18
Ago 2010
ore 16:17

Lo Scoglio dei gourmet

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I pomodori che ti arrivano su un piatto da portata sono unici, incredibili, così buoni che puoi dire "io pomodori così non ne ho mai mangiati" e lui sorride contento.
Lui è Peppino, il proprietario dello Scoglio, un ristorante che si protende sul mare nella baia di Marina del Cantone, a Nerano.

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Sorride contento Peppino De Simone, perché dietro ai piatti di verdure, alla frutta, alla cucina semplice ma vera dello Scoglio, c'è un orto che si trova pochi chilometri prima di Nerano, a Sant'Agata sui due Golfi, ed è un orto di un ettaro dove sono coltivati pomodori, melanzane, fagiolini, zucchine, zucche, peperoni, insalate di tutti i tipi, rughetta, prezzemolo e poi pesche, mele, fichi, susine e tutto quello che è coltivabile.

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E così quando arrivano in tavola i primi piatti di verdure cotte e crude, una specialità della casa, tu capisci che lo Scoglio è un ristorante particolare, non è tanto importante un voto di un critico, un giudizio, l'assenso di una guida o di un blog, l'importante è essere venuti qui a provare questi sapori spesso unici.
Lo Scoglio è Peppino ma è anche Antonietta, la madre, che sta alla cassa ed è una leggenda perché anche i suoi conti sono una leggenda quando attraccano al pontile i tender degli yacht che fanno tappa allo Scoglio e scaricano i ricchi ospiti.

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Molti assimilano questo ristorante ai locali di moda, per via di una clientela in parte ricca e famosa, ma in realtà gli spaghetti con le zucchine meritano una clientela vasta perché sono il piatto simbolo del locale, sono buoni e le zucchine, come si può immaginare, arrivano dall'orto di Sant'Agata e sono zucchine che parlano, che lasciano il ricordo.

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Ecco, lo Scoglio, con i tavoli su un pontile appoggiato su un grande scoglio, una cucina fresca e capace di fare tranquillamente cento coperti, con camerieri che sono figli e nipoti, con Mario, il cameriere-istituzione, allo Scoglio da più di 40 anni, con mogli e sorelle che dirigono il traffico vorticoso di clienti, che parlano molte lingue agli stranieri un po' di tutto il mondo e un dialetto schietto ai molti napoletani che qui fanno una tappa fedele, lo Scoglio è un ristorante bello, divertente, con una vista dai tavoli del mare e del panorama da far invidia a qualunque location famosa.

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Nel centro del pontile-ristorante c'è una grande vasca con le aragoste che ogni tanto Peppino pesca con le mani per fare spettacolo anche se il vero spettacolo è il piatto che poi ti arriva dalla cucina dove il men che ventenne figlio di Peppino è il cuoco giovane che dopo un apprendistato al Pescatore è tornato all'ovile e fa un gran lavoro insieme con la squadra di cuochi vecchi e giovani.

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Verdure sbalorditive e poi, ovviamente, crostacei e pesce fresco e buono, sono il menù dello Scoglio, perché Peppino è anche una specie di agricoltore del mare e quindi qui arriva il meglio del pescato e non viene rovinato da preparazioni strampalate o pretenziose.
Se poi Peppino si siede al vostro tavolo e racconta, scopri tutta la passione e l'ironia di un professionista bravo e appassionato e se poi si va con lui a visitare l'orto si capisce perché il pomodoro che hai mangiato ti sembrava un frutto nuovo e mai assaggiato.

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E se adesso la spiaggia è gremita e le macchine spesso si ingorgano in lunghe file, salendo e scendendo tra Nerano e Sant'Agata, a settembre o in primavera, in una giornata di sole, lo Scoglio è uno spot dell'Italia gastronomica e turistica di qualità, magari non famosa e non stellata, ma vera e buona.
Come quei pomodori, come le zucchine...

Lo Scoglio
Marina del Cantone
Loc. Nerano
tel. 081 8081026

FOTO S. BONILLI

commenti 36

Ci devo andare, ci voglio andare, voglio sedermi allo Scoglio e mangiare solo i pomodori e gli spaghetti con le zucchine e magari un po' di frittura.

18 Ago 2010 | ore 16:54

Bisogna avvertire subito quel benefattore di Bressanini ed invitare lui e i suoi accoliti per seminare, in questo posto delle culture transgeniche, geneticamente modificate e soprattutto usare diserbi, pesticidi e concimi chimici.
Che c'è direttore, tra lei e Bressanini, tra lei e la cucina chimica post atomica è finito un'idillio? Ora si ritorna alla natura e al sapore dimenticato delle cose, che lei e quel denaturato di pseudo-killer del gusto del Bressanini a volte declama?
Poteva rimanere in Australia per declamare le zucchine locali!

18 Ago 2010 | ore 17:10

Ecco uno che anche in agosto invece di riposare viene a scrivere sciocchezze in casa altrui invece di starsene seduto buono e tranquillo

18 Ago 2010 | ore 17:15

Caro Micri, perché uno scriva certe cose a volte non lo capisco e non capisco il tono del suo intervento inutilmente aggressivo.
Buon proseguimento di agosto e si rilassi :-))

18 Ago 2010 | ore 17:22

BRAVO DANIELE SONO D'ACCORDO CON TE, AGOSTO DOVREBBE ESSERE UN MESE PER MEDITARE E NON CAZZEGGIARE CON LE PAROLE

18 Ago 2010 | ore 17:23

Posti favolosi. Un concentrato di ristoranti uno meglio dell'altro in pochissimi chilometri quadrati.

18 Ago 2010 | ore 18:48

molto bello da leggere ed anche da guardare

18 Ago 2010 | ore 19:16

Quei posti (e quei sapori) sono parte delle mie radici. Grazie!

18 Ago 2010 | ore 20:22

Ma d'inverno niente pomodori e zucchine?

18 Ago 2010 | ore 21:30

L ennesima marchetta: non potendolo più fare con le guide ora si "arrotonda" sul web

18 Ago 2010 | ore 21:47

Oddio che belli quei pomodori...sembrano proprio quelli dell'orto di zia!!! Molta gente non riesce a rendersi conto di cosa signifihi addentare un frutto o un ortaggio e poterne percepire i veri umori, concetrato unico di sapori incontaminati, sempre più rari da trovare...la freschezza dell'insalata VERA, le zucchine mangiate anche crude, la frutta di stagione...Esempio spontaneo delle meraviglie naturali...che in tutti i modi stiamo rischiando di far sparire...

Complimenti, like usual... :-)))

-Lorenzo-

18 Ago 2010 | ore 22:36

Sei un perfetto spalatore di merda

19 Ago 2010 | ore 00:29

Non ci conosciamo e internet è anche la violenza di uno zotico che viene qui e ti insulta a freddo nascondendosi nell'anonimato.
Lo lascio come esempio di imbecillità.

19 Ago 2010 | ore 00:33

Se non potrai più mangiare l'insalata vera, se non potrai più godere della spontanea nauturalità di un frutto colto e mangiato, parlane con Bressanini ed il Bonilli.
Loro sostengono gli OGM, sostengono i supermercati, sostengono l'aria fritta di una cucina piena di addititivi, sono chic e di sinistra e si inquietano quando qualcuno la pensa diversamente.

Direttore, ma come fa a osannare Adrià e poi venire a parlare di pomodori e zucchine naturali?
E poi il Bressanini a dire che il post è una meraviglia!

Propongo a tutti e due di togliervi la adsl e la wi-fi per una decade!

19 Ago 2010 | ore 08:34

C'è un bel libro che persino Micri può riuscire a leggere perché ha molte fotografie, è "Una giornata al Bulli" nella quale è raccontata una giornata lavorativa del ristorante di Ferran Adrià.
Lì si vede e si capisce come un grande ristorante e una grande cucina sono fatti prima di tutto con grandi materie prime.
E così si vede dove vanno a fare la spesa cosa acquistano e come la materia prima viene attentamente controllata prima di entrare al Bulli ed essere pulita e poi lavorata.
Non fossero a troppi chilometri di distanza penso proprio che questi pomodori farebbero parte della spesa di Ferran Adrià :-))

19 Ago 2010 | ore 08:57

ah, i pomodori... Croce e delizia!
Sembrano quelli del mio orto a Francavilla. Con un poco di amici ortisti sparsi per lo stivale, stiamo pensando di organizzare a settembre "la disfida del pomodoro" un gioco (quindi serissimo ;-)) per confrontare i vari pomodori e conserve casalinghe e decidere il migliore... Nun vedo l'ora!
è aperta ovviamente il tenzone ;-)
Ciao A

19 Ago 2010 | ore 10:24

Alessandro, vinceranno quelli dell'orto dello Scoglio :-)
Stefano, nel suo bel racconto, non ha riportato che Peppino ci ha quasi convinti che se oggi non possiamo andare a Capri in auto è per colpa dei datteri che per secoli hanno eroso la roccia e che quindi, per questo motivo, andrebbero raccolti. In barba ai divieti :-)
Come potrebbe mai perdere un tipo così?
Comunque sfida aperta, senza voler minimamente sottovalutare il tuo prezioso orto di Francavilla, e ricorda, i pomodori non vanno innaffiati "perchè se la devono cavare da soli". Peppino docet :-)


19 Ago 2010 | ore 11:48

Pomodori e lazzaretti (peperoncini) debbono essere arsi ;-)
Maurizio allora ti iscrivo alla disfida! ;-)
Ciao A

19 Ago 2010 | ore 13:55

Se è prevista la presenza di giudici non produttori sappiate che io sono iscritto al collocamento nelle liste apposite.

19 Ago 2010 | ore 14:43

Te possino, sto gioco a tre sta diventando un torneo! Vabbè, significa che dovrò fare qualche recupero :-)

19 Ago 2010 | ore 15:00

"se oggi non possiamo andare a Capri in auto è per colpa dei datteri che per secoli hanno eroso la roccia e che quindi, per questo motivo, andrebbero raccolti. In barba ai divieti :-)"

quando si dice 'l'interpretazione scientifica' ...ci fanno una puntata di 'supercuarc' se la leggono

19 Ago 2010 | ore 15:22

Aspetta a conoscerlo Peppino, "buca" il video...tutto pane per i tuoi denti :-)

19 Ago 2010 | ore 15:43

fabio nessun giudice, ma giocatori... Rimedia un pomodoro di vaglia e di fiducia... Cmq ci sono sempre gli ospiti ;-)
ciao A

19 Ago 2010 | ore 18:39

Quel piatto di spaghetti fa sognare!

20 Ago 2010 | ore 11:42

Certamente un grande ristorante si basa su una grande materia prima , ma dovrebbe evitare di mortificarla continuamente , certo gli esercizi di stile e la ricerca sono necessari e naturali per l evoluzione della specie ma rimangono un esercizio fine a se stesso ché nel 90 percento dèi casi non incontra il favore e il gusto del pubblico , e non mi si dica ché Adria' e' sempre pieno , perché c'è un grande disavanzo tra domanda e offerta , cominciasse a fare 2 turni al giorno per 365 giorni l' anno e poi vediamo se si trova posto o meno , perché non si parla nella stessa maniera per esempio di Ruscalleda , forse quello non e' un gran ristorante non usa una grande materia prima no solo ché non fa figo come andare da Adria' , capisco la sua amicizia con il buon Ferran ma i suoi giudizi sono appena parziali non appena si parla del Bulli

21 Ago 2010 | ore 09:58

Sig. Beneduce, mi scusi, ma da quando avere un giudizio parziale, di parte, su di un ristorante, su di un Cuoco è deprecabile ?
Veramente non capisco. Questo è il blog di una persona, di Bonilli.
Questa persona nel proprio blog non può scrivere quel che vuole ?
Non può esprimere un giudizio di favore verso qualcuno e/o di sfavore verso un altro ?
Viola qualche legge, qualche codice deontologico ?
.
Boh, io su questo invitare a non prendere mai posizione non sono d'accordo.
Io sono di parte, Partigiano, che si sappia.
.
Ciao

21 Ago 2010 | ore 10:55

Adrià è stato aperto pranzo e cena fino a 5 anni fa.
Solo che accadeva questo: alle 12 arrivavano gli svedesi o comunque i clienti del nord Europa che pranzano e cenano presto, e alle 15,30 arrivavano per pranzare gli spagnoli.
I primi andavano via verso le 15,30/16, gli spagnoli si alzavano dal tavolo alle 18,30, proprio quando iniziavano ad arrivare i primi clienti per la cena e, ovviamente, gli spagnoli arrivavano per ultimi verso le 23.
Il Bulli era sempre esaurito ma i ritmi per Adrià, che tutti davano per scontato fosse sempre presente, risultavano pazzeschi, dalle 10 alle 2 di notte era qualcosa di insostenibile e tuttavia Adrià ha tenuto questo ritmo fino al 2005.
Come si vede prima di parlare bisognerebbe conoscere ma soprattutto io trovo stupefacente che un cuoco o un appassionato parli di un ristorante senza esserci stato, senza avere provato direttamente i piatti e il servizio di un ristorante.
Il servizio del Bulli è uno dei più perfetti che io abbia visto nel mondo e di ristoranti ne ho provati veramente tanti negli ultimi trent'anni e Julio Soler, il socio di Adrià, è uno dei grandi dell'accoglienza, pluripremiato in Spagna e dalla Michelin.
Che dire, io il Bulli lo conosco bene e da molti anni e mi trovo a ragionare con chi ne ha letto e non c'è mai stato.
Per sentito dire non trovo serio che si emettano giudizi su un film, un libro, un disco, figurarsi il sentito dire di un piatto o di un pranzo.

21 Ago 2010 | ore 11:03

Mi scusi ma non mi sembra di aver detto ché il Sig Bonilli e' deprecabile io ho espressi il mio giudizio sul modo di trattare la materia prima del Bulli , e questa e' la mia opinione non quella della totalita' delle persone , anche io sono sensibile sui miei amici e li difendo in maniera incondizionata forse anche talvolta sbagliando , tanto per chiarire ai Bulli di sono stato 2 volte la prima per curiosita e la seconda per capire se ha ragione lui e i suoi pochi accoliti o gli altri e mi sono fatto la mia opinione , certo il servizio e ineccepibile e' sicuramente uno dèi più grandi ristoranti al mondo ma non penso di ritornarci , poi per quanto riguarda gli orari di servizio mi sembra abbastanza regolare per uno chef 3 stelle lavorare 14 ore al giorno , per gli orari basta mettere uns regola come nel restò del mondo , non penso ché se mi presento da qualsiasi altro stellato nel nostro paese o in altri alle 16 mi danno da mangiare lo stesso vale per la sera , a mio parere fare un solo servizio e solo per sei mesi all' anno serve ad ottimizzare il lavoro e a creare un aria più esclusiva e comunque il mio interventi non voleva essere una polemica

21 Ago 2010 | ore 13:51

Io ho capito una cosa. Il male di una certa Italia è di certi (sottolineo certi) Italiani: ottusi e pieni di sè. Se invece di guardare il mondo attraverso uno schermo e conversazioni con amici che la pensano alla stessa maniera, pompandosi l' uno con l'altro, avessero la forza e volontà, l'intelligenza e la cultura, di capire e carpire le cose migliori che esistono, da sempre, anche al di là delle Alpi, saremmo un paese migliore con gente migliore. E invece, stiamo sempre qui a discutere come gli spaghetti al pomodoro son meglio di qualunque altra cosa sulla faccia di questa terra.

P.S. A proposito, chi dice che non si parla della Carmen? Gli articoli si sprecano e ora si è aperta anche un altro ristorante dall'altra parte del mondo. Grandissima chef e imprenditrice.

P.S. La capacità di offrire pasti a diverse ore del giorno per accomodare le diverse culture di provenienza (gli spagnoli cenano alle 23, gli americani alle 18, ad esempio) si chiama ottimo "customer service" per un ristorante la cui clientela è chiaramente internazionale. Non come da noi in Italia che tutti vanno in ferie ad Agosto per cui, come è capitato ad una mia amica ieri, non si può fare il cambio di residenza per due settimane perchè il personale è in vacanza. Oppure vogliamo parlare delle banche che chiudono all'unico orario in cui i clienti possono andarci? Totò docet : ma mi faccia il piacere!

21 Ago 2010 | ore 15:00

Dimenticavo: il mio commento è chiaramente in risposta a Armando.

21 Ago 2010 | ore 15:08

evidentemente il mio intervento e' stato frainteso in totò , in tutto il mondo in un certo tipo di ristorazione esistono gli orari di apertura e chiusura della cucina , poi non ho detto ché gli spaghetti sono meglio di tutti gli altri piatti , personalmente lo molto la cucina orientale e non per forza devo mangiare pasta e polpette per essere soddisfatto , ma e mio diritto non preferire il tipo di cucina di. Adria' , e preferire per esempio quella di Beck o di Santini o Guy Savoy senza essere tacciato di provincialismo , quindi ritengo ché ognuno possa esprimere la propria opinione anche se contraria a qufella vostra , un esempio pratico ieri ero al Riccio di Capri tipico locale da clientela internazionale la cucina chiude alle 15 secondo voi gli spagnoli non di vanno o si adeguano?

21 Ago 2010 | ore 16:29

in Spagna si pranza dalle 14 alle 15,30 se si è spagnoli e dalle 22 alle 23,30.
Ma un milanese va a cena alle 20 e un tedesco alle 19.
Che si fa, loro trovano il ristorante chiuso?
Dire poi che il Bulli ha chiuso a pranzo per essere più esclusivo è una assoluta sciocchezza, parliamo di un ristorante che nel 2002 ha avuto 8 pagine dedicate sul New York Times.
Può non piacere ma fare certe analisi mi sembra inutile.

21 Ago 2010 | ore 19:28

Leggo questi commenti tardivamente e non posso trattenermi dallo scrivere un commento:
tranne pochi appassionati e naturalmente lo stesso Bonilli, non capisco come certi lettori abbiano titolo di parlare con tale rancore di luoghi, ricette e materie prime leggendarie non avendole mai provate.
Parlo dello Scoglio, ma anche del Bulli: due realtà straordinariamente diverse ma ugualmente fantastiche!
Caro Direttore ma che ne sanno di un vino alle pesche sul pontile di Nerano al tramonto quando ti aspetta una barca e della bellezza di parlare e litigare sul conto con Antonietta!!!
Buon lavoro, siete fortissimi ma troppo tolleranti con i provocatori.

14 Giu 2011 | ore 17:53

the best!

17 Dic 2011 | ore 12:45

Dopo aver letto questo articolo e molti altri ancora, ormai qualche tempo fa, io e mia moglie ci siamo decisi a visitare la costiera. Posto bellissimo, forse tra quelli che abbiamo visitato il più suggestivo, merito senza dubbio della magnifica ospitalità ricevuta al Don Alfonso dove abbiamo passato quattro giorni indimenticabili. L'affetto e la professionalità che ci ha offerto la Signora Livia e tutta l agrande famiglia del Don Alfonso ci hanno fatto quasi dimenticare l'unico posto dove siamo stati trattati talmente male che a memoria non ho paragoni: lo Scoglio.
A parte il fatto che ci hanno rapinato nel vero senso del termine, visto il conto finale di 80 euro per due piatti di pasta con le zucchine, due antipasti di verdure e una bottiglia di fiano,non abbiamo, anche insistendo, avuto ricevuta di pagamento, che ci è stata stracciata sotto agli occhi alludendo al fatto che avendoci fatto lo sconto, non richiesto chiaramente, non potevano darcela.
Mi preme sottolineare che è l'unico ristorante frequentato in quattro giorni di costiera che non ci ha rilasciato ricevuta e che ci ha trattati come deficienti, mi sono trattenuto dal chiamare la finanza giusto perchè ero in vacanza, ma mi piacerebbe che prima di pubblicizzare certi locali ci si informasse meglio su come vengono gestiti, solo per evitare a persone che come me si ritagliano una volta l'anno tempo e finanze per alcune occasioni particolari, non ne rimangano poi scottate.
P.S.
A mio personalissimo parere i tanto blasonati spaghetti con le zucchine non erano affatto buoni, ma posso anche sbagliare

29 Apr 2013 | ore 18:03

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