ore 11:58
Campania infelix
MOZZARELLA ALLA DIOSSINA
INSALATA AVVELENATA
" Avvelenamento di sostanze finalizzate alla produzione, commercio di prodotti adulterati e frode in attività commerciale." Queste sono le accuse fatte dai Nas dei Carabinieri a 109 titolari di caseifici e allevamenti del casertano, sequestrate ingenti quantità di mozzarelle e trovate fialette di anabolizzanti e di ormoni della crescita.
Questa è l'ennesima notizia proveniente dal cratere-Campania e fa il paio con il bellissimo servizio di Report del 9 marzo scorso nel quale si è visto come le acque contaminate dai veleni di centinaia di discariche abusive viene usata per irrigare i campi dove si coltivano fragole e ortaggi. Sono verdure velenose e non commercializzabili ma i contadini fingono di non sapere.
E così nei banchi di verdura dei mercati di Roma si comincia a precisare che non c'è nessun prodotto della Campania. A parte la falsità della dichiarazione, non tutta la Campania è stata travolta dalle discariche, non tutti i prodotti sono contaminati ma ormai la psicosi sta colpendo il Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana e tutti i prodotti di questa bellissima e martoriata regione.
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Un anno fa ho coordinato un dibattito all'Enoteca Palatium con i produttori di latte bufalino e di mozzarella del Lazio. Mi colpì il fatto che rivendicavano un loro marchio dopo aver fatto il diavolo a quattro per entrare nell'area della dop Campania. Alcuni di loro sono originari della provincia di Caserta che si sono spostati in provincia di Latina. Mi chiedo: la loro esigenza nasceva dall'intuito commerciale o sapevano qualcosa? In ogni caso questa crisi per certi versi ci voleva e dimostra come i furbi alla fine non sono persone intelligenti. Sarà scremata un po' di munnezza, stavolta umana, e chi lavora seriamente emergerà ancora meglio. Proprio come è stato per il mondo del vino dopo il metanolo. Anche perché l'area in questione è circoscritta, la stragrande maggioranza del territorio campano è area naturale protetta (Cilento, Vesuvio, Matese, Picentini) o poco antropizzata (Sannio, Irpinia). Spero che i produttori capiscano come sia importante la promozione, essere organizzati in consorzi, fare massa. Essere insieme aiuta non quando le cose vanno bene, ma quando c'è la crisi. Vedremo, ma sono ottimista. E la Città del Gusto a Napoli può essere per molti di loro una opportunità.
Difficile per uno straniero non sconfinare in un razzismo anti cibo italiano in genere...e come sempre, in Italia, sono i piccoli produttori che subiscono i danni più ingenti!
davvero un peccato che si parli di Napoli e della Campania solo quando si deve parlar male...La settimana scorsa ho organizzato un piccolo evento alla Città del Gusto di Napoli....Ho trovato una città tutto sommato pulita, alberghi di buon livello a prezzi che al nord ce li scordiamo, ma soprattutto giovani con una gran voglia di fare bene... Se si parlasse anche di loro, forse troverebbero la forza di reagire.
PS i locali della Città del Gusto sono uno spettacolo, basterebbe vedere cos'era Bagnoli qualche anno fa e vedere oggi cosa c'è.
epperò, per non fare danno a tutti si dovrebbero fare i nomi delle aziende coinvolte e magari pure di quelle controllate e trovate in regola...l'informazione corretta dovrebbe essere fatta così per essere al servizio del consumatore...
Mozzarella di bufala DOP (Diossina di origine protetta)
Per quanto leggo in giro ci sono scandali col botto da per tutto e sono anni che ci perseguitano facendo scoppiare questi temibili scandali
Uno dei più grandi scandali alimentari europei riguardava proprio le diossine. Nel '98 si è scoperto che polli e uova esportati in tutta Europa, provenienti dal Belgio, contenevano livelli pericolosi di PCB, policloruro bifenile. Pesce? Arriva l'allarme della Commissione e del Parlamento europeo, che mette in guardia dai rischi per la salute umana provocati dalla concentrazione di diossina individuata nel pesce degli allevamenti che usano le farine di pesce e in quello di mare, soprattutto se pescato nel mar del Nord e nel Baltico. Lo studio "Effetti della diossina nel pesce" è stato realizzato per conto della direzione per la Ricerca dell'europarlamento. Merluzzi, aringhe e cozze alla diossina... i pesci accumulano diossina soprattutto nelle parti grasse e nel fegato. Nei mari europei il rapporto sarebbe otto volte superiore rispetto ai Paesi meno industrializzati. I pesci predatori aumentano l'accumulo mangiando altri pesci inquinati.
Negli allevamenti ittici l'uso degli oli e delle farine di pesce aggrava la situazione. I salmoni allevati suscitano ricorrenti preoccupazioni, per i livelli di diossina e di sostanze chimiche riversate in acqua per l'allevamento. Ad alto rischio vengono considerate le cozze: diossina e metalli pesanti sono stati individuati anche in esemplari pescati in Italia, nella laguna di Venezia e nella costa campana. Il cibo conta per circa il 90% dell'esposizione umana alle diossine che, anche in basse concentrazioni, possono causare tumori, disturbi comportamentali e d'apprendimento, indebolimento delle difese immunitarie, riduzione degli ormoni maschili e dello sperma, diabete, una malattia della pelle (cloracne), un'affezione uterina (endometriosi).
Il nostro organismo impiega sette anni per eliminare almeno una parte delle diossine assimilate.
E allora mangiare cosa ce lo suggerisca lei direttore… che del settore se ne intende… mangiare più frutta più verdura e biologica…. Cucinare con professionalità e coscienza…ma quale garanzie del prodotto? Il cliente come si tutela….!!!!
Può sembrare banale ma l'avere negozi e negozianti di fiducia con i quali si sono condivisi anni di acquisti può mettere al riparo da tanti pericoli.
Certo che se si è clienti dei supermercati è difficile costruire un rapporto personalizzato.
La strada del biologico e gli acquisti diretti dai produttori, magari in gruppo, è un altro metodo di salvaguardia efficace.
Per l'ennesima volta diciamo anche che sarebbe buona regola quella di seguire la stagionalità tanto per le verdure che per la frutta.
E comunque quando comincerete ad accorgervi che entrando in una stanza non dovete accendere la luce per via di quel chiarore proveniente dal vostro corpo, cominciate a preoccuparvi :-) :-))
Report fece un servizio nel 2007 dal quale emersero le carenze di controllo del consorzio per la tutela IGP sugli associati che usavano latte rumeno per fare le mozzarelle, ma quello era il male minore...
Se noi fossimo un paese serio, l'ISS e l' ARPAT farebbero controlli a campione per misurare i livelli di diossina negli alimenti venduti nel resto d'Italia, invece dobbiamo aspettare che qualche procuratore si svegli o che qualche consumatore si ammali.
Io nel mio piccolo sono solo immensamente triste. E' un momento davvero difficile per Napoli e per noi napoletani. Spero solo che tutto questo possa servire a qualcosa, che dai sacchetti di monnezza possa nascere un fiore. ma io per primo non ci credo, non ci credo più....
Ad Majora
La verità è stata scritta e testimoniata. Ma la mozzarella di Bufala vive di vita propria e nonostante tutto continua ad essere uno dei rpdotti più richiesti. Questo è il problema. I consorzio deve iniziare a patire la mancanza di ordini per fare qualcosa di serio e risolutivo in campo di sicurezza alimentare.
Ormai veramente è una rottura. Io continuo a mangiare mozzarella e non emano alcun alone. Però sono preoccupato lo stesso.
1) perchè nessuno, come per la monnezza, è il responsabile di questo disastro e nessunio, almeno fino al 13 aprile andrà in galera;
2) perchè chi doveva provvedere a fare qualcosa ha messo in essere soltanto occasioni per sprecare danaro o per arricchirsi.
3) perchè facendo il raffronto sempre con santa monnezza ( laddove il Ministero della Sanità smentisce i dati diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità e dalla protezione civile sui livelli di contaminazione ambientale) viene il dubbio che non tutti gli esami sul latte siano veritieri
4) perchè non viene diffusa la lista dei produttori e dei caseifici contaminati
5) perchè ancora una volta dobbiamo sperare c'adda passà a nuttata.
E nonostante tutto continuo con Luciano a essere ottimista.
Bravissima, questo è il punto. Adesso le tue parole saranno un epitaffio o diventeranno un programma? Al Consorzio, e ai produttori, la scelta: avranno la capacità di trasmettere sicurezza alimentare oltre che bontà?
forse quello che manca è una visione d'insieme del territorio, i prodotti agricoli e alimentare arrivano da quella zona da quel territorio e saranno sempre più sicuri e garantiti se lo sarà anche il territorio. Non possiamo pensare di avere un territorio ricco di veleni di ogni genere e il prodotto sicuro. Poi esiste adulterazione del prodotto volontaria, è sempre stato cosi, queste cose sono sempre accadute, bisogna che le norme vengano interiorizzate e viste come una qualcosa di positivo e non di negativo.Non possiamo mettere i Nas in ogni azienda. Come scegliere? Per me che abito a Milano molto distante, cerco di prendere un prodotto di qualità e fidarmi delle etichette e di chi lo propone, non mi è possibile fare altro
Io sono passato da ieri ad Agricoltura Nuova, mi pare l'unica.
Intanto stamani al TG hanno tenuto a precisare che i limiti della diossina sono stati si superati, ma di poco...
Vogliamo scommettere che nel giro di poco verranno nuovamente (eh, si, nuovamente... perchè era gia stato fatto) alzati e tutto rientrerà nella ''tolleranza di legge''...?
Bel paese... aumentano i valori? Alziamo la soglia...
Del resto se la famiglia che controlla una delle maggiori industrie farmaceutiche del paese viene trovata con 430 milioni di euro su conti esteri (notizia di questi giorni...) un futuro glielo vogliamo negare?
Il sarcasmo ci aiuta, ma dura solo pochi secondi... poi si torna alla triste realtà.
Non manca la voglia di combattere, mancano i mezzi.
ciao,
claudio
Leggo di persone che, nonostante tutto, si dichiarano ottimiste! D'accordo che viviamo nel migliori dei mondi possibili...