernere tra il vero e il falso ma purtroppo troppo spesso è una pia illusione.
Leggere notizie come questa da un lato sconforta e dall'altro ti fa venire ancora più voglia di lavorare bene.
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I lettori di guide nel frattempo riflettono in silenzio - riflettendo sul locale in quel posto sperduto in Spagna che non era un granché, o quell'hotel a Pittsburgh che era una topaia di cui avevamo letto sulla guida...se c'era mai stato qualcuno oppure no... :-/
Gumbo, tanto il tipo di pensieri a cui ti riferisci li fanno anche i lettori delle Guide del Gambero o della Michelin ripensando a quel ritorantino di Cattolica o a quella trattoria di Canicattì. Anche in quei casi viene da domandarsi se qualcuno ci sia mai stato:-))
esatto, anche il gambero a volte e in più edizioni mi ha lasciato molto perplesso.
Si, sarete perplessi ma non ditemi che la Guida del Touring è fatta visitando 7000 locali, per non parlare dell'osceno Gambero Rozzo fatto da Cambi e dalla morosa o la guida dei ristoranti di Panorama o la guida dei ristoranti della De Agostini.
Dubito che Michelin visiti 6000 ristoranti ma siamo in un altro discorso, di certo noi ne facciamo 1800/2000 per poterli visitare-giudicare poi ci stanno gli errori, mica un'intera guida fatta a tavolino.
Credo proprio che la differenza stia tutta lì, tra chi fa e sbaglia, alzi la mano chi è perfetto, e chi fa finta di fare (tradotto di andare per ristoranti a mangiare pagando il conto) e invece scrive a tavolino. La differenza tra i due approcci, onesto il primo, truffaldino il secondo, è abissale e la differenza si vede. Il Gambero avrà le sue cadute, ma difficiclmente ti tradisce, cosa che non si può dire, mi spiace scriverlo, per la quasi totalità delle guide. L'Espresso, pur non raggiungendo l'affidabilità del Gambero, è l'unica che fa eccezione e che può essere messa in auto quando si inizia un viaggio.
Devo dire che mentre il popolo italiano dà il 9% in più a Berlusconi delle guide non gliene frega niente a nessuno.
e si, quel 9% lì è dura da digerire, va beh. Tornando alle guide argomento che mi tocca da molto vicino, un conto sono le guide gastronomiche un conto sono le guide turistiche, conosco più da vicino quest'ultime, può capitare che l'editore non ti dia tempo, l'uffico del turismo non è disponibile a farti fare una visita e da buon scrittore rincorri l'informazione da casa e metti tutta la tua creatività cercando di essere più corretto possibile... capita capita alla loneyplanet ovvio.
9% di coglioni in piu' e che probabilmente non sanno neanche mangiare bene.....
E' evidente che anche le Guide Ristoranti non provano tutto quello che scrivono e questo è evidente. Da sempre penso che dovrebbero diminuire il numero dei ristoranti inseriti ma verificare tutto meglio. Invece il numero dei ristoranti inseriti tende continuamente ad aumentare, come se fosse un valore aggiunto....bah!
Mi chiedo, sarebbe davvero così impossibile "tagliare" il numero dei ristoranti segnalati? Ma, soprattutto, interessa a qualcuno migliorare una guida?
Ad Majora
che ci sia una differenza tra guida e guida è evidente, quale sia la migliore io non lo sò anche perchè non le compro più e preferisco utilizzare altri canali di informazione.
Sul voto non mi esprimo perchè mi sembra OT
Visto che oggi va di moda (purtroppo), credo che la guida dovrebbe essere "territoriale", limitata cioè a località ben definite: Langhe, Cinqueterre, Val d'Orcia etc. Possibilmente anzi una guida di tale genere dovrebbe inventarlo un territorio, secondo un percorso storico, culturale e gastronomico. Piccole guide, pensate e mirate, in cui i ristoranti, gli alberghi, il commercio siano "raccontati", descritti senza bisogno di stelle, forchette o simili, evitando le sterili liste di locali. Insomma a volte mi interessa più un articolo, un reportage di un piccolo viaggio condito di appunti sul dormire e mangiare, delle guide tradizionali. Costi e distribuzione, non so, potrebbero essere un problema per edizioni così mirate, ma una serie di articoli può essere ospitata anche in riviste come il Gambero, che a dire il vero spesso li propone.
So che proposto da me questo argomento sembra un meschino atto di promozione, ma penso che sia proprio la crescente sfiducia verso un certo modo di compilare le guide a favorire la comparsa di blog e siti a esperienza diretta.
Seppur con limiti intrinseci
"Le guide" non è una categoria dello spirito, hanno nome e cognome e io ho fatto nomi e cognomi. Interventi come quest'ultimo mi farebbero rispondere che su internet si leggono recensioni di ristoranti fatte da mediocri con la voglia di copiare i guidaroli.
Se non so chi scrive e come giudica non capisco perché dovrei fidarmi del volonteroso consumatore-recensore. Molte volte ho provato le recensioni-dei-lettori-navigatori qui a Roma e ho verificato che erano recensioni risibili perché la qualità vera mica è un vezzo o una moda ma un dato quasi oggettivo e non capivo come si potesse dire di un locale che era accettabile quando la pasta era scotta e il pesce di terza qualità.
Figurarsi se non farebbe piacere scoprire nuovi indirizzi: me ne basterebbero 10 alternativi a quelli delle guide.
La fiducia nel recensore "mediocre" nasce dal sapere che ha espresso un parere disinteressato.
E' chiaro, Direttore, che è un sistema con dei limiti.
Ma ognuno ha i suoi
@Antonio lo so, lo so...però quelli sono dubbi e supposizioni un po'a caso. Quando un autore/ispettore importante di una guida confessa pubblicamente di aver inventato un sacco di cose è comunque molto diverso.
Certo che...proprio ora che le guide possono far comodo per decidere in quale altro paese del mondo ci si potrebbe trasferire.
@Gumbo
Ti consiglio la Colombia...:-)
Penso che non sia difficile impararare rapidamente di chi ci si puo' fidare. Ognuno di noi si costruisce sulla base dell'esperienza una 'rete della fiducia' personale composta di vari elementi. Se viaggio in una citta' che non conosco e devo scegliere un ristorante non faccio altro che consultare un paio di siti, chiedo ad alcuni che so che sanno, e magari sfoglio anche un paio di guide (per l'estero essenzialmente la Michelin) e scelgo. Certo non avrei mai e poi mai scelto un ristorante sulla base della raccomandazione della Lonely Planet. Che tante guide (oltre alle pochissime serie) riescano a continuare a vendere copie non cessa di meravigliarmi, ed e' un atto di accusa contro i gusti della massa. Dev'essere molto frustrante per chi fa il suo lavoro con coscienza come il GR.
come se per un ristorante di Siena o Trento si potesse dare un parere interessato :-)
Interessato a che se i ristoratori non hanno gli occhi per piangere?!? A un pasto gratis? Ma scherziamo? Ma veramente é una visione del mondo da pezzenti :-)
@hipert
Ne hai sentito parlare bene dalla Lonely Planet? :-)
In generale: non penso che chi compra le guide turistiche sia alla ricerca dell'esperienza gastronomica; più che altro è per avere qualche indicazione minima per evitare il peggio e sapere che fare se non si trova di meglio così vagando a caso.
Poi me ci sono varie tipologie di persone: - quelli che tendono a fidarsi ciecamente delle guide in generale ("se è pubblicata sarà autorevole") e ne comprano una senza minimamente informarsi o confrontarle, la prima che capita, quella in offerta al supermercato, quella che ha un titolo che ispira.
- all'opposto ci sono quelli che si fidano ciecamente del consiglio dell'amico o del parente o di chiunque scriva sul web perché è disinteressato e perché le guide sono tutte prezzolate.
In mezzo, tante sfumature. Io prima raccolgo informazioni su tutte le guide disponibili, poi ne scelgo una (o più) che mi sembra seria e con criteri vicini ai miei; poi prendo spunto da lì, chiedo a una manciata di persone fidate, leggo un po' cosa si dice in giro per il web (tenendo conti di alcuni giudizi al contrario - se quello dice che è un buon locale lo evito) e poi decido. LE due cose possono tranquillamente coesistere.
@gumbo
devo ammettere mio malgrado che se vuoi viaggiare autonomamente in paesi lontani la LP è quasi insostituibile. E il ristorante sul lungomare di Cartagena era veramente buonissimo...:-) Il mio appunto era per collegarmi alla tua amarezza dovuta al momento, suppongo. In tal caso sappi che la Colombia ha uno dei governi più di destra di tutto il continente...:-)
Direttore, sia chiaro che il presunto "conflitto di interessi" delle guide non è un mio punto di vista.
La mettevo solo al corrente. Anzi, dovesse aver bisogno, non esiti a chiedere :)
Io l'unica guida turistica che ho mai utilizzato (e ci ho attraversato gli USA in lungo e in largo) e' stata la Let's Go USA (annata 1988) scritta dagli studenti squattrinati di Harvard. Avevo comperato per curiosita' anche la Let's Go Italy ;-) tanto mi era piaciuta.
Ormai quando devo andare in qualche posto faccio prima a consultare il Web e stampare quello che mi serve, anche perché quello che mi interessa raramente lo trovo nelle guide turistiche, sempre troppo sbilanciate sull'arte e troppo poco sulla natura (oasi naturali, parchi, lipu, riserve, musei non artistici, bird watching, curiosita' naturalistiche, trekking e cosi' via).
Per quel che riguarda i ristoranti, ho una guida Slow Food regalatami qualche anno fa, ma anche io uso ampiamente il web, con siti e recensioni online. Anche i forum di cucina sono pieni di suggerimenti. E' vero che non sempre sono affidabili, ma c'è il vantaggio che a volte sullo stesso ristorante si sentono piu' pareri, e quindi ci si può fare un'idea.
Forse le guide servono di piu' a chi cerca ristoranti di fascia alta, magari essi stessi meritevoli del viaggio turistico. Nel mio caso invece se il giorno X sono in una determinata zona, voglio solo trovare un ristorante in un raggio di pochi kilometri, perche' il motivo del viaggio e' un altro.
@hipert
(sì il senso della mia frase era quello che avevi colto tu - quella dopo era solo per ricollegare la serie di battute al post iniziale!)
Per stare ancora più in tema: la Let's go l'ho usata anch'io per girare in lungo e in largo gli USA, perché aveva gli indirizzi più economici per dormire; però anche allora che non ero per nulla fissata col cibo evitavo i suoi consigli per mangiare perché (tranne rare eccezioni) erano tristi. :-)
Anche con la Lonely Planet che ho usato qualche volta in Spagna non mi sono trovata un granché bene; in Europa è andata meglio con la Guide du Routard. Però ormai per il turismo si trova talmente tanta roba sul web che non sento l'esigenza di guide.
Poi ora che il mordi e fuggi in paesi lontani mi sembra tutto così finto e artificiale e non mi ispira (ci andrò solo quando deciderò la mia destinazione per fuggire dall'Italia! ;-)...è tutto molto facile.
Al contrario, sul cibo mi trovo molto meglio partendo dalle guide che andando a caso o con le informazioni da internet - che vanno bene solo per confronto.
Io mi trovo bene con la guida "la gola in tasca" che è un mix di tutte le guide... mi piace mangiar bene e l'idea di spender tanto per mangiare non mi sconvolge l'esistenza... e questa è l'unica guida che non manca mai sul nostro camper...
PS per dario bressanini: grazie a te le mie meringhe sono spettacolari ;-)...
Uh uh...a quanto pare lo sforzo di visitare veramente i locali non necessariamente è apprezzato dagli acquirenti...
@gumbo: su Let's Go, io apprezzavo moltissimo, per mangiare, gli indirizzi di panetterie, mercati e cose del genere. Non conosco, come ho detto prima, molte guide nostrane: ci sono anche indirizzi di panetterie meritevoli, salumerie da visitare o pasticcerie da urlo? (e non sto parlando del Caffè Sicilia o cose simili ovviamente)
@chiara: da chi è edita quella guida? Che intendi con "è un mix" ?
Qualcuno conosce la guida dell'Accademia della Cucina Italiana?
Dario
p.s: Sono contento che ti vengano bene le meringhe. Insieme alla carbonara scientifica è uno dei post che ha avuto più successo del blog ;-)
@dario: Ti riporto pari pari la descrizione della giuda 2008 acquistabile on line: "Questa edizione della guida illustra 10.875 tra ristoranti, trattorie, osterie, bettole, locande, rifugi alpini, enoteche, ristori agrituristici, locali storici e di tendenza; 5.320 località grandi, piccole e piccolissime in ogni angolo d'Italia; 2.522 locali a meno di 25 euro; 3.107 indirizzi segnalati in esclusiva; 1.025 novità. Per ogni regione: curiosità gastronomiche, glossari, cartine rinnovate e indice dei comuni. Per ogni locale: giudizi e simboli de La Gola in Tasca e punteggi delle principali guide come Accademia Italiana della Cucina, L'Espresso, Gambero Rosso, Osterie d'Italia, Michelin Guida Rossa, Panorama, Touring Club Italiano, Veronelli."... insomma mangiar bene per tutte le tasche... ancora complimenti per il tuo blog... prova ad immaginarti la faccia della mia bisnonna di 96 anni mentre le riassumo il tutto concludendo con la cottura delle meringhe a 85 gradi... ;-)...
Opsss... mi sono dimenticata di segnalarvi anche la guida di Flavia Amabile intitolata "Mangiare per strada"...
@chiara.otto
Anche volendo ignorare altri aspetti a cui si è già accennato sopra..se scegli una guida che mescola i giudizi di più guide significa che tu consideri tutte quelle guide equivalenti e/o ugualmente affidabili. E' così?
@dario
Una cosa che mi viene in mente sono quelle guidine allegate al Gambero Rosso (rivista) ogni tanto che includono anche pasticcerie, panetterie ecc. Ovviamente nell'ottica della ricerca della leccornia non stile squattrnati disperati alla Let's Go. ;-)
A Torino ogni anno esce una guida gratuita che si chiama "I maestri del Gusto" pubblicate dalla camera di commercio e slow food che volendo rientra nella categoria.
@gumbo chicken: Parto dal postulato che se il ristorante è citato da più guide, non fosse altro che da una sola persona è stato testato... ovvio che il giudizio è soggetivo... prima compravo le singole guide singolarmente... (@direttore:la mia prima cmq è stata il gambero rosso!;-)...) ovvio che quando non mi metto personalmente ai fornelli voglio avere una rosa di scelte... se poi sono con amici a cui andrebbe di traverso il pranzo all'idea di spendere quanto abbiamo speso all'Enoteca Pinchiorri... questa guida è un buon compromesso... a seconda delle esigenze... vuoi di viaggio, vuoi di compagnia...
@chiara.otto
Eh però io non sono d'accordo sull'idea che se un parere è inaffidabile...sia che provenga da una guida che da un cliente qualunque...conviene escluderlo! Non sempre il 3x2 è più conveniente...
(ops mi è sfuggito un clic, il post giusto è questo)
@chiara.otto
Eh però sono dell'idea che se un parere è inaffidabile...sia che provenga da una guida che da un cliente qualunque...conviene escluderlo! Non sempre il 3x2 è più conveniente...
La Gola in Tasca è ai limiti del furto perché è fatta sfruttando il lavoro delle altre guide.
In generale tutti quelli che pubblicano la raccolta dei voti delle guide facendone un gadget o una guida vera e propria secondo me fanno un lavoro ai limiti del lecito.
Comunque vedo anche dagli interventi che le idee sono molto confuse perché si fanno dei mix senza senso, Let's Go non è certo il non plus ultra per trovare buoni luoghi per mangiare, come non lo è la Lonely Planet, sono guide per viaggiare e le migliori Lonely sono quelle dei paesi difficili non certo quelle di Italia o Francia.
Tra le guide gastronomiche la Zagat è solo Usa, la Zagat di Parigi è penosa e così quella che recensisce alcune grandi città italiane.
Certo che la Let's Go e la Lonely Planet non sono nate per trovare buoni luoghi per mangiare - però è un fatto che moltissime persone non particolarmente interessate al cibo (come me quando le ho usate - anche se il loro consigli non mi sono piaciuti nemmeno allora) le usa anche per quello, non compra una guida a parte.
La maggior parte di coloro che viaggiano non sono interessati al cibo ma solo alle mode, al sentito dire, all'ultimo articolo letto...
Gli appassionati di cibo sono i fissati, esigua minoranza in via di estinzione :-))
Non sono d'accordo con lei Direttore. Forse gli appassionati di *ristoranti* sono una minoranza in via di estinzione. Non del cibo.
Io di una guida di soli ristoranti non so che farmene ma se di una zona turistica mi indichi oltre ai ristoranti anche pasticcerie, salumerie, bar, panetterie, consigli sui prodotti locali e dove trovarli, aziende agricole ed enoteche, fiere, mercati e persino le bancarelle e i furgoncini (perche' magari a Firenze uno non vuole andare da Pinchiorri, ma mangiarsi un lampredotto in strada. E' cibo anche questo anche se costa pochi euro) allora mi interessa di piu' :-)
Gli appassionati di cibo non sono necessariamente frequentatori assidui di ristoranti :-)
E dove sta scritta la parola ristoranti nel mio ultimo intervento?
Io parlo di cibo buono, guardo chi lo vende, dove si produce e cosa c'è in giro.
La maggioranza delle persona non cerca cibo buono ma cibo a buon prezzo e le due cose spesso non stanno insieme.
@direttore: mi sento molto minoranza in questo momento... e non solo perché cerco cibo buono... e sono d'accordo con dario... infatti sul nostro camper c'è anche la guida del "mangiare per strada" :-)...
@gumbo chicken: chi ha mai detto che i giudizi inaffidabili non debbano essere esclusi? Forse non sono stata così chiara ;-)...
Cosa vuole che diciamo? che il gambero è la migliore? che è l'unica che realmente visita i ristoranti?
non capisco dove si vuole arrivare
Vorrei solo non si dicessero banalità o frasi fatte... come queste ultime. A me non importa nulla che uno dica che il gambero è il migliore, figurarsi!!!, importa che la si smetta con "le guide..." che è come dire "le donne..." una generalizzazione inutile e superficiale.
Comunque a volte si discute senza voler andare da nessuna parte e se non interessa si aspetta un prossimo post :-))
Mi scusi direttore ma Lei è il primo a giudicare il lavoro di terzi e quando si tocca il suo lavoro è sempre stizzoso.
Poi se generalizzo, dico cose inutili e superficiali, visto l'argomento non potrei fare diversamente
Direttore, intendevo dire che le (pochissime) guide che conosco io non sono genericamente guide "sul cibo e dove trovarlo", ma guide di ristoranti. Ma magari mi sbaglio ...
Allora, direttore, da donna, sono curiosa di sapere dove mi vuole portare... se mai anche lei sappia dove vuole andare... :-)
Parte della questione che in altri luoghi del web è stata affrontata un sacco di volte è che ci sono guide più serie e guide meno serie. Guide che investono un sacco di soldi per visitare i ristoranti e altre che si limitano a scopiazzare roba che trovano in giro.
Ognuno si può informare ò e farsi un'idea di quali stanno da una parte e quali dall'altra e scegliere di conseguenza.
Io posso parlarne tranquillamente perché tanto non faccio guide.
(Ovviamente bonilli non mi pare strano che s'infervori - tra l'altro credo che abbia lanciato questo thread pensando a una cosa e invece mi sa che la piega che ha preso è stata tutta un'altra - insomma un vespaio!) :-)
Resto convinto che la guida è ancora un prodotto editoriale non solo credibile ma importante in questo settore! Certo, la credibilità è una cosa essenziale. Con gli anni sono cambiate moltissime cose di pari passo ai gusti dei consumatori, che giustamente sono sempre più attenti alla spesa e a non prendere solenni fregature. Una bella idea sarebbe quella di far intervenire i lettori, con le loro esperienze positive e negative. Magari creando un simpatico confronto con le osservazioni dei tecnici o dei critici. È successo anche, che qualche lettore ha voluto “testare” un locale con la guida alla mano, proprio per constatare il giudizio espresso dalla critica. In un momento dove tutto viene messo in discussione pensate forse che le guide si sottraggano ai mutamenti?
non solo le guide non si sottraggono al cambiamento ma lo attuano, poche a dire il vero, di certo la nostra. Ma forse anche i fruitori devono cambiare: essere i primi "collaboratori" e non restare passivi critici dei critici.
I fruitori sono certamente aumentati di numero e questo ha probabilmente, per un banale effetto statistico, abbassato la preparazione media del lettore, lasciando pertanto margine di manovra a pubblicazioni meno serie.
No, Direttore, non li faccio i nomi :)
Personalmente, a parte i consigli diretti, mi affido ai classici, come GR o SlowFood.
Mi piacerebbe che qualcuno rispondesse a questa domanda: cosa rende una guida migliore di un'altra?
Mi scusi Bonilli ma in che senso i "fruitori" dovrebbero collaborare alla guida? E in che modo? Ma soprattutto perchè? Avranno poi diritto ad una copia della guida gratis? Saranno ogni tanto invitati a qualche happening ? Insomma, per lei oltre che una passione è anche un business, ma pretende l'aiuto di chi vive solo una passione. Mi sembra un corto circuito. Peraltro è una situazione che esiste e va avanti tutti i giorni sui blog in cui i responsabili delle guide ottengono una serie di spunti gratis da tanti appassionati. Molto bene, nulla quaestio finchè avviene spontaneamente. Ma pretenderlo addirittura, mi sembra troppo.
Ad Majora