19
Ago 2008
ore 09:36

Cucinare bene, cucinare tutti

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PERCHE' E' STUPIDO PAGARE L'INSALATA LAVATA 18 EURO AL CHILO 

Dice Cedroni, rispondendo a Licia Granello, Repubblica di oggi: "vero che la pasta è aumentata del 20%: in percentuale è tantissimo, ma sul prezzo incide per 30-40 centesimi al chilo. Dividendo per 10-12 porzioni (la norma è 80 grammi a crudo) significa 3 centesimi di euro a porzione".
La crisi è anche questo, è la capacità di vedere i fatti nella loro giusta dimensione e l'esempio della pasta è illuminante.
Imparare a fare la spesa,capire che è stupido prendere l'insalata già lavata e pagarla quattro volte di più, 18 euro al chilo, oppure buttare via il pane vecchio quando ci sono molte ricette della tradizione che ci insegnano ad usarlo, sempre che non vogliamo farcelo in casa. Dice Cedroni: "fare il pane con la macchinetta è semplicissimo, ci permette di scegliere la farina, costa molto meno che comprarlo, è sicuramente più buono".

BATTERE LA CRISI IMPARANDO A CUCINARE

Il vero colpo di genio, infatti, è imparare a cucinare, diventare cuochi, cucinare a casa divertendosi, giocare con gli amici, fare la spesa in modo intelligente, riscoprire le nostre tradizioni di paese agricolo e contadino.
I giovani e gli uomini che considerano normale non saper cucinare neppure un uovo sono, come diceva Sciascia nel Giorno della civetta, mezzi uomini e quacquaraquà quando ne fanno un vanto, le ragazze non perdono certo in appeal mettendosi ai fornelli. Tutti starebbero sicuramente meglio.

commenti 23

E' una risposta di buon senso con cui sono perfettamente d'accordo: l'allarme sui prezzi di pasta e pane tra l'altro, nasconde aumenti ben piu' pesanti per il bilancio familiare.

In quanto al far da se' che porta anche un risparmio: non c'e' bisogno di diventare grandi cuochi o pasticceri ad esempio, per fare una torta e dei biscotti in casa e rinunciare ai dolciumi industriali per la prima colazione, che certo non sono rimasi esclusi dagli aumenti, e sulla cui salubrita' ci sarebbe molto da discutere.

Come accade spesso e' l'informazione (soprattutto televisiva)che pecca: tanto allarmismo e poca divulgazione.

19 Ago 2008 | ore 10:33

Salve a tutti, mi piace cucinare e condivido praticamente quasi tutto di ciò che è scritto. Sento spesso donne che si vantano del fatto che non sanno cucinare! La cosa mi lascia molto perplesso poichè ho sempre pensato che sia un vanto saper fare qualcosa e non il contrario! Per quanto riguarda Moreno Cedroni, non ho mai mangiato nel suo ristorante ma devo credere a tutto il bene che si dice di lui! Devo però sottolineare che sentirlo parlare di prezzi mi lascia un pò amareggiato. Tempo fa sul suo sito ho trovato la lista dei vini ed i relativi prezzi! Sicuramente una buona iniziativa quella di pubblicare i prezzi però vedere bottiglie da 19 euro in enoteca vendute a 50 euro mi fa venire i brividi. Non voglio colpevolizzare il buon Cedroni (altri ristoratori applicano quei margini) ma forse sarebbe il caso di fare autocritica e non denigrare chi magari dopo un'intera giornata lavorativa e magari due ore di traffico pensa di poter mangiare una squallida insalata già lavata!!!
Saluti
Raffaele

19 Ago 2008 | ore 10:57

Ottimo consiglio per affrontare la crisi. E perché no, coltivarsi da soli gli ortaggi per il fabbisogno familiare?

19 Ago 2008 | ore 11:36

Ciao, scrivo dalla Francia è sono d'accordissimo, ci sono tanti modi di mangiare meglio è risparmiare in casa.. per esempio io faccio tutti i miei brodi è fondi è dopo li surgelo. facendo un semplice brodo di carne, si puo' utilizzarlo per il risotto, è la carne cotta farne delle crochette...ecc ecc
io non utilizzero' mai del dado ! di fronte a casa mia ci sono le mucche che fanno il latte fresco, si paga 50 cts al litro e vi lascio immaginare i gelati che si possono fare in casa investendo in una buona gelatiera.
saluti
Gregory

19 Ago 2008 | ore 11:52

Che fai, provi a rilanciare lo stesso tema con altre parole? ;-)
(a quanto pare funziona)

La storia dell'aumento del pane e della pasta ne parlavamo l'altro giorno. I telegiornali comunicano messaggi in modo assurdo tipo "nuovi aumenti per il grano, si calcola che ogni famiglia spenderà 150 euro in più all'anno" (che poi che diavolo significa? Una famiglia di quante persone? E che mangia quanto pane e quanta pasta al giorno?). Fatto numero 1.
Molta gente è talmente rimbecillita che si allarma e cerca allora disperatamente di ridurre pane e pasta; e magari poi compra i cracker e le bistecchine per nutrirsi e non si rende manco conto che spende di più!!!
Poi riascolta il Tiggì che il giorno dopo dice che gli italiani tirano la cinghia e per arrivare a fine mese sono costretti ad andare a comprare nei discount. Come se fosse l'unica soluzione esistente al mondo.
E poi intervistano un po' di gente con i carrelli pieni di bibite, prodotti semipronti e surgelati "ehh già i prezzi sono alle stelle; ma io mi trovo bene, tanto i prodotti sono gli stessi, in quelli di marca paghi solo il nome e la pubblicità!"
Che in alcuni casi è anche vero, ma non vale sempre; devi metterti lì a cercare, leggere le etichette e distinguere, perché tante cose costano meno proprio perché sono schifezze immonde!
Ma dico uno non ci arriva da solo a capirlo? Deve dirglielo Cedroni grazie all'intervista della Granello? Mah!!!

Comunque proprio questa settimana abbiamo fatto il conto che comprando le verdure fresche a Porta Palazzo (che tra l'altro è anche un mercato bellissimo in stile Liberty che fa anche piacere rispetto al rumoroso anonimato dei centri commerciali!) e aggiungendo un po' di corollari (cererali, legumi, yogurt, condimenti ecc) abbiamo mangiato spendendo da uno a due euro e mezzo a testa per ogni pasto. Oh e non era mica triste, era buono!

p.s. coltivarsi da soli gli ortaggi, quando la gente che conosco non trova il tempo di andare a fare la spesa più di una volta alla settimana nè vuole cucinare per più di 10 minuti mi sembra vagamente utopistico!!!

19 Ago 2008 | ore 11:56

Fare la spesa al mercato - e in molte città italiane i mercati sono numerosi e spesso anche belli - abitua a un rapporto con i prodotti diverso da quello che si ha al supermercato, è divertente, ci fa seguire con più precisione e sensibilità le stagioni, è un risparmio.
Vedo la pubblicità dell'ennesima serie di libri dedicati alle ricette regionali che uscirà una volta alla settimana con Repubblica a partire dall'inizio di settembre.
E' la quarta volta che le pubblicano e così ha fatto il Corriere e il Giornale e molti quotidiani locali.
Questo vuol dire che il cucinare a casa sta "tornando di moda" quando dovrebbe essere normale, divertente e utile.
Ma va bene lo stesso, solo che a questo punto bisogna imparare a leggere le ricette e capire quando sono farlocche, sbagliate, vecchie, copiate e ricopiate.
Insomma, la crisi ci fa scoprire la necessità di dover dedicare più cura a noi stessi causa aumento dei prezzi e diminuzione del potere d'acquisto.
Un accidente ci porta una soluzione positiva.

19 Ago 2008 | ore 12:24

Qui c'è un post interessante su come cucinare e riusare un pollo intero: http://www.thesimpledollar.com/2008/08/19/the-frugal-whole-chicken-or-waste-not-want-not/

in tempi frugali
ciao

19 Ago 2008 | ore 17:18

Riscoprire certi piatti...la carne la compro solo in collina dal mio macellaio di fiducia.
Propone bestie locali, ma tutti vogliono filetto o fettina... e si lamentano del prezzo (già basso peraltro...filetto a 22 euro) poi lasciano le parti migliori che costano due soldi come guanciale, la costa di bue, il cuore, un buon pezzo di pernice. Per non parlare delle ossa dalle quali ricavare l'ottimo midollo (alla faccia delle temperature in aumento;-)
Una grigliata mista con frattaglie, ossa di bue tagliate a 4 centimetri e una buona costata mi costa 20 euro e sfamo 10 persone felici...il pane dal forno a legna e la verdura dall'orto.

19 Ago 2008 | ore 17:44

Bene, c'è quindi spazio per corsi di cucina amatoriale improntate all'abbattimento dello sciupo, alla Sagra del Riutilizzo e del Magna Magna l'Animale Più Diffuso (ricordate i cinesi con i topi e, adesso, gli australiani con i canguri)?

Personalmente non ci credo. La popolazione media non ha, secondo me, la esatta sensazione di che tipo di crisi stiamo attraversando. Vede ancora nel mondo esterno (TV primariamente) un finto benessere che ancora non è crollato sotto il peso dell'indebitamento personale che sta costando da anni, vede ancora veline e calciatori, grandi fratelli e ottimi nemici. Insomma, il portafoglio non è veramente vuoto, almeno mentalmente. Se la crisi non comincerà a mordere sul serio, e non se ne vedono ancora i segni perché, parlando di economia spicciola, non c'è ancora un calo di domanda tale che abbia fatto crollare veramente i prezzi dell'offerta in nessun settore di consumo individuale, dicevo, se la crisi non morde, questi discorsi lasceranno il tempo che trovano.... quando si arriverà alla fame vera, i mezzi per inventarsi il vero riciclo non mancheranno...
Che poi, qualche tempo fa, mi chiedevo: a Napoli e dintorni stavano in mezzo alla mondezza, e ogni giorno ne producevano sempre di più. Ora, per assunto dell'economia, se sei povero, ma quanta cavolo de mondezza puoi produrre?? Non è come ce la raccontano, pensateci...

19 Ago 2008 | ore 19:13

Anche imparare a fare la spesa è importante. Si vedono moti carrelli colmi di futilità e prodotti precotti o già pronti. La realtà è che le persone non vogliono (né sanno) sgobbare e quindi già comprare qualche kg di spinaci freschi è un'impresa ardua, inaffrontabile . Con umiltà dico meno “voli pindarici” e più pragmatismo ...

19 Ago 2008 | ore 20:29

per cambiare ci vorrebbe la consapevolezza della necessità di farlo, quindi la voglia di mettere in atto comportamenti differenti da quelli codificati (sclerotizzati?) nella propria routine quotidiana. aggiungo anche che sarebbe necessario istituire dei corsi statali obbligatori sull'alimentazione a cui indirizzare gli asini che non sanno neanche distinguere un cereale da un legume. cioè il 95% della popolazione italiana.

19 Ago 2008 | ore 20:49

Nel mio personale paradiso terrestre, dove o casa e passo regolarmente 15 giorni d'estate e tutti i week end possibili, ci sono 2 macellai, 1 forno, 1na verduraia, 1 alimentari. I macellai allevano le loro bestie, chianine, maiali allo stato brado nel bosco, fantastici tacchini. Il forno è un forno vero: pane, pizza bianca, crostate e biscotti. Luigina, la verduraia, quando dice "a Fa, è roba nostrana" significa che arriva dal suo orto. Le verdure sanno di verdura e poi, sotto il banco, uova fresche di oca, anatra e "gallina ovaiola". 4/5 uova al giorno, non di più, che mi faccio tenere rigorosamente da parte. L'alimentari sono una famiglia sarda: le donne in negozio, gli uomini allevano percore. Ricotte, formaggi tutto produzione propria. Io qui sto meravigliosamente, i pressi sono il 20% in meno che a Roma e non ci sono paragoni sui sapori. Certo, quando compro l'insalata dalla Luigina lavo per ore perchè è piena di terra...però è divertente anche questo, e l'insalata pulita non dovrebbe esistere. Vabbè, che dirvi di più. Il nostro programma è di trasferirci qui stabilmente entro tre anni. Siamo solo a 90' minuti di auto dai nostri uffici di Roma e 60' minuti di treno da Termini. Nome del Paese? Lubriano, davanti a Civita di Bagnoregio e a 20' minuti dal Lago di Bolsena. Lucci, coregoni e anguille meravigliose. Last but not least: gli avanzi di pane dell'ultima settimana oggi sono diventati una splendida pappa al pomodoro (ricetta dettatami dal mio amico Fabio Picchi). Sono qui fino a Domenica...nel caso vogliate fare un salto a trovarmi. Ciao!

19 Ago 2008 | ore 22:03

ps: scusate per le "acca" e le ultime lettere dell'afabeto...ma il mio bimbo "acca" a rovesciato un barattolo di bolle (si, quelle acqua e sapone) sulla tastiera del pc e ora come ora "acca" o alcuni problermi con la tastiera in tilt...mo' uso il fon e provo ad asciugare...sigh :-)))

19 Ago 2008 | ore 22:09

e poi cucinare è una forma di espressione deliziosamente effimera, e un sistema di comunicazione non verbale di illuminante verità...
e questo anche nell'ovosòdo quotidiano!

20 Ago 2008 | ore 07:46

p.s. coltivarsi da soli gli ortaggi, quando la gente che conosco non trova il tempo di andare a fare la spesa più di una volta alla settimana nè vuole cucinare per più di 10 minuti mi sembra vagamente utopistico!!!

Hai ragione Gumbo, le proporzioni numeriche, soprattutto nelle grandi città sono svantaggiose se non impossibili. Ma accanto a quelli come me che hanno la fortuna di vivere in campagna e di essere rimasti contadini dentro, anche se fanno un altro mestiere, vi sono realtà intermedie tipiche di alcune città medio piccole cha sanno trarre frutto da terreni incolti ed organizzazione pubblica: una larga fetta di pensionati che si sente ancora attiva ha assegnata una fetta di terreno demaniale opportunamente cintato e con acqua disponibile (pozzi o rete dedicata) in cui nelle varie stagioni fioriscono le più svariate coltivazioni di stagione che non solo approvvigionano i vari famigliari ma diventano pure oggetto di embrionali commerci fra vicinato a prezzi assai differenti anche da quelli dei mercati ortofrutticoli. Se come me avessi viaggiato giornalmente sulla tratta Asti Torino negli anni sessanta e settanta (oddio sarai certamente più giovane!) ti saresti potuta accorgere di quanti fazzoletti di terra rubati a massicciate, gerbidi, sponde erano adibiti a colture ortofrutticole e di quanti "travet" operai alla Fiat ma residenti in cintura ed oltre arrivavano al lavoro con borse cariche di verdure, uova, pollame, vino per quei piccoli commerci che nel corso di una vita hanno contribuito al bilancio famigliare (sia per chi vendeva che per chi comprava) e non poche volte anche al possesso di una casa comprata piano piano con quei viaggi. Ora il mondo è cambiato e su massicciate e fondi sono tornate le erbacce, i tempi globali hanno travalicato quelli biologici, le economie di scala e di mercato soverchiato quelle domestiche. Impariamo sì l'alfabeto del progresso, indispensabile ed inevitabile, ma non dimentichiamo che il quotidiano è fare di necessità virtù imparando ad ottimizzare, riciclare, cucinare e pure coltivare quando possibile.
Saluti
Pier

20 Ago 2008 | ore 10:00

@Pier,
hai ragione, è solo che mi pare più realistico partire da progetti meno ambiziosi (almeno per noi di città)!
;-)

Però una cosa sono assolutamente d'accordo: la vita quotidiana in altri luoghi e altre epoche - vicine, lontane, comunque diverse, anche solo per sfumature - è utilissimo. Anzi forse fondamentale. Perché siamo talmente abituati a pensare che tutto ciò che noi facciamo sia normale e tutto quello che noi NON facciamo sia impossibile che non vediamo tutta una serie di alternative che in realtà ci sono e neanche poi così complicate da realizzare - senza dover cambiare drasticamente stile di vita.
Già informarsi su dove sono i mercati più vicini e vedere quanto impieghi a raggiungerli in bici può essere un enorme passo avanti! :-)))

20 Ago 2008 | ore 14:26

Pensare che noi stiamo semplicemente discutendo di come migliorare la nostra vita avendo alle spalle - e non si deve andare indietro di molte generazioni - una tradizione contadina e di alimentazione che aveva dei pregi innegabili e sfruttava al meglio le risorse del territorio.
Oggi si fa la spesa senza pensare, cercando sempre il negozio più vicino e dove si spende meno e non è il criterio migliore.
Comunque anche discuterne diventa difficile perché si rischiano di ripetere i soliti buoni propositi senza il racconto di esperienze nuove - che evidentemente non ci sono - e quindi ripromettendosi di fare ciò che non si farà una volta ripresa la vita quotidiana :-))

20 Ago 2008 | ore 17:31

"Esperienze nuove" in che senso? Che non assomiglino minimamente al passato?
O vuoi il dettaglio del programma di ogni nostra giornata?

p.s. Veramente io sono già in modalità "vita quotidiana", mica in vacanza come qualcun altro! :-)))

21 Ago 2008 | ore 09:11

L'estate rappresenta sempre un buon motivo di rimettermi a cucinare ogni giorno, essendo le ferie il mio momento di dieta e quindi, per un mese, non vado al ristorante. Insegnando a cucinare da una vita, mi sorprendo sempre come le persone si esaltino a scoprire cose semplici: mi ricordo di aver fatto felice una pensionata che a 70 anni scopri il modo di fare il roast beef cotto al sangue. Più che i libri di ricette, le dispende di cucina regionale, servono corsi di cucina, anche fatti per gente semplice, che non vuole diventare chef ma vuole semplicemente capire l'ABC. A Firenze li organizzo con il Comune ed il successo è perennemente assicurato!

21 Ago 2008 | ore 10:17

Le piccole scoperte della nostra vita quotidiana che lette da un altro possono fungere da detonatore, far capire che anche facendo cose semplici si può vivere meglio.
Gumbo è l'esempio di un cambiamento: prima la ristorazione la guardava a partire dalla colonna dei prezzi. Oggi tiene sott'occhio sempre quella colonna ma ha scoperto anche il piacere dei prodotti e piatti di qualità e tenta di "evangelizzare" gli amici che sono rimasti dove era prima lei.

21 Ago 2008 | ore 10:35

Bé? Nessun altro si stufa di fare sempre le stesse cose, oppure sono tutti gelosi delle loro tecniche segrete di spesa e cucina?
Volete sapere alcune cose che mi sono state utili a uscire dalle mie pigre abitudini e scuse?

21 Ago 2008 | ore 18:00

bonilli parla di tradizioni contadine dimenticate. è vero. aggiungo che questa rimozione è avvenuta con una rapidità storica impressionante (negli anni 60 c'erano treni carichi di contadini che migravano verso le realtà industriali del nord) e non è stata sostituita da una "negazione" di stampo hegeliano che portasse ad una sintesi di livello superiore. al contrario la dialettica evolutiva si è in questo caso fermata allo stadio della "negazione dell'intelligenza" :-)

facciamo un esempio: sono l'unico che, quasi sempre, invariabilmente, alla fine di ogni pasto, vede qualcuno che ordina un ananas? ma è così indispensabile mangiare quotidianamente un prodotto che ha viaggiato più di marco polo? in italia ci sono già le nevi perenni causate dal riscaldamento globale e non cresce più frutta? o sarà che l'ananas "sgrassa e fa dimagrire" come dicono molte riviste horror? come è possibile che il portinaio il dirigente d'azienda, la studentessa, per finire con mia madre settantacinquenne, tutti sono suggestionati dal mito dell'ananas?

quando sarò dittatore, bandirò questo frutto e affamerò gli idioti che ne abusano :-)

nel frattempo resto solo un umile cittadino della repubblica delle banane....


le mode alimentari sono una dimostrazione dell'abbrutimento, della decadenza e dell'incoscienza dei nostri tempi e delle menti che ne fanno parte.

21 Ago 2008 | ore 20:51

Ho salvato Cucinare bene, cucinare tutti - Papero Giallo tra i preferiti!

10 Dic 2011 | ore 12:03

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