23
Ott 2007
ore 19:35

La rivincita delle cuoche?

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Anna_Dente.jpg
Anna Dente dell'Osteria di San Cesareo

Negli Usa le donne in cucina e in televisione hanno preso il potere. Lo dice il Corriere della sera che ha deciso di occuparsi della cucina dedicando una pagina alla settimana alla tematica-cibo che sembra avere molto successo. Questa volta è Alessandra Farkas da New York che fa un articolo dal titolo "Cucina e potere, la rivincita delle cuoche". Nulla di nuovo, solo un collage di nomi e situazioni, da Alice Waters di Chez Panisse, storico ristorante californiano a Ruth Reichl, direttrice di Gourmet ma prima storica critica del New York Times e poi Lidia Bastianich ristoratrice - Felidia - e autrice di libri e ancora le donne venute alla ribalta con Food Network, il Gambero Rosso Channel americano ma molto più grande.

E in Italia? Sono emerse donne giovani e vincenti in cucina, in redazione, in televisione? 

In Italia vince ancora il modello Anna Dente o Valeria Piccini, la cuoca della tradizione. C'è stata la Tina Bellini a Milano o Mirella Cantarelli a Samboseto ed era la grandissima tradizione e oggi c'è Nadia Santini del Pescatore ma non c'è stata una Alice Waters che ha rivoluzionato la nostra cucina ma un Gualtiero Marchesi che nel 1977 ha aperto un ristorante che ha cambiato la cucina italiana.

E in redazione? C'è stato Veronelli nel passato e oggi ci sono tanti uomini al comando con poche presenze femminili.

E in televisione? Certo, dal 1999 Laura Ravaioli su Gambero Rosso Channel e poi Antonella Clerici ma la Clerici è altra cosa, faceva sport, fa prime serate e anche cucina. 

Insomma, in Italia il potere in cucina, ai fornelli o in Tv ce l'hanno ancora gli uomini. 

FOTO SIGRID VERBERT

commenti 12

Beh c'è un pezzetto di video molto attuale che casca a fagiuolo... :-)
http://www.movieweb.com/video/V07F6GrdXPQc9Z

23 Ott 2007 | ore 21:46

Caro direttore,
una analisi psicodinamica del motivo per cui le donne sono sottorappresentate non mi compete e nenache credo abbia senso.

Credo abbia senso chiedersi per quale motivo la notizia è degna di nota. Mi spiego meglio. Nell'archetipo della Famiglia la Cucina ha una ruolo fondamentale, che non si scioglie dal nodo che ha con la presenza femminile.
Quando si passa invece dalla dimensione casalinga a quella dell'innovazione gastronomica, snaturando e allo stesso tempo elevando al Cucina largamente intesa, il ruolo femminile non ci pare più così fondamentale e la parità tra i sessi è raggiunta.

Il sottolineare la scarsa presenza femminile nell'alta cucina significa giocare ad intrecciare questi due aspetti (famigliare e non) unendo l'immaginario collettivo del dualismo donna-cucina all'"imprenditoria culinaria" che invece appartiene entrambi i sessi. Si confondono due livelli, e gli americani la sanno lunga per quanto riguarda la comunicazione, sfruttando l'intreccio a dovere.

L'eccellenza femminile nell'alta cucina è del tutto equiparabile con quella maschile, perchè l'eccelenza è asessuata. Quindi la scarsa presenza femminile nella cucina "visibile" italiana è da collocarsi n una più ampia difficoltà di espressione delle donne nel imprenditoria, forse ancora troppo legata a quegli archetipi famigliari di cui si parlava prima.

Stiamo attenti a non fare intrecci pericolosi.

23 Ott 2007 | ore 21:53

In risposta a doc aggiungerei che il mestiere del cuoco, e specie quello del cuoco di alto livello, è una faccenda davvero impegnativa e difficilmente conciliabile con il ruolo, naturale e sociale, della donna. In altri termini, puoi essere appassionata finché vuoi ma gli orari e gli impegni del cuoco sono pesanti e difficilmente conciliabili con una vita di famiglia, figli ecc. All'estero le donne sono ugualmente in minoranza, ma forse in minor misura rispetto all'italia, suppongo sia perché in italia l'impronta della donna in quanto colei che gestisce casa ecc ecc è più forte e che tutt'ora i soggetti femminili faticano - o non immaginano affatto - emanciparsi da questi schemi. Del resto, nell'alta ristorazione, mi pare che le personnalità femminili si incontrino per lo più nella sezione 'pasticceria' il ché credo si possa spiegare per la naturale tendenza alla pignoleria. Per quanto riguarda invece la comunicazione, beh, l'italia è indietro, non è - ancora? boh - un settore che tira quanto negli altri paesi (per fare un paio di esempi più vicini e anche più freschi, nella Francia degli ultimi anni sono emerse Julie Andrieu, Laurence Salomon, Trish Deseine, Nathalie Valmary, o, per buttarla sulle blogger, Cléa e Pascale Weeks, qui nulla di tutto ciò - la ravaioli c'è dal 99 dello scorso secolo, e da allora cos'è successo? chi è apparso?? - ma se per questo non abbiamo neanche un degno equivalente di Jamie Oliver, per dire...)

23 Ott 2007 | ore 22:59

Come non citare anche Nigella Lawson tra le star della TV enogastronomica, e prima ancora di lei, e anche molto più famosa all'epoca, Delia Smith, che poi lasciò le scene televisive per dedicarsi alla gestione del Norwich City Football Club. Un mito.
Queste sono, a differeza di Lidia Bastianich ad es., delle cuoche solo televisive e non di ristoranti. Sembra che quella sia una carriera più difficile, o no?
Comunque sia, Nigella...come mescola l'insalata lei non ce n'e'.
Sui cuochi in TV sarebbe interessante capire come mai milioni di persone guardano le loro ricette e solo una minimissima percentuale ha intenzione di metterle in pratica, e ancora minore la percentuale di chi effettivamente lo fa.

23 Ott 2007 | ore 23:18

mitica Anna!!!

24 Ott 2007 | ore 03:56

Pecco di esterofilia, come mio solito, ma perché dimenticarsi di Julia Child???
Dopo aver letto "My life in France" è diventata una delle mie eroine culinarie!
Ma mai dimenticherò la prima volta che vidi Laura Ravaioli: faceva la frolla, con le proporzioni più azzeccate che abbia mai provato!
:-)

24 Ott 2007 | ore 08:02

io credo chele donne non riscontrano un gran successo sia anche perchè si vive ancora in un mondo maschilista...non solo nell'ambto della cucina è così!!!
se noi ci riflettiamo sù, quando si parla di una donna che ha fatto carriera,si pensa sempre a come ha fatto e la prima cosa che si pensa è che forse è andata a letto cn qualcuno di importante ecc...e non si pensa che quella donna ha faticato il doppio perchè deve ache tirare su una famiglia con tutti i problemi che ne comporta!!!!
oltre a questo, credo che per una donna sia difficile affermarsi nel mondo della cucina anche perchè essere a capo di una brigata non è facile, perchè molti uomini (soprattutto della nuova generazione)pensano che a capo di una brigata non ci può stare una donna perchè considerata inferiore.....questo soprattuttto per l'eccesso di ignoranza che persiste nel nostro paese.
ma avete fatto caso che negli altri paesi in politica le donne stanno in continua crescità???e in Italia invece non siamo neanche 1/10!!!!!!!!

24 Ott 2007 | ore 08:44

D'accordo, in Italia il potere in cucina ce l'hanno gli uomini. Ma, scusate, in quale settore ce l'hanno le donne? Se persino in politica non si fa che parlare di quote rosa...perche il business dei fornelli dovrebbe dare risultati diversi?
Per quanto riguarda, poi, gli articoli del Corriere è vero non sono granchè e non ci dicono niente di nuovo. Però non domentichiamo che si tratta di un quotidiano generalista, mentre noi siamo una tribù di fanatici.
Penso che lo stesso penseranno gli scienziati - adusi a leggere riviste specialistiche - rispetto agli articoli di scienze.
Insomma, non stigmatizziamo e rallegriamoci....più se ne parla (soprattutto in certe sedi comunque autorevoli) meglio è.

Ad Majora

24 Ott 2007 | ore 09:26

E' dura trovare qualche cheffa, ma cercando cercando qualcuna c'è. Appena ho tempo ne intervisterò una stellata (che non sia la Feolde) per il mio blog.

25 Ott 2007 | ore 00:06

Riguardo a questa cosa mi permetto di aggiungerne una nuova.
Un autorevolissimo professorone di non so più quel Università alla Radio diceva che le donne hanno un apparato gustativo assai più sensibile di quello degli uomini, e quindi tendono a produrre una cucina meno sapida. Gli uomini che invece sono in questo senso *meno attrezzati* tendono a caricare di più i sapori. L'effetto è che, essendo la cucina giudicata, valutata e criticata soprattutto da uomini, data la minor sensibilità vengono maggiormente apprezzate le preparazioni di altri uomini, più cariche di sapidità e in grado di superare le limitazioni dei mascolini palati di carta vetrata.
Il tono con cui la rivendo è irridente per innato scetticismo, ma si tratta di una notizia, pare, dalle solide basi scientifiche.
Sulle conclusioni, mi richiudo in un virile silenzio.

25 Ott 2007 | ore 13:13

Attualmente non vedo delle donne chef, di un certo rilievo anche se le cucine dei ristoranti italiani sono piene di donne di talento. Personalmente io preferisco recarmi in un ristorante dove so che lo chef è un uomo, perchè lo ritengo più affidabile in merito alla creatività, alla passione per il proprio lavoro, al rigore, alla disciplina. Sono sempre stato deluso da chef donne, che le ritengo più "pasticcione" tranne due eccezioni Rougui Dia del ristorante Petrossian a Parigi e Flora Mikula del ristorante Les saveur de flora a Parigi, brave non perchè donne ma perchè fanno una cucina di carattere, di cultura, di creatività. Per obiettività devo dire però che ho trovato invece delle donne bravissime nella direzione e gestione dei ristoranti, spesso ma non sempre mogli degli chef

25 Ott 2007 | ore 13:29

complimenti al blogger: un argomento che può farmi girare le pentole, anche in senso buono. la mente corre a un'intervista televisiva in cui una delle rarissime cuoche celebrate sembrava una monaca di stretta clausura esposta lei nolente alla luce, ritrosa, tremante e ringraziante la famiglia tutta di ogni sua virtù di cui era certamente loro debitrice, e per sovrammercato gli dei perché le stava capitando tanto onore. che le piglia a quella? pensai. poi conobbi pure, nell'apprezzato ristorante, il marito. ma questa è un'altra storia. mi limito a dire che i commenti che mi precedono fanno capire qualcosa di questa imbarazzante ritrosia. interessante la storia delle donne in cucina, di casa e no; a cominciare dal Menagier, testo medioevale in cui un marito ammaestra la moglie in proposito. Una volta ci volevo scrivere su; forse lo farò.

27 Ott 2007 | ore 17:24

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